Signore, godo il tuo amore… Grazie – 2Sam 12, 1-7

da un ritiro ai catechisti predicato da P. Francesco Chimienti O.m

Taranto   28.01.1986

 

DIO VEDE, RIPRENDE E PERDONA

 OGNI NOSTRO PECCATO

(2 Sam 12, 1-17)

 

In questi giorni stiamo meditando il peccato di Davide, la riprensione che Dio gli fa e il suo pentimento.

Nella S. Scrittura si parla di Davide, ma nella vita Davide siamo noi. Il peccato di Davide è il nostro peccato. Il peccato di Davide è stato di adulterio e di omicidio, il nostro sarà un altro, ma tutti abbiamo peccato.

Dio manda Natan a Davide per fargli riconoscere il suo peccato, ma anche noi abbiamo i nostri profeti che ci parlano nel nome di Dio.

Dobbiamo leggere la S. Scrittura mettendoci dentro come attori, e non rimanendo al di fuori come spettatori, altrimenti non è una parola che ci salva.

Davide si indigna al racconto di Natan e vuol sapere chi è quest’uomo che ha osato fare il sopruso di uccidere l’unica pecora del vicino per dar da mangiare ai suoi ospiti di passaggio, mentre lui aveva tante pecore.

Natan gli rispose: “Tu sei quell’uomo!” (2 Sam 12, 7).

Queste sono le parole che mi hanno colpito e che io consegno a voi. Dio oggi dice a ciascuno di noi: “Tu sei quell’uomo”.

Noi ci scandalizziamo dei peccati dei fratelli, ma il Signore ci dice: Tu sei quell’uomo! Condannando il tuo fratello stai condannando te stesso.

         “Allora Davide disse a Natan: «Ho peccato contro il Signore!». Natan rispose a Davide: «Il Signore ha perdonato il tuo peccato»” (2 Sam 12, 13).

La grandezza di Davide sta nell’aver riconosciuto il suo peccato. La grandezza di Dio sta nella sua misericordia. Non ci riprende per umiliarci ma per salvarci.

Non appena l’uomo riconosce la sua colpa e chiede perdono, Dio mette da parte l’offesa ricevuta ed apre le braccia della sua misericordia infinita. Noi non capiremo mai l’amore e la misericordia di Dio!

         Da questo brano possiamo ricavare tre verità:

 

1. Dio vede ogni nostro peccato

 Noi abbiamo delle convinzioni sbagliate. Siamo convinti che ciò che è nascosto agli occhi degli uomini è nascosto anche agli occhi di Dio. Era quello che pensava anche Davide. Solo perché era riuscito ad occultare dinanzi agli uomini l’adulterio con l’omicidio di Uria pensava di essere giusto anche dinanzi a Dio.

Dio invece ha visto l’adulterio di Davide ed ha visto l’omicidio di Uria, così come vede il mio peccato e le conseguenze del mio peccato. Nulla sfugge al suo occhio.

Gli uomini si tolgono il cappello dinanzi agli uomini che hanno i miliardi, ma Dio no, perché sa che quei miliardi sono rubati, sono il frutto dell’usura, grondano sangue.

Il modo di pensare di Dio è diverso dal modo di pensare degli uomini.

Gli uomini pensano: se nessuno mi ha visto, non mi ha visto nemmeno Dio. I malvagi infatti dicono, dice la S. Scrittura: “Il Signore non mi vede” (Sal 93, 7).

Hanno questa convinzione, perciò fanno il male, ma si sbagliano. Dio vede tutto perché “è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti” (Ef 4, 6).

Non esiste un angolo della terra e dell’universo in cui Dio non ci sia. Dio è presente, ed essendo presente vede tutto. A lui non sfugge niente. Questa è la ragione perché da Dio saremo giudicati secondo giustizia e verità.

Non ci saranno ingiustizie perché Dio ha visto tutto, anche i nostri pensieri.

Tante volte l’azione è cattiva non per se stessa, ma per l’intenzione cattiva che è dentro di noi; ma questo può dirlo solo Dio, che vede pensieri, parole, azioni ed omissioni.

  1. Paolo arriva a dire: “io neppure giudico me stesso, perché anche se non sono consapevole di colpa alcuna non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore! Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, finché giunga il Signore” (1 Cor 4, 3-5).

Dice il Salmista: “La mia parola non è ancora sulla lingua e tu, Signore, già la conosci tutta” (Sal 138, 4).

Dio legge anche i nostri pensieri. Tutto è misurato dinanzi a Lui. Dio ha visto e ci giudica o per darci un premio o per darci un castigo. Non dovete credere che sfuggiremo al giudizio di Dio. Sfuggiremo solo se chiederemo perdono, così come lo ha chiesto Davide. 

Se san Francesco di Paola, morendo a 91 anni, dopo una vita vissuta nella penitenza più assoluta, chiedeva misericordia a Dio perché era un miserabilissimo peccatore, che cosa devo dire io?

 

2. Dio riprende ogni nostro peccato

Dio ci riprende perché non è un Dio che punisce, ma è un Dio che salva.

A Davide mandò il profeta Natan per fargli capire la gravità del suo peccato, perché lo riconoscesse e chiedesse perdono.

Lo stesso ha fatto Gesù con Giuda. Lo ha inseguito col suo amore in mille modi per salvarlo. Giuda riconosce il peccato, ma non chiede perdono.

Il Padre ha mandato il suo Figlio per salvarci, e continua a mandarci i suoi profeti. Per salvarci adopera tutti i mezzi a sua disposizione, sia i mezzi interni a noi sia quelli esterni.

Tra i mezzi interni ci sono: la nostra coscienza che ci rimorde e le ispirazioni.

Tra i mezzi esterni c’è l’intervento dei genitori, degli educatori, degli amici, dei sacerdoti, del confessore, della Parola di Dio.

 La correzione è di Dio, ma siamo noi a doverci riprendere per salvarci.

Non dovete credere che quando pecchiamo siamo dei figli abbandonati. No, è una bestemmia! Siamo dei figli prediletti. Dio non vede l’ora di vederci in cielo a goderlo eternamente.

Siamo figli prediletti. Dio non ci abbandona, ma ci perseguita col suo amore per farci tornare a Lui.

Che cosa non fa per salvarci? Ci riprende per salvarci.

         “Il Signore corregge colui che egli ama e sferza chiunque riconosce come figlio” (Eb 12, 6).

Poiché Dio ama i suoi figli li corregge, per cui la sua correzione è lo squisito atto di amore di un padre che non può vedere perduti i suoi figli.

 

 

 3. Dio perdona ogni nostro peccato

         “Il Signore ha perdonato il tuo peccato”, dice Natan a Davide dopo che ha riconosciuto la sua colpa.

Dio infatti non ci riprende solo per rimproverarci, ma per correggerci e perdonarci.

Sappiate però che Dio perdona il peccato, ma non neutralizza le conseguenze del peccato. Se hai fatto l’aborto, piangerai le conseguenze dell’aborto. Se hai rubato, piangerai le conseguenze del tuo peccato, perché col perdono Dio non ti elimina il carcere.

Se si chiede perdono, il perdono di Dio è certo. È Dio che lo dice.

 

  1. Dio ci fa sapere che il suo perdono è sicuro

Attraverso la S. Scrittura Dio ci fa sapere che è sempre pronto a perdonarci, perché non vuole che ci disperiamo dopo aver commesso un peccato, un delitto.

La disperazione è contro Dio, il quale dice che la sua gioia è stare in mezzo ai peccatori (cfr. Pr 8, 31).

Gesù dirà: Non sono venuto per i giusti, ma per i peccatori. E sulla croce compirà il più grande atto di misericordia pregando per coloro che lo crocifiggevano, lo insultavano e lo bestemmiavano: Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno!

 

  1. Dio ci dà effettivamente il suo perdono tutte le volte che glielo chiediamo

Al buon ladrone che gli diceva: “Ricordati di me quando sarai nel tuo regno”, Gesù rispose: “Oggi stesso sarai con me in paradiso!”.

Il Signore ha bisogno di una sola parola per darci effettivamente il suo perdono. E perché noi fossimo certi del suo perdono, ha istituito il sacramento della Penitenza, per mezzo del quale personalmente, nella persona del sacerdote, ci dà il suo perdono. Né il sacerdote può non dare il perdono, perché chi ha pagato per il peccatore è il Cristo.

Un sacerdote a Siviglia, un giorno, negò l’assoluzione ad un penitente che non riusciva a correggersi di un grave peccato. Anche se si dichiarava sempre pentito ricadeva sempre nello stesso peccato. Gesù stesso allora lo assolse. Staccò il braccio dalla croce e gli diede l’assoluzione, poi disse al sacerdote: Non sei morto tu per lui!

Il sacerdote infatti è solo uno strumento della misericordia di Dio.

Leopoldo stava tutto il giorno nel confessionale. Lo si trovava a qualsiasi ora, ed a tutti quelli che andavano dava sempre l’assoluzione, senza dire nemmeno una parola. A chi gli chiedeva il perché, rispondeva: A Dio basta l’umiliazione di esserti messo in ginocchio dinanzi a me e di avergli chiesto perdono. La misericordia di Dio è più grande delle mie parole. Mi compiaccio di darti la misericordia di Dio.

         Poiché il Signore ci dà il perdono se glielo chiediamo, chiediamoglielo con le stesse parole di Davide, che è stato grande nel suo peccato, ma ancora più grande nel suo pentimento. È stato di una sincerità unica.

         “Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nella tua grande bontà cancella il mio peccato… Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto” (Sal 50, 3-6).

Auguro a me ed a voi l’atteggiamento di Davide; ma poiché non possiamo avere la contrizione di cuore per un atto di volontà, chiediamola a Dio nella preghiera.

La contrizione perfetta è un dono grandissimo di Dio che toglie non solo la colpa, ma anche la pena.

 

 

 

         CONCLUSIONE

 

Non bisogna mai commettere un peccato. I Santi dicevano: La morte, ma non il peccato!

Se però abbiamo peccato riconosciamolo umilmente, senza scuse, chiediamo perdono e ritorniamo all’amore di Dio.

Non spaventatevi del peccato; spaventatevi se non chiedete perdono; spaventatevi se rimandate la confessione.

Se mille volte pecchiamo, mille volte il Signore ci perdonerà. Il perdono di Dio è infinito, non ha limiti. Dio si compiace di darci il suo perdono. Non vede l’ora di poterci riabbracciare e baciare, tanto è vero che Gesù ha dovuto dire: “Ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione” (Lc 15, 7).

Parole più sublimi non sono uscite mai dalla bocca di nessun uomo, sono uscite dalla bocca dell’uomo Dio. Crediamogli e salviamoci!