Da Te Signore proviene ogni bene! – Lc 10, 38-42

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

IL VALORE DELL’AZIONE E DELLA PREGHIERA

SECONDO IL PENSIERO DEL CRISTO

(Lc 10, 38-42)

Le parole che oggi mi hanno colpito, e sulle quali mi fermerò, sono queste: “Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille che mi aiuti” (Lc 10, 40). Mi hanno colpito perché oggi, alla distanza di duemila anni dalla venuta di Cristo sulla terra, ancora pensiamo come pensava Marta e non come Maria, ma soprattutto come pensa Gesù.

 

I. i due atteggiamenti degli uomini nel servizio di Gesù

 I due atteggiamenti degli uomini nel servizio del Cristo sono rappresentati dagli atteggiamenti delle due donne: Maria e Marta.

 

  1. C’è chi consacra a Dio il suo tempo, consumandolo prevalentemente nella preghiera

 Ci sono dei cristiani praticanti, delle suore, delle anime consacrate, dei religiosi che consacrano a Dio il loro tempo prevalentemente nella preghiera.

Dice il vangelo: “Maria, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola” (Lc 10, 39). Questo è il primo atteggiamento che esiste nella Chiesa.

  1. C’è chi consacra a Dio il suo tempo, consumandolo prevalentemente nel servizio dei fratelli

 Dice il vangelo: “Marta era tutta presa dai molti servizi” (Lc 10, 40). Questo è il secondo atteggiamento che esiste nella Chiesa.

Meditando su questo passo del vangelo, non dobbiamo parlare più di Marta e Maria, ma di me e di voi, che viviamo la vita cristiana oggi, e che ora interroghiamo il Cristo e lo ascoltiamo. Dobbiamo metterci in questo passo non come ascoltatori, ma come attori. Noi apparteniamo a una di queste due categorie: o consacriamo a Dio il nostro tempo nella preghiera, o consacriamo a Dio il nostro tempo nel servizio dei fratelli.

Qual è l’osservazione di Gesù e qual è la mia osservazione? Marta serviva Dio preparando il pranzo; Maria serviva Dio ascoltando Gesù e parlandogli, cioè pregando, infatti la preghiera è dialogo con Dio. Tutte e due facevano bene.

C’è chi serve Dio direttamente, ascoltandolo e parlando con lui, e chi serve Dio indirettamente, cioè nel servizio ai fratelli, intendendo così servire Dio. Tutti e due fanno bene.

Vorrei che vi metteste in testa che Marta non ha fatto male a preparare il pasto a Gesù e che Maria non ha fatto male ad ascoltare Gesù, non preoccupandosi di preparare il pranzo.

 

II. che cosa pensano gli uomini prevalentemente dediti all’azione degli uomini che si dedicano prevalentemente alla contemplazione

Quello che vi dirò non riguarda tutti, perché ho sentito moltissimi religiosi dire, di chi si dedica prevalentemente alla contemplazione, che sciupa il tempo. Voi mi avete parlato di qualche parroco che, vedendovi dinanzi a Gesù Sacramentato vi ha detto: Perché stai a pregare, c’è tanta gente che deve essere salvata. Vieni a lavorare nel campo di Dio!

Voi mi avete chiesto: Chi ha ragione, voi che dite che, oltre a fare catechismo, bisogna pregare senza tralasciare la visita a Gesù Sacramentato, la meditazione, il rosario, o il mio parroco che dice: Lascia la preghiera e vieni a lavorare?

Oggi vi dico, a questo proposito, il pensiero di Gesù.

Molti uomini di Chiesa hanno questa concezione, quindi non vi meravigliate quando la manifestano. Sappiate che noi dobbiamo cambiare la nostra mentalità e adeguarla a quella del vangelo, perché Gesù non cambierà la sua mentalità per adeguarla alla nostra. Il Signore ci ha fatto capire che la preghiera è necessaria, perché mancando la preghiera alla pianta spirituale viene a mancare l’acqua, e quando manca l’acqua manca tutto; la pianta non si può sviluppare e secca.

