Mc 4, 26-34 – Chi salva il mondo è Dio, non l’uomo
Mc 4,26-34 – L’annunciatore ha solo il compito di seminare la Parola
da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.
LE CONDIZIONI
PERCHÉ IL SEME DELLA PAROLA DI DIO
FRUTTIFICHI CENTUPLICATAMENTE
(Mc 4, 26-28)
Le condizioni perché il seme fruttifichi sono due: fede nella Parola e docilità nell’esecuzione.
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Fede nella Parola
“Gesù diceva: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga»” (Mc 4, 26-28).
La prima condizione perché il seme fruttifichi è la fede.
Vi voglio dire una cosa, che dovete mettervi nella testa come un chiodo fisso, perché mi dovete capire e soprattutto dovete capire Gesù: la fede non è logica. Non c’è un prima e un poi, una causa ed un effetto. La fede non è matematica: 4+4=8; la fede è adesione alla Parola che mi è stata data e mi è stata detta. Se esiste un perché, il perché è solo questo: l’ha detto Dio, e basta.
Vi porto un esempio preso dal vangelo. Una ragazza sta male, molto male, sta per morire; il padre va da Gesù e gli dice:- Mia figlia sta male, vieni, guariscila!
– Verrò e la guarirò.
Questa è la logica: sta malata la mamma, vado dal dottore, il quale dice: verrò e la guarirò. Viene, la guarda, la osserva: tiene questo male, prendi questa medicina. La mamma la prende e guarisce.
È logica: causa ed effetto.
Lungo la strada arrivano degli uomini, chiamano in disparte il padre di questa figliola e gli dicono: Non disturbare il Maestro, perché tua figlia è morta.
Quando una persona muore, non ha più bisogno del dottore, ha bisogno dei becchini. Questa è la logica.
L’uomo, nella disperazione del dolore, era andato da Gesù come guaritore, non come donatore della vita, per cui ora dice: Maestro è inutile che ora andiamo a casa, mia figlia è morta. Questa è la logica.
Ecco che si cambiano le carte in tavola. Gesù dice: Tua figlia non è morta, dorme! Tu continua ad avere fede. Qui non c’è più la logica. La fede è adesione alla Parola. Mi hai detto che dorme, ma umanamente parlando, secondo la logica, tu mi hai ingannato, perché chi muore non dorme; ma poiché lo dici tu io ci credo.
Questa non è più logica, è fede: credo alla parola che tu hai detto.
Tutti si sono accorti che è morta, anche il dottore di famiglia ha constatato che è morta, per cui tutti deridono Gesù. Nella fede tutti ci deridono. Ma Gesù dice: Tu continua ad avere fede, non ti ho detto che dorme e non è morta?
Ti credo! Cosa farai non lo so; tu hai detto che dorme, si sveglierà, ti credo!
Gesù caccia via tutti, soprattutto coloro che non credevano, entra dentro: “Talità kum”, figliola, te lo dico io, alzati! L’ha risuscitata! Questa è la fede. Non c’è logica, non c’è relazione di causa ed effetto.
Pensate all’Eucaristia! Io prendo un pezzo di pane e dico: “Questo è il mio corpo”. Pane era prima e pane è dopo. Prendo il vino e dico: “Questo è il mio sangue”; vino era prima e vino è dopo. C’è una relazione tra causa ed effetto? No.
Perché sto in ginocchio? Perché adoro? Perché dico: Gesù mio misericordia? Perché credo in quella parola, non perché vedo; non c’è la logica dei sensi, né dell’intelletto, né della volontà, né del cuore. Credo perché tu l’hai detto. Questa è la fede.
Occorre aver fede, fede nella Parola.
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Docilità nell’esecuzione
Credere ed essere docili!
“Quelli che ricevono il seme sul terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola, l’accolgono e portano frutto, nella misura chi del trenta, chi del quaranta, chi del sessanta, chi del cento per uno” (Mc 4, 20).
L’ascoltano, l’accolgono e portano frutto! Ecco che cosa significa la docilità.
Docilità significa che devi eseguire, anche se non capisci niente. Non puoi dire: prima capisco, e dopo che ho capito faccio.
Figlia mia, devi dire: poiché l’hai detto tu, lo farò. Non perché io l’ho capito, ma perché tu l’hai detto!
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Il rendimento è diverso
Voi dite: Padre, perchè Gesù nel vangelo dice: alcuni hanno prodotto il trenta, altri il sessanta, altri il novanta, altri il cento per uno?
Le ragioni sono molte. Una prima ragione è questa: non tutti ce la mettono tutta. Accolgono la parola, sono docili, ma la loro docilità non è al massimo della perfezione. Il Signore si accontenta? Sì, si accontenta sempre.
Il rendimento è diverso, alcune volte perché veramente noi non stiamo nel massimo del rendimento; altre volte, voi lo sapete, dipende dal recipiente. Se io ho un recipiente di mezzo litro, non potrò mai dare un litro di acqua; questo ho ricevuto e questo do.
Dio veramente mi ha dato molto di più, ma questo ho potuto recepire, ho potuto raccogliere, e questo io do.
conclusione
Vi ripeto quali sono le condizioni perché il seme fruttifichi: fede e docilità nell’esecuzione.
Due cose dovete chiedere nella vostra preghiera: la fede e la docilità. Se crederete veramente alla Parola di Dio che leggete ogni mattina, porterete frutto. Se crederete e metterete in pratica questa Parola, veramente il vostro frutto rimarrà nel tempo e nell’eternità.