L’anima mia magnifica il Signore, perchè mi ha guardata – Gn 12, 1-9

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

LA VOCAZIONE è UN’AVVENTURA

DI FEDE E DI AMORE

(Gn 12, 1-9)

La prima lettura parla della vocazione di Abramo, al posto di Abramo ognuno metta il suo nome.

  • l’iniziativa nella vocazione è del Signore

 Il primo passo lo compie sempre il Signore. L’iniziativa nell’amore è del Signore; l’iniziativa della consacrazione è del Signore.

Voi camminate per conto vostro; vivete la vostra vita e non ci pensate proprio a quelli che sono i pensieri di Dio nei vostri riguardi. Allora Dio prende l’iniziativa.

“In quei giorni il Signore disse ad Abram”.

Abramo stava a casa sua e faceva quello che fa un padre di famiglia. Aveva la moglie e, non avendo figli, aveva adottato un nipote, il figlio del fratello; lavorava, faceva il pastore.

Un giorno il Signore gli appare e gli dice: “Vattene dalla tua patria (l’Italia!), dal tuo paese (Montemesola, Laterza, Taranto, Talsano!), dalla tua casa”. Non dice: Ti prego di andare via!, ma “Vattene”; è un comando.

La vocazione è un comando di Dio, lo dovete sentire così come un comando di Dio. Dovete meditare questo intervento di Dio nella vostra storia. È un vattene, è un ordine di lasciare. Puoi pure rimanere, ma Dio ti strappa; è un Dio geloso. Veramente vuole quest’anima, la vuole come sposa. Per essere sposa deve essere tutta sua, e per essere tutta sua deve spezzare, tagliare tutti i legami affettivi, anche santi e sacri che l’hanno legata fino a quel momento.

Questa è la chiamata di Dio. Il primo passo lo fa Lui: ti sradica per piantarti, ti taglia un legame per darti un altro legame; ti comanda di uscire per entrare, uscire da un mondo per entrare in un altro mondo, lasciare l’umano e prendere il divino. L’iniziativa è divina.

         L’uomo non vede dinanzi ai suoi occhi la prospettiva dell’avvenire. Neppure Abramo aveva dinanzi ai suoi occhi la prospettiva dell’avvenire. C’era solo una parola, la parola di onore del suo Dio. Lui stava a Ur, Dio gli dice: Vai a Carran! Dove sta Carran? Lo so io. Prendi questa strada e cammina. Quando sarò a Carran che devo fare? Lo so io, tu prima vai a Carran e poi ti dirò quello che devi fare. Mi capite? È un’avventura. Non si sa niente di quello che sarà, soltanto c’è la parola d’onore di Dio. Sono guai, ma c’è la parola d’onore del mio Dio.

L’iniziativa è di Dio. L’uomo che deve fare? Deve rispondere a questa iniziativa. Se risponde positivamente, il Signore fa il secondo passo; se l’uomo risponde al secondo passo, Dio fa il terzo; ma se l’uomo non risponde Dio rimane al primo passo: Vuoi venire?

Dice la S. Scrittura: “Allora Abramo partì, come gli aveva ordinato il Signore”. Ha creduto alla parola e basta. Poi, arrivato là dove gli era stato ordinato, il Signore fa il secondo passo: Ti darò questa terra.

Il Signore dice: Cammina!, e Abramo cammina. I passi sono fatti, uno dopo l’altro: prima Dio, poi Abramo! Quando Abramo si ferma, Dio si ferma, cioè rimane in attesa della risposta dell’uomo.

  • la vocazione è un’avventura

 Sì, la vocazione è un’avventura di fede e anche un’avventura di amore, coperta da tutte le benedizioni di Dio.

Il Signore oggi dice a te: Vattene!

Signore, disse Abramo, io devo venire appresso a te, e che mi dai? Glielo dirà anche san Pietro, ma questa volta glielo dice Abramo: Che mi dai? Ti darò sette benedizioni.

 

  1. Farò di te un grande popolo

Questo voglio dire a voi che amate la maternità: ognuna di voi avrà un grande popolo. Nessuna mamma avrà tanti figli, nell’ultimo giorno della sua esistenza, quanti ne avrete voi come catechiste.

  1. Ti benedirò

Io , Dio, dirò bene di te, sempre. Dio non parla male dei suoi figli; in modo particolare non parla male delle sue spose, di coloro che hanno detto di sì al loro Dio.

  1. Renderò grande il tuo nome

Come? Lo sa Dio. La grandezza dell’uomo è nel ricordo imperituro della sua esistenza in coloro che rimangono. Tantissime volte o nella maggior parte delle volte, Dio questa grandezza non la dà mentre si vive, come è stato per Maria Santissima, la sua mamma, ma la dà dopo morte, nel ricordo imperituro di tutte le generazioni. Ma dovete essere spose, spose davvero.

  1. Diventerai una benedizione

Dove arrivi tu arriverà la benedizione di Dio, non perché sei tu, ma perché lo dice Dio. Tu diventerai la benedizione della tua famiglia. Come arrivi a casa, tu diventi una benedizione per tuo fratello, che non trova il posto, per tua sorella che non si è sposata, per tua madre che è ammalata, per tuo padre che sta nei guai, per tuo nipote che si è allontanato da casa. Tu diventerai una benedizione.

  1. Benedirò coloro che ti benediranno

Coloro che parleranno bene di voi saranno benedetti da Dio.

  1. Coloro che ti malediranno maledirò

Mi schiererò con i tuoi amici, dice Dio, e mi schiererò contro i tuoi nemici. Ecco perché non dobbiamo avere paura di nessuno. Non abbiamo nemici! Anche se ce ne sono saranno annientati da Dio senza che noi ce ne accorgiamo. L’ho visto e lo vedo giorno per giorno. Ecco perché non mi sono mai preoccupato dei miei nemici. Mai! Chi li ha annientati, chi li ha distrutti? Dio. E voi sapete qual è l’annientamento e la vendetta di Dio: convertirli; renderli da nemici amici.

  1. In te si diranno benedette tutte le famiglie della terra

 Quindi non soltanto sarai la benedizione della tua famiglia, ma la benedizione di tutte le famiglie della tua parrocchia. Tu sarai una benedizione ambulante.

CONCLUSIONE

Credetegli! Diceva monsignore Garofalo: Dio è un galantuomo, quando ha dato la parola l’ha sempre mantenuta. Credetegli! Dio è fedele a ciò che ha detto.

Quando vi dico: “Credetegli”, significa: prendetelo in parola, siate estreme, arrivate fino alle estreme conseguenze della parola che Lui ha detto. Prendetelo in parola! Ditegli: voglio fare la tua sposa, veramente voglio consacrare tutto il mio tempo a te e voglio vedere se tu consacri il tuo tempo a me. Sfidatelo, ma Dio è di parola.

La grandezza della santità dipende dalla fedeltà alla parola che voi stamattina darete a Dio.