Gesù, fammi tuo strumento – Gv 1, 1-18

da un’0melia di P. Francesco Chimienti O.M.

Grottaglie, 1985

 

IL CATECHISTA E’ LA VOCE DI DIO

(Gv 1, 1-18)

 

“Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui” (Gv 1, 6-7).

Tutte le volte che ho pensato a Giovanni, l’ho pensato sempre come il perfetto modello di ogni catechista. Vi potete rispecchiare in lui come nel perfetto catechista.

 

  • Il catechista è la voce di Dio

 

Ecco chi è il profeta, chi è il catechista: è il mandato di Dio per salvare gli uomini, per portare gli uomini a Dio. Non si salverà un uomo se non per mezzo di un altro uomo.

              Un’altra domanda che adesso mi pongo: ma veramente Dio ha pensieri che non ha mai comunicato agli uomini?

No, no! Dio ha parlato nei tempi antichi in molti modi; adesso ha parlato per mezzo del suo Figlio.

Dio ha detto molte parole per mezzo delle quali ha salvato gli uomini del loro tempo. Ha voluto anche che alcune di quelle parole comunicate ai profeti, ai patriarchi, ai nostri padri e al suo Figlio fossero scritte nel libro che noi chiamiamo S. Scrittura, Bibbia, il libro per eccellenza, perché per mezzo di esse doveva salvare gli uomini di tutti i tempi, doveva salvare anche me, che sarei vissuto in questo tempo.

 

  • Il catechista è la voce di uno che grida

 

Sapete che cosa significa gridare? Farsi sentire, perché se voi conoscete il pensiero di Dio e non lo esprimete o non vi fate sentire, è come se l’altro non avesse mai saputo e conosciuto il pensiero di Dio.

Io mi sono proposto, da sacerdote, di parlare con parole facilissime. Vi spiego le cose in una maniera così elementare, così semplice, così facile che dopo aver parlato devo poter dire a me stesso: – Signore, sono stato voce, ho gridato, mi hanno sentito e mi hanno capito. Se faranno come tu hai detto tramite me, ti ringrazio, se non lo faranno ne saranno loro responsabili.

Uno che grida deve farsi sentire, guai a colui che parla sottovoce, guai a colui che non si fa capire. Dio non arriva al cuore dell’uomo, perché la tua voce, che è la sua voce, non è arrivata al suo udito, e dall’udito non è arrivata all’intelligenza, per cui quell’uomo non ha cambiato vita, non perché è cattivo, ma perché non ha capito.

Diceva santa Teresa, e adesso la mia esperienza sacerdotale di moltissimi anni dà conferma al suo asserto: Moltissime anime sono chiamate da Dio ad essere grandi sante, ma non lo sono perché non c’è nessuno che insegni loro a diventarlo.

Potreste trovarvi in compagnia di una donna che dice di aver deciso di fare un aborto. Se tu, catechista, tu cristiana taci, Dio non parla a quest’anima; ma se tu parli e presti la voce a Dio, Dio parlerà a quest’anima: Se fai l’aborto uccidi tuo figlio!

 

  • Il catechista è voce di uno che grida nel deserto

 

Il tormento del profeta, il tormento del catechista è l’insuccesso. Il profeta Ezechiele diceva: Signore, tu mi mandi dal tuo popolo, ma il tuo popolo ha la testa dura, non faranno mai quello che tu dici. Quante volte sono andato, ho detto il tuo pensiero ma non lo hanno fatto, che vado a fare? Ho detto che devono pregare la mattina, che devono pregare la sera, che devono pregare a mezzogiorno, ma non pregano, perché glielo devo dire un’altra volta?

Dice il Signore: Se tu andrai e parlerai, può essere che qualcuno ti crederà e si salverà, e a te non chiederò conto dell’anima sua; ma se tu non andrai e non parlerai, nessuno di loro si salverà, perché tu non sei andato, non hai parlato nel mio nome, non hai fatto capire il mio pensiero, e io ne chiederò conto a te.