Dice san Paolo: “Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere. Ora né chi pianta né chi irriga è qualcosa, ma Dio che fa crescere” (1 Cor 3, 6-7).

Attualmente, dopo duemila anni di cristianesimo, ci sono ancora quelli che pensano come Marta, che disse a Gesù: “Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti” (Lc 10, 40).

Essendoci molto da fare, le contemplative dovrebbero lasciare o interrompere o abbreviare la contemplazione per aiutare coloro che si dedicano all’azione.

Marta voleva che Maria interrompesse il dialogo con Gesù o lo abbreviasse per aiutarla a preparare il pranzo.

 

  1. Tanti uomini di Chiesa si lamentano, nella loro preghiera, con Dio e con gli uomini sempre di due cose:

  •  Che sono poche le anime che si dedicano all’azione

“Mia sorella mi ha lasciata sola a servire” (Lc 10, 40).

Io vorrei che leggeste quella pagina meravigliosa di san Gregorio Magno, che sta nell’Ufficio delle Letture, nel giorno della sua festa.

San Gregorio Magno afferma che non è vero che i sacerdoti e gli apostoli sono pochi nella Chiesa, sono molti; ma sono pochi quelli che si interessano di Dio e delle anime. Infatti c’è chi si interessa della pesca, della caccia, della sociologia, della pedagogia, dell’acquedotto e della fognatura, ma pochi si interessano di Dio e delle anime.

 

  • Che le anime contemplative non interrompono la loro contemplazione per aiutarli

“Signore, dille dunque che mi aiuti” (Lc 10, 40).

Non vanno alla ricerca di altre vocazioni, ma vanno dalle anime che pregano e dicono di interrompere la loro contemplazione, di diminuire la preghiera per aiutarli nell’azione apostolica.

 

  1. Che cosa vorrebbero

    Vorrebbero che ci fossero più anime a dedicarsi all’azione apostolica.

 Vorrebbero che anche le anime contemplative lasciassero la contemplazione per dedicarsi all’azione apostolica in quanto, secondo loro, l’azione apostolica è più impellente ed è più necessaria della contemplazione.

 

 

III. che cosa pensa il Cristo dei due atteggiamenti degli uomini nel suo servizio

 

Il Cristo ci dice che tutti e due fanno bene, mentre gli uomini affermano che ci deve essere più azione e meno contemplazione.

  1. Dice Gesù: “Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose” (Lc 10, 41).

“Ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta” (Lc 10, 41-42).

 

La risposta di Gesù è questa: Voglio sì l’azione apostolica, ma non voglio né la preoccupazione né l’agitazione.

Volete darvi all’azione apostolica? Datevi all’azione apostolica, però non voglio la preoccupazione, perché chi è preoccupato della salvezza delle anime non siete voi ma sono io, il generale di corpo di armata, il Re dei re, il Signore dei signori, il Salvatore del mondo, il Mediatore tra Dio e gli uomini. Noi siamo solo strumenti nelle sue mani. Chi deve essere preoccupato della salvezza delle anime è il Cristo, al quale il Padre ha affidato la salvezza del mondo, ed egli l’ha salvato per mezzo della sua morte in croce, e adesso lo salva attraverso l’azione apostolica della sua Chiesa.

 

San Francesco di Paola è stato l’uomo più apostolico del secolo XV. Egli è nato nel 1416 ed è morto nel 1507, quindi è vissuto per novantuno anni, per circa un secolo.

Egli è stato l’uomo più apostolico di quel secolo, perché la sua azione apostolica travolgente è stata sempre fecondata dalla contemplazione, dalla preghiera e dall’unione con Dio. Bastava che san Francesco uscisse dalla grotta per mezz’ora e in mezz’ora, avvicinando gli uomini, faceva ciò che io in tutta la mia vita sacerdotale non ho fatto ancora. Egli era pieno di Dio e dava Dio, era pieno della benedizione di Dio e portava le benedizioni di Dio agli altri. Non ha mai confidato nella sua parola, nella sua azione, ha sempre confidato nella Parola di Dio e nell’azione travolgente di Dio, convinto che Dio doveva convertire, per cui egli pregava e faceva penitenza per avere quelle conversioni.

