Mio Signore, mio Dio – Is 54, 1-10 – Lc 7, 24-30

Lc 7, 24-30 – Essere profeti e testimoni – 2011

Lc 7, 24-30 – Due qualità di Giovanni Battista 

 

Da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Taranto 16.12.1976

 

DIO AMA IL SUO POPOLO

COME LO SPOSO AMA LA SPOSA

(Is 54, 1-10)

È frequente in Isaia l’immagine di Dio come di uno sposo e di Israele come di una sposa.

Dio ama il suo popolo come lo sposo ama la sposa.

Il popolo di Dio siamo noi. Dio è per noi lo sposo. Egli così si definisce per l’anima:

“Tuo sposo è il tuo Creatore, Signore degli eserciti è il suo nome; tuo redentore è il Santo di Israele” (Is 54, 5).

Tu sei sposata, non sei più una donna abbandonata.

“Per un breve istante ti ho abbandonata, ma ti riprenderò con immenso amore. In un impeto di collera ti ho nascosto per un poco il mio volto; ma con affetto perenne ho avuto pietà di te” (Is 54, 7-8).

Per le nostre infedeltà, per i nostri peccati, Dio ci abbandona; fa come fanno due fidanzati o due sposi: tu mi hai tradito, e ci separiamo!

Ma può questo Sposo vivere senza la sposa? No, per cui dopo un breve istante la riprende con immenso amore. Ecco perché Dio è per noi sulla terra un Dio di infinita misericordia, che ci segue, ci insegna, ci cerca, ci corre dietro, continua a bussare alla nostra porta anche quando noi lo rifiutiamo e diciamo che non lo vogliamo. Ci sarebbe da dire: ma chi glielo fa fare!

Non ha intelligenza? È infinito nella intelligenza!

Non ha volontà? È infinito nella volontà!

Non ha ricchezze? È infinito nella ricchezza!

Non ha gioia? È infinito nella gioia!

No, Dio cerca la creatura perché vuole farla felice. Noi non abbiamo niente, siamo peccato; ma lui ci fa sua sposa! È quello che dicono i giovanotti quando sposano una ragazza senza dote: L’ho presa senza niente!

Ma la ragazza ha la bellezza, noi invece quando eravamo abbandonati eravamo brutti, avevamo il peccato, e Dio ci ha amati così, ci ha presi così. E ora dice all’anima mia:

“Giuro di non più adirarmi con te e di non farti più minacce. Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero, non si allontanerebbe da te il mio affetto” (Is 54, 9-10)