Il compito del catechista è parlare. Gesù diceva: è seminare. Tu semini perché io ti ho chiamato a seminare il seme della Parola di Dio. Che poi il seme vada sulla strada battuta, o sul terreno sassoso, o sul terreno spinoso, o sul terreno buono a te non interessa; io da te voglio solo questo servizio: Va’ e annunzia.

È bello leggere la risurrezione di Gesù! È un susseguirsi di apparizioni di Gesù nelle quali dice: “Va’ e annunzia”! Appare alla Maddalena: “Va’ e annunzia”; appare a Giovanni: “Va’ e annunzia”; appare agli apostoli: “Andate e annunziate”!

Il problema del catechista non è l’efficacia, non è la fecondità. Paolo diceva: Io ho seminato, Apollo ha irrigato, ma l’efficacia della parola, quindi la conversione delle anime, non è frutto di Paolo che semina o che pianta, o di Apollo che irriga, ma di Dio che ha dato l’incremento, di Dio che ha portato la salvezza. Chi salva rimane sempre Dio. Chiede la nostra collaborazione e il nostro servizio, ma l’artefice principale della salvezza delle anime è stato, è, e sarà sempre lui.

Giovanni è voce di uno che grida nel deserto. Il deserto è il simbolo della nostra vita. Nella Salve Regina diciamo: “Rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi, in questa valle di lacrime”, nel deserto della nostra vita.

Lungo il corso della mia vita, io devo sempre parlare, e lungo il corso della loro vita, i miei fratelli devono sempre ascoltare me. Guai se la Chiesa tacesse, guai se venissero meno le catechiste nella Chiesa! Dio non parlerebbe più, verrebbe meno la salvezza; perché la salvezza dipende dalla fede, e la fede dipende dall’avere udito la parola di Dio. Dirà san Paolo, ripetendo il pensiero del profeta Isaia: “Non potrai parlare se non sei stato mandato, e beati i piedi di coloro che annunziano la parola di Dio”.

 

  • Il catechista prepara la via al Signore

 

Che cosa devo dire? Preparate la via del Signore, convertitevi, lasciate il peccato e vivete in grazia. Il Signore ha riassunto questo concetto con queste parole: Convertitevi, cambiate vita, lasciate il peccato e vivete in grazia. Una catechesi che non porta alla conversione di coloro che ci ascoltano, non è catechesi, è lezione. Noi non imbottiamo la testa di idee, noi annunziamo un uomo, il Cristo, Figlio di Dio e Figlio di Maria. Non annunziamo una dottrina, una filosofia, non facciamo cultura, noi convertiamo. Quindi, quando vado a fare la lezione di catechismo sono “voce” di uno che grida: Cambiate vita! Dobbiamo essere preoccupati che vivano la loro fede.

 

Conclusione

Giovanni Battista per essere stato “voce”, per aver gridato nel deserto e per aver detto: “Convertitevi e preparate la via del Signore”, sapete quale dono ha avuto? Due doni: il martirio, è morto testimoniando con la sua vita ciò che diceva; e il paradiso dove gode il premio che Dio gli ha preparato dall’eternità.

Siate voce, gridate, fatevi sentire e fatevi capire. Parlate sempre, di giorno e di notte, sempre! Ripetete sempre il pensiero di Dio, e quando qualcuno si offende dite: Non sono parole mie, è Dio che l’ha detto, prenditela con lui.

Quando si è voce si ha il coraggio di parlare nel nome di Dio; quando invece si vuol parlare nel proprio nome allora non si è capaci né di parlare, né di fare.

L’annunzio che rimane annunzio, non è parola di Dio che salva. L’annunzio deve trasformarsi in conversione. Un annunzio che non diventa cambiamento di vita, non è annunzio.

Andate per il mondo intero e annunziate il mio vangelo a tutte le creature, perché coloro che crederanno si salveranno, ha detto Gesù.

Beati voi se farete questo, sarete veramente autentici catechisti.

Come augurio vi dico: siate come Giovanni Battista, coraggiosi, loquaci, affrontate tutte le difficoltà avendo la certezza che Dio è con voi, perché Dio ha bisogno di voi.