San Francesco di Paola ha fatto l’azione apostolica, ma non si è preoccupato, né si è agitato per l’apostolato. Non bisogna preoccuparsi né agitarsi per l’apostolato, perché la salvezza delle anime non dipende dalle azioni degli uomini ma da Dio.

L’agitazione non è segno di fede e di fiducia in Dio, dal quale dipende tutto.

Chi si agita dimostra di aver fiducia nei suoi mezzi e in se stesso. Ecco perché si moltiplicano i mezzi di comunicazione e la stampa. Sappiate che non è l’altoparlante, la stampa, né la moltiplicazione dei pani che converte le anime.

È inutile agitarsi, dice il Signore. Va’ a dormire, che al resto ci penso io.

            Allora in sintesi il pensiero di Gesù è questo:

 L’ascolto della Parola di Dio e la preghiera propriamente detta è la sola cosa di cui c’è bisogno

La preghiera è dialogo con Dio. Se fosse solo Dio a parlare a noi sarebbe monologo, così se fossimo solo noi a parlare a Dio sarebbe monologo; invece deve essere dialogo.

La preghiera comprende gli esercizi spirituali, il ritiro, la meditazione, la lettura spirituale e la preghiera propriamente detta, cioè la preghiera di adorazione, di ringraziamento, di petizione e di propiziazione.

Dice Gesù: La preghiera è la sola di cui sulla terra c’è bisogno! Senza la preghiera non si può vivere spiritualmente. La preghiera è necessaria. La preghiera è l’ossigeno dell’anima nostra; è come l’acqua per i pesci o le ali per gli uccelli. Il pesce non può vivere fuori dell’acqua e l’uccello non può volare se non ha le ali; così l’anima, se non prega muore spiritualmente, e di conseguenza non potrà mai salvare un’altra anima.

 

La preghiera è la sola cosa di cui c’è bisogno.

La preghiera è la parte migliore

Di tutte le azioni che noi facciamo qui sulla terra, la preghiera è l’azione migliore.

L’ha detto Gesù: è la sola cosa di cui c’è bisogno ed è la parte migliore (Lc 10, 41-42). È chiaro che noi compiamo tante azioni, però l’azione migliore della giornata è la preghiera.

La preghiera è la parte che non sarà mai tolta all’uomo

Con l’azione si può non salvare il fratello, mentre con la preghiera si salverà sempre il fratello, perché c’è l’intervento di Dio, il quale è un Dio che salva. Il nostro Dio, dice il profeta Isaia, è un Dio che salva (cfr. Is 12, 2).

Se c’è da posporre una cosa nella nostra vita, bisogna posporre l’azione. Se c’è da anteporre una cosa, bisogna anteporre la preghiera.

Se c’è da abbreviare o lasciare una cosa, bisogna abbreviare o lasciare l’azione, ma non la preghiera, la contemplazione.

 

conclusione

  1.   L’azione apostolica ha un valore provvisorio, contingente, limitato, sostituibile nel campo dell’apostolato.
  1. Nel campo apostolico la preghiera ha un valore assoluto, permanente, che dura per tutta la vita, illimitato, che va aldilà dei confini della nostra casa, della nostra parrocchia, della nostra diocesi, della nostra nazione , del nostro continente, insostituibile.
  1. Sappiate scegliere il necessario, il migliore nella vostra vita, sappiate mettere al proprio posto ogni cosa: prima la preghiera e poi l’azione impregnata di preghiera.

Nella vostra giornata mettete prima la preghiera e poi l’azione, impregnata di preghiera.

Fatevi l’esame di coscienza e, se state a posto continuate e moltiplicate la preghiera; se non state a posto, correggete la vostra impostazione, perché chi sbaglia non è Gesù ma siete voi, che senza la preghiera nell’apostolato farete chiasso, suonerete i tamburi, farete sentire anche la vostra voce attraverso gli altoparlanti, ma le anime non le salverete (cfr. 1 Cor 13, 1).

Le anime saranno salvate da coloro che pregano e che vivono in ginocchio, come ha fatto san Francesco di Paola.