Gesù, Maestro mio – Mt 10, 24-33

Mt 10, 24-33 – Annunciare agli altri la Parola di Dio senza alcun timore

Mt 10, 24-33 – L’anima è giustificata in misura della uniformità della propria volontà a quella di Dio

da un’0melia di P. Francesco Chimienti O.M.

Gesù

NOSTRO MODELLO

(Mt 10, 24-33)

  1. Per un discepolo è sufficiente essere come il maestro

         “Un discepolo non è da più del maestro, né un servo è da più del suo padrone; è sufficiente per il discepolo essere come il suo maestro” (Mt 10, 24-25).

Gesù si presenta come Maestro e come Signore, e noi dinanzi a lui siamo discepoli e servi.

Quando noi saremo come il Cristo, avremo soltanto il sei, la sufficienza. Dovremmo essere superiori al Cristo come discepoli e come servi, per superare la sufficienza!!! Ecco perché Gesù disse: Quando avrete fatto tutto, dovete dire che siete servi inutili. Se avrete fatto tutto quello che farò io – e chi di noi ha fatto o farà tutto quello che fa il Cristo? – non vi dirò che siete stati servi inutili, ma vi darò la sufficienza del vostro servizio.

Io mi sono sempre fermato sulla prima frase: “Un discepolo non è da più del suo maestro, né un servo da più del suo padrone”, e quindi dicevo: la sorte del Cristo sarà anche la mia sorte! Difatti Gesù dice: Se hanno detto che io sono invasato dal demonio, immaginate se non lo diranno pure di voi! Quindi con chi vi volete lamentare?

La parola che oggi mi ha colpito è questa: “è sufficiente!”.

Per un discepolo è sufficiente essere come il suo maestro!

Cristo si presenta a noi come modello, dobbiamo imitarlo! Quando arriveremo ad imitarlo in tutto e ad essere come è stato lui, allora avremo solo la sufficienza.

  1. Il discepolo sarà trattato come il suo Maestro, ma la sua ricompensa sarà grande

Mi piacciono tanto queste parole di fiducia che ha detto Gesù: Figli miei, non li temete! Andate e annunziate, “poiché non v’è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato. Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio predicatelo sui tetti. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l’anima e il corpo nella Geenna. Due passeri non si vendono per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!”    (Mt 10, 26-31).

Gesù ci dice: Siate miei discepoli, siate miei servi! Vi tratteranno male, perché se hanno trattato male me tratteranno male anche voi, però non abbiate paura, abbiate fiducia, fate come io vi ho detto e poi vedrete che la ricompensa sarà immensa. Gli uomini possono arrivare fino ad un certo punto: fino ad uccidere il corpo, ma non l’anima. L’anima dipende da Dio. Non dobbiamo perciò temere gli uomini, ma Dio. E agli occhi di Dio noi valiamo più dei passeri di cui il Padre ha cura.

 

  1. Il discepolo di Gesù sarà da lui riconosciuto dinanzi al Padre

         “Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli” (Mt 10, 32).

Quando noi andremo dinanzi al tribunale di Dio, avremo due testimoni: uno è l’Accusatore, il Nemico – come dice san Giovanni nell’Apocalisse – che ci accuserà dinanzi a Dio; l’altro è Gesù che ci difenderà.

Il diavolo, “l’Adversarius”, con cui andate a braccetto di tanto in tanto, non fa altro che accusarci, anche ingiustamente. Ma alla destra di Dio starà il Cristo che ci dirà: No, questi ha parlato nel mio nome, lo difendo io!

E le cause che difende il Cristo sono tutte cause vinte!