Parlami di Te, mio Dio – Gc 1, 17 – Mc 8,14-21

2007

2012

 

da un’omelia di P. Francesco Chimienti OM

Martina Franca, 29.08.1976




LA SALVEZZA VIENE PER MEZZO DELLA PAROLA DI DIO

CHE DÀ LA FEDE

(Gc 1, 17-18. 21-22. 27)



  • È la Parola di Dio che salva

 

  “Ogni dono perfetto viene da Dio”(Gc 1, 17).

La salvezza eterna di ciascuno di noi è opera di Dio, è un dono di Dio, non è frutto dei nostri meriti, né delle nostre opere.  Però ci sono delle condizioni per salvarci e S. Giacomo dice giustamente: “Iddio ci ha generati come figli con la sua Parola, che è parola di verità” (Gc 1, 18).

Quindi chi salva è la Parola di Dio, non sono i sacramenti. Vi dico queste cose con sicurezza perché certe convinzioni devono essere smantellate, perché non sono giuste, non sono secondo il piano  di Dio.

Gesù ha detto: “Chi crederà sarà salvo”. La salvezza però viene dalla fede e la fede viene dalla Parola di Dio.

Agli Apostoli Gesù ha detto: Andate e predicate il Vangelo, chi crederà si salverà. È la Parola che salverà. S. Paolo riprenderà questo concetto dicendo: Come potrete salvarvi se non ascoltate la Parola di Dio? Perché ascoltando la Parola di Dio avrete la fede e la fede vi darà la salvezza.

Egli si poneva questo problema: Ma come faranno ad ascoltare la Parola di Dio, se non ci sarà colui che l’annunzia? Questo è il grande problema che oggi si è posto la Chiesa, perché non c’è la fede. Diciamoci la verità: non abbiamo la fede. Nessuno di noi ce l’ha, non dovete pensare a quelli che stanno in mezzo alla strada; no, noi non abbiamo fede, non ascoltiamo la Parola di Dio. Soltanto chi l’ascolta può uniformare la sua vita alla Parola di Dio; ma chi non l’ascolta, chi non la legge, non potrà avere la fede. È una caricatura il nostro cristianesimo! Siamo dei Pulcinella! Vogliamo  i sacramenti, ma non vogliamo vivere secondo la fede; ma è la fede che salva, non i sacramenti.

 

  • La Parola di Dio dà la fede

 

   Nel battesimo riceviamo la fede dono. A che cosa è paragonabile questa fede dono? È paragonabile a un seme, l’ha detto Gesù. Se voi prendete un chicco di grano e lo gettate su questo pavimento, produrrà mai la spiga? No! Se io prendo questo chicco di grano e lo metto in un terreno che lascio incolto, che non lavoro, non innaffio accadrà che tanta erba crescerà attorno a questo chicco di grano, che si corromperà, getterà le radici e spunterà, però a causa delle erbe e del terreno incolto non potrà produrre la spiga. Così Dio, ha preso questo chicco di grano, che è la fede, e l’ha gettato nella nostra anima. Ora, se non innaffio, se non lavoro, se non coltivo il terreno in cui sta questo seme, io avrò soltanto la responsabilità di avere avuto da Dio un dono che non ho fatto fruttificare. È come  se Dio mi avesse dato un orologio che però prendo e metto nel comò. Se non do la corda all’orologio, può segnare le ore? Se lo metto nel comò posso sapere che ora è?

Sì, Dio mi ha dato la fede, ma sei tu che la devi coltivare; sei tu che devi dare la corda all’orologio, sei tu che devi guardare l’orologio e dire: Sono le otto, devo andare a lavorare; sono le nove devo andare a cucinare. È l’orologio che ti dice le ore, però tu devi rispecchiare la tua vita nell’orologio che cammina.

  Ci siamo battezzati e pensiamo di stare a posto! Siamo dei battezzati pagani! Per essere cristiano devi prendere la Bibbia, formata da settantatre libri: quarantasei del Vecchio Testamento e ventisette del Nuovo Testamento, e ogni giorno la devo leggere, perché ogni giorno, sul mio seme devo mettere l’acqua. Se non ci metto l’acqua questo seme non porterà mai la spiga.

Ieri avete letto per dieci minuti la S. Scrittura? No! Non avete innaffiato il vostro seme. Questo seme, regalatovi da Dio nel giorno del Battesimo, non può produrre la spiga della salvezza eterna. Non basta essere battezzati per dire di essere cristiani. Il nostro cristianesimo è il cristianesimo  di Pulcinella, è la caricatura del cristianesimo, non è cristianesimo, oggi non esiste più niente  di cristianesimo, perché non è stata spiegata ogni giorno la S. Scrittura. Io sono responsabile  di questo, infatti, avendo un tesoro immenso, che si chiama Parola di Dio che deve salvare le anime, io da sacerdote, che ho avuto la missione da Dio di salvare le anime, ve la devo spiegare, mentre vi ho dato solo i sacramenti. E sappiate che i sacramenti non salvano! Vi dovevo dare la Parola di Dio, vi dovevo dare la fede!

