Mio Signore, ascolta il mio silenzio – At 2, 14.22-33 – Mt 28, 8-15

Mt 28, 8-15 – L’annuncio della risurrezione affidato alle donne – 25.4.2011

Mt 28, 8-15 – L’annuncio della risurrezione – 2012

Mt 28, 8-15 – La risurrezione di Gesù è un fatto di fede che deve essere annunziato – 2013

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca, 02.04.1991

IL SIGNIFICATO DELLA CROCIFISSIONE

E DELLA RISURREZIONE DI Gesù

 E LE CONSEGUENZE PER NOI

(At 2, 14. 23-24. 36-38)

In questa omelia posso parlarvi del significato della Crocifissione e della Risurrezione di Gesù e delle sue conseguenze, perché ce ne ha parlato san Pietro, ispirato dallo Spirito Santo, negli Atti degli Apostoli.

Io vi consiglio di leggere gli Atti degli Apostoli per vivere la vita della Chiesa, perché la vita della Chiesa di oggi deve essere vissuta così come l’hanno vissuta i primi cristiani, alla luce delle verità di fede che Gesù aveva consegnato loro e che gli apostoli avevano ripetuto e chiarito.

I. il significato della crocifissione: il nostro peccato ha crocifisso Gesù

 

Della crocifissione di Gesù responsabili siamo noi, tutti gli uomini. Ve lo dico con le parole di san Pietro, quindi con le parole di Dio : “Vi sia ben noto questo e fate attenzione alle mie parole” (At 2, 14).

San Pietro attira l’attenzione dell’uditorio, perché deve dire una verità che deve servire per tutta la vita. Anch’io, dovendo ripetere il pensiero di san Pietro, vi invito a fare attenzione, perché dovete prima capire con l’intelligenza, poi volere con la volontà.

  1. Il Padre ha lasciato Gesù in balia degli uomini

 

“Gesù di Nazaret, vero Dio e vero uomo, fu consegnato a voi”         (At 2, 23).

Coloro che ascoltavano san Pietro non avevano avuto niente a che fare con la crocifissione di Gesù, però san Pietro dice: Gesù di Nazaret fu consegnato a voi.

Dio infatti ha detto agli uomini: Ecco consegno il mio Figlio nelle vostre mani, fate di lui quello che volete! E ce lo ha consegnato per circa quindici ore. Dio si aspettava che ci mettessimo in ginocchio e lo adorassimo, lo ringraziassimo per tutti i doni che ci aveva fatto, gli chiedessimo perdono dei nostri peccati e gli chiedessimo le grazie di cui avevamo bisogno; invece non abbiamo fatto nulla di tutto questo.

            La consegna del Cristo nelle nostre mani è avvenuta nel Getsemani. Dopo aver agonizzato e pregato il Padre, Gesù sveglia gli apostoli, perché un centinaio di soldati è arrivato con spade, bastoni e fiaccole accese per catturarlo, e dice:- Chi cercate? (Cfr. Mt 26, 46-47).

Giuda, pensando che le guardie potessero scambiare il Maestro per un apostolo, aveva detto loro: Quello che bacerò è lui, prendetelo. Ma Gesù non aveva bisogno del tradimento dell’apostolo Giuda, per farsi riconoscere; egli stesso va loro incontro con Pietro, Giacomo e Giovanni e dice:- Chi cercate? Gli rispondono:- Gesù di Nazaret.

Gesù si manifesta come Figlio di Dio perché quando dice:- Sono io!, tutti cadono bocconi per terra. Quindi Gesù poteva fare quello che aveva già fatto sia a Nazaret sia a Gerusalemme, nel tempio. Poteva lasciarli con un palmo di naso e andarsene, invece non se ne va; li fa alzare e si fa catturare.

Giuda, vendendo il Maestro per trenta monete di argento, aveva forse pensato: Io guadagnerò trenta monete di argento, ma il Maestro riuscirà a liberarsi dalle loro mani come è avvenuto le altre volte. Però Gesù non se ne scappa. E Pietro, vedendo che non si libera da solo, esce la spada e taglia l’orecchio al servitore del sommo sacerdote Malco; ma Gesù fa l’ultimo miracolo: prende l’orecchio e lo rimette a posto e poi dice:- Pietro, metti la spada nel fodero perché, ricordati, nella mia dottrina non esiste la violenza, perché chi di spada ferisce di spada perisce. Sappi che io vado incontro alla morte di croce perché lo voglio io, non perché lo vogliono loro. Se io chiedessi al Padre di liberarmi dalle loro mani, il Padre mi manderebbe più di dodici legioni di Angeli, cioè circa centottantamila Angeli. Ma questa è l’ora delle tenebre, questa è la loro ora, perché si devono adempiere le Scritture. Da questo momento Gesù, Figlio di Dio , si mette come uomo nelle mani degli uomini e dice: Fate di me quello che volete! Ecco perché Pietro, che era stato nell’orto del Getsemani, dice:- Gesù di Nazaret fu consegnato a voi!

  1. Gli uomini lo hanno condannato alla morte di croce e lo hanno ucciso

 

“Voi l’avete inchiodato sulla croce e l’avete ucciso” (At 2, 23).

Gesù non è morto di morte naturale, ma di morte violenta. Egli naturalmente non doveva morire a trentatre anni. È morto di morte violenta, quindi è stato ucciso dagli uomini, è stato inchiodato sulla croce dagli uomini. Infatti san Pietro dice ai suoi uditori:- Voi l’avete ucciso!, anche se questi uomini non c’entravano proprio per niente con l’esecuzione materiale della morte del Cristo.

  1. Gli uomini uccidono Gesù con il peccato

 

San Pietro ribadisce:- L’avete ucciso voi “ per mano degli empi”, lo avete inchiodato voi! Ecco la grande verità che annunzia san Pietro: il Cristo è stato crocifisso da noi uomini, è stato ucciso da noi uomini.

Queste parole sono tremende; sono state dette con una chiarezza e con una spietatezza che dovevano suscitare una rivoluzione e che potevano costare la vita a san Pietro.

Nella lettera agli Ebrei è scritto: “I peccatori per loro conto crocifiggono nuovamente il Cristo e lo espongono all’infamia” (Eb 6, 6).

San Pietro dice: Voi l’avete crocifisso, voi l’avete ucciso. Vi siete serviti dei Romani, ma voi l’avete ucciso!

            A chi si riferisce san Pietro, dicendo: “Voi”? A tutti coloro che peccano, perché non solo mettono in croce il Cristo e l’uccidono, ma lo espongono ad ogni infamia. Col peccato schiaffeggiamo Gesù, lo bendiamo, lo scherniamo, lo sputiamo, lo flagelliamo, lo incoroniamo di spine.

Non fate distinzione tra peccato mortale e peccato veniale, perché anche col peccato veniale esponiamo il Cristo all’ignominia. Se tu hai peccato nella tua vita, se oggi pecchi e se peccherai, ricordati che il Cristo è stato consegnato nelle tue mani e tu lo hai inchiodato in croce e lo hai ucciso. Non trovare la scusa che l’hanno ucciso questi o quelli, l’hai ucciso tu! Tu l’hai messo in croce e tu l’hai esposto ad ogni ignominia.

II. Il significato della risurrezione di Gesù: è la rivincita di Dio

 

Quando san Pietro parlava, Gesù era ormai morto, risorto e gli apostoli avevano ricevuto lo Spirito Santo. Egli dice: “Sappia con certezza tutta la casa di Israele” (At 2, 36).

Anche questa volta san Pietro, prima di parlare della risurrezione di Gesù, attira l’attenzione dell’uditorio, perché deve dire delle verità importanti:

  1. “Quel Gesù che voi avete crocifisso, Dio lo ha risuscitato” (At 2, 24)

 

Questa è la rivincita di Dio !

            San Paolo dice che Gesù, nell’orto del Getsemani, aveva pregato il Padre con gemiti inesprimibili e con alte grida e lacrime, e che “Dio lo aveva esaudito per la sua pietà” (Eb 5, 7).

Come ha fatto Dio ad esaudirlo, se è morto? Se però l’avesse liberato da quella morte, Gesù sarebