Dio mio, tu non mi abbandoni, mai! – At 16, 22-34 – Gv 16, 5-11

Gv 16, 5-11 – Gesù promette e manda lo Spirito Santo

Gv 16, 5-11 – La necessità della morte

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

L’APOSTOLO è PERSEGUITATO,

MA DIO NON LO ABBANDONA

(At  16, 16-40)

  1. Paolo fu perseguitato per aver liberato una schiava dal demonio

 L’episodio  è questo: a Filippi c’era una famiglia nobile, influentissima nella cittadina, che aveva una schiava che possedeva lo spirito di divinazione: indovinava il futuro. La gente, ieri ed oggi va da queste donne, si fa indovinare il futuro e le paga. I soldi non andavano alla schiava, perché la schiava non poteva possedere niente, era una cosa dei padroni, andavano ai padroni, i quali si arricchivano.

Quando sono arrivati Paolo e Sila sono andati nella sinagoga a pregare, poi hanno predicato. Questa donna fu presa dallo spirito di divinazione, che è spirito del diavolo, il quale il futuro non lo conosce, ma essendo puro spirito lo intuisce; però alcune volte indovina, altre volte non indovina. La stessa cosa è adesso, per cui o vi imbrogliano o hanno lo spirito di divinazione, lo spirito del diavolo; perciò la divinazione è proibita dalla Chiesa.

Questa donna andava dietro a Paolo e gridava: Questi sono gli apostoli di Gesù Cristo. Manifestava a tutti chi erano. San Paolo un giorno se ne andò di testa, si voltò e disse al demonio: “Nel nome di Gesù Cristo ti ordino di uscire da questa donna” (At  16, 18). Il demonio uscì, e questa donna divenne come tutte le altre; senza lo spirito del diavolo, non indovinava più. I padroni, che non potevano più fare soldi, presero Paolo e Sila e li portarono dinanzi ai magistrati accusandoli di essere dei rivoluzionari, quindi meritevoli di essere puniti e cacciati dalla città. I giudici presero Paolo e Sila, li fecero bastonare, li misero in prigione senza processo, e dissero al carceriere di fare buona guardia. Furono perciò portati nella cella più remota, quella di sicurezza, e furono legati mani e piedi. Con tutte le piaghe che avevano, la notte si misero a cantare e a pregare, e i carcerati li ascoltavano. Mentre pregavano venne un terremoto così forte che spezzò le catene di tutti i prigionieri e tutte le porte si aprirono, quindi potevano scappare.

Il guardiano, che stava di casa lì, si svegliò a causa del terremoto, si alzò e quando vide tutte le porte aperte, prese la spada per ammazzarsi. San Paolo se ne accorse e gridò: Fermo, stiamo qui, non ce ne scappiamo, non abbiamo fatto male a nessuno, stiamo qui per amore di Gesù Cristo.

Questo uomo, vedendo che cantavano, pregavano e non se ne scappavano, disse: “«Cosa devo fare per essere salvato?». Risposero: «Credi nel Signore Gesù Cristo e sarai salvato tu e la tua famiglia»” (At  16, 30-31). Allora li prese, li portò sopra e li fece parlare; accettarono il suo vangelo e furono tutti battezzati. Poi li pulirono, lavarono loro le piaghe, perché erano stati flagellati con tanti colpi – gli Ebrei contavano fino a 39 colpi, mentre i Romani non li contavano proprio – prepararono una bella cena e mangiarono tutti, contenti e felici. Poi si rimisero in carcere.

All’indomani arrivarono le guardie per dire che potevano uscire, erano liberi. Ma san Paolo disse:- No, voi ci avete messo in carcere senza processo e noi dal carcere non usciamo, perché siamo cittadini romani. Avete commesso due mancanze: primo ci avete condannati e messi in carcere senza processo, senza sapere se avevamo o non avevamo commesso un delitto; secondo avete bastonato due cittadini romani. Vogliamo qui chi ci ha condannato, lui deve venire a dirci: siete liberi, e deve chiederci scusa perché ha commesso un’ingiustizia nei nostri riguardi. Questo povero magistrato dovette andare in carcere e dire: Siete liberi, vi chiedo scusa! Altrimenti sarebbe stato processato lui, secondo il diritto romano.

Lasciamo il carcere e andiamo a casa di Lidia, dove i cristiani convertiti si riunivano per celebrare l’Eucaristia.

  1. Se il cristiano fa il cristiano, sarà perseguitato

 O che il cristiano sia insultato o maltrattato o malvisto è sempre un perseguitato. Sarete perseguitati per il mio nome, per il vangelo, ha detto Gesù, non perché avete fatto questo o quell’altro, ma perché avete parlato di Gesù Cristo e del vangelo.

Il vero cristiano però anche nella persecuzione continua a pregare e ad annunziare il vangelo, a battezzare e a compiere il suo dovere. Prima pregava e adesso prega; prima predicava e adesso predica; prima battezzava e adesso battezza, perché l’opera dell’evangelizzazione e della salvezza non è legata alla pace o alla persecuzione; o l’una o l’altra tutto serve a Dio  per convertire le anime. In altri termini se san Paolo non fosse andato in carcere ingiustamente, non avrebbe potuto salvare il capo dei carcerieri, né la sua famiglia perché vivevano nel carcere e non avrebbero mai potuto ascoltare la parola di Dio .

  1. Dio è sempre al fianco dei suoi figli

  “Io sono con voi, fino alla consumazione dei secoli” (Mt 28, 20).

Sono stati condannati ingiustamente, però un terremoto li ha liberati. Loro non sono voluti uscire dal carcere, però hanno chiamato il magistrato. Dio  è intervenuto in questo modo per far capire ai magistrati che erano innocenti e che l’accusa era falsa. Quindi Dio  interviene sempre.

Nella mia vita ho visto la stessa cosa. Sì, è vero, sono stato perseguitato, e le mie cose sono andate male o bene, secondo la giornata, come le vostre cose, ma posso dire che si chiude una finestra, ma si apre un portone. È vero che da una parte ti vogliono male, ma subito il Signore ti apre uno spiraglio di cielo, e c’è tanta gente che ti vuole bene. È vero che c’è gente che ti calunnia, ma c’è tanta gente che ti loda! È vero che c’è tanta gente che non ti guarda in faccia, ma c’è tanta altra gente che ti viene appresso! È vero che c’è tanta gente che ti odia, ma c’è anche altra gente che ti ama. In altri termini Dio  ci dà sempre la consolazione. Le parole di Gesù Cristo si sono sempre avverate: da una parte piangi, ma dall’altra trovi tanto conforto che vale la pena di continuare a vivere e a seguire Cristo.

conclusione

Le parole di Gesù si avverano: sarete perseguitati nel mio nome, però non vi lascerò soli, sarò sempre con voi. L’innocenza appare sempre!

Quando ero giovane mi arrabbiavo quando dicevano una cosa per un’altra e mi giustificavo. Adesso non ci penso neppure e non dico più niente. Arriverà il giorno in cui saranno loro stessi, com’è successo per questi magistrati, che verranno a dirmi:- Padre, ho sbagliato, vi chiedo perdono. E di queste soddisfazioni, fino ad oggi, il Signore me ne ha date tante, anzi vi posso assicurare che le anime che più mi amano sono quelle che più mi hanno odiato.

Una soddisfazione più grande di questa, il Signore non me la poteva dare. Ringraziamo Dio !