  Se non vi istruite ogni giorno, ogni settimana sulla Parola di Dio, potete mai uniformare la vostra condotta di vita al modello che Gesù ha presentato? Se non lo conosci come fai a modellare la tua vita sul Vangelo? È impossibile! Però i miei parrocchiani dicono: – Padre, la Prima Comunione!

La Prima Comunione te la fai fritta! Mi hai portato tuo figlio al catechismo alla prima elementare?

No, Padre, è piccolo!

Ma l’hai portato a scuola!

A scuola poteva andare e la domenica al catechismo no?

Ma doveva dormire!!

Ma io il catechismo te lo facevo alla dieci, tu alla scuola lo porti alle otto tuo figlio.

Voi genitori mettete sulle spalle dei vostri figli una croce. Li rendete responsabili di essere cristiani, ma non li aiutate ad esserlo! Sarà la Prima Comunione che salverà tuo figlio, ma lo devi portare al catechismo. E la catechesi deve continuare per tutta la vita, perché dobbiamo crescere nella fede sempre.

 

  • La parola di Dio vissuta dà la fede

 

“Accogliete con docilità la Parola che è stata seminata in voi e può salvare le anime. Siate di quelli che mettono in pratica la Parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi” (Gc 1, 21-22).

La Chiesa vuole che ogni giorno meditiate il Vangelo. La Chiesa vuole che i suoi fedeli leggano, meditino la Parola di Dio per almeno mezz’ora al giorno, infatti chi legge per mezz’ora  la S. Scrittura guadagna l’indulgenza plenaria. Lo dico a me e a voi: ci vogliamo salvare? Se ci vogliamo salvare l’unico mezzo è la Parola di Dio, perché la Parola di Dio ci dà la fede e la fede ci dà la salvezza.

E i sacramenti? I sacramenti ci danno la forza di vivere secondo la fede.

Gesù dice: Se vuoi essere cristiano devi amare prima me, poi tua madre, tuo padre, i tuoi fratelli! E ancora: Va’, vendi tutto quello che hai, dallo ai poveri, poi vieni e seguimi! È difficile! Sei capace tu di portare una croce di cinquanta chili? No! Allora dice Gesù: Ti darò io la forza di portare cinquanta chili, per mezzo dei sacramenti. Ecco il valore del sacramento.

Se fossero i sacramenti a salvarci, certamente io e voi ci salveremmo, perché siamo stati battezzati, abbiamo fatto la Comunione! Nell’inferno quanta gente c’è che ha ricevuto i sacramenti! E in Paradiso troveremo non soltanto quelli che hanno ricevuto i sacramenti, ma troveremo altri che non li hanno ricevuti mai, ma che hanno creduto in Dio. Questo è il grande pensiero che consola me e consola voi: siamo tre miliardi di uomini e noi cristiani siamo circa ottocento milioni; più dei due terzi degli uomini non sono stati battezzati, quindi si perdono e vanno all’inferno, invece solo noi ci salviamo? No, non basta avere la tessera dell’Associazione A e dell’Associazione B o essere vestiti da religiosi, bisogna credere.

Quindi i sacramenti ci danno la forza di vivere secondo la fede, e senza la fede la salvezza è soltanto un’utopia.



   conclusione

 

   Da oggi prendete il libro della S. Scrittura e mettetevi a leggerlo. Lasciamo “Sogno” e le altre riviste, tutti i romanzi e romanzetti e andiamo al sodo. Diciamo: “Signore, che cosa vuoi?”

Mettetevi a leggere il Vangelo e fate come dice Gesù.

Incominciate a leggere la Parola di Dio e rispecchiatevi in essa   ─ dice S. Giacomo ─ come in uno specchio.

Gesù ha detto: Beati i poveri! Invece io, se il portafogli non è pieno, grido.

Gesù ha detto ancora: Beati i puri! Beati i miti di cuore! Rispecchiatevi nel Vangelo!

Ricordatevi che Gesù ha detto pure: Pregate, pregate in ogni momento, pregate  sempre. Io prego?

Qualcuno stamattina è arrivato più tardi alla Messa festiva. Da Gesù si va subito! Tutta la nostra vita è sua, noi non dobbiamo dare col contagocce a Dio; la nostra esistenza è tutta sua e dobbiamo essere lieti di poter dedicare un giorno della settimana al Signore, perché gli dobbiamo dire: Grazie!