Signore, grazie, grazie, grazie – Gv 8, 1-11

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Gv 8, 1-11 – Gesù non è interessato a condannare il peccatore 11.4.2011

da un’omelia di P, Francesco Chimienti O.M.

GESU’

NON E’

VENUTO PER CONDANNARE

(Gv 8, 1-11)

 

Alla donna adultera che gli Ebrei portano a Gesù perché la condanni alla lapidazione, Gesù dice: “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più” (Gv 8, 11).

 

  1. Siamo tutti peccatori

C’è un uomo sulla terra che non ha peccato? No. Nessun uomo che sta sulla terra, o che è stato o che ci sarà, è esente dal peccato. Siamo tutti peccatori.

Possiamo accusare gli altri di peccato? No, perché se dobbiamo accusare qualcuno, questo qualcuno siamo noi.

Posso dire ad un altro: “Vatti a lavare”, se io sono sporco? Quello mi risponderà: “Vatti a lavare tu”.

Quindi non ti posso dire: Tu sei un peccatore, perché anch’io ho il mio peccato, e anch’io sono peccatore.

 

  1. C’è qualcuno che può accusare e condannare il peccatore?

Sì, ci sono tre persone che ci possono accusare. San Paolo ne indica due, io aggiungo la terza. Il primo è Dio, che è Santo; il secondo che ci può accusare è Gesù Cristo, perché è Santo; la terza creatura che ci potrebbe accusare e condannare sarebbe la Madonna, perché è Santa.

Disse Gesù: Chi è senza peccato, può condannare questa donna. Quindi soltanto Dio, Gesù e la Madonna ci possono condannare.

Ma Dio ci condanna? No, ha mandato il suo Figlio sulla terra per salvarci, immaginate se ci può condannare.

Gesù ci condanna? No, è venuto proprio per questo motivo; si è messo in croce per salvarci.

La Madonna ci condanna? No, è mamma, e le mamme non hanno mai condannato i propri figli.

Ecco perché Gesù dice: Donna, ti ha condannato nessuno? No! Io ti potrei condannare, ma non ti condanno nemmeno io. Va’ in pace, però non peccare più.

 

conclusione

Gesù non è venuto per condannare. Questo io lo dico a tutti, e prima di tutto lo dico a me.

Sentite: siamo veramente dei grandi disgraziati tutti quanti, siamo dei grandi peccatori; perché essere disgraziati, dinanzi a Dio, significa essere peccatori. Lo siamo tutti, sia chi tiene le mani pulite, sia chi non le tiene. Alcuni infatti dicono di avere le mani pulite. Macché mani pulite, siamo tutti dei disgraziati dinanzi a Dio, incominciando da me, per primo!

Diceva giustamente san Paolo: Abbiamo un Dio che è infinito nella sua misericordia, andiamo da lui e lui aprirà le sue braccia, ci abbraccerà, ci bacerà, ci porterà nella sua pace e nella sua gioia. Non abbiate paura perché avete peccato; abbiate paura di rimanere nel peccato, perché Dio non ci condanna, né Gesù ci condanna, né la Madonna. Sono pronti per salvarci.

 

 

 

 

 

Una risposta a “Signore, grazie, grazie, grazie – Gv 8, 1-11”

  1. L’episodio dell’adultera da sempre mi spinge alla riflessione e ogni volta rimango basito dalla superbia degli uomini che nella maggior parte dei casi si sentono sempre superiori al punto di giudicare pur sapendo che loro per primi sono peccatori.
    Ciò detto dal profondo del cuore mi piacerebbe che un po’ tutti si facessero l’esame di coscienza e come gli Ebrei esortati a riflettere sul peccato non scagliarono la loro pietra, così gli uomini di oggi vorrei che pensassero prima a giudicare il proprio operato e dopo eventualmente a guardarsi intorno. Ovvero che ognuno pensasse a dedicarsi agli altri piuttosto che giudicarli e puntare il dito, che tendessero la mano in forma di aiuto piuttosto che ignorare l’altro. Se ogni uomo imparasse ad avere rispetto dei propri simili renderebbe felice il Dio che ha sacrificato il Fuo figlio per noi.
    L’uomo dovrebbe apprezzare la misericordia di Dio e sfruttare il tempo di quaresima per riflettere e digiunare, digiunare non in senso lato ma offrire le rinunce a 360 gradi nella quotidianità che rendono felice Dio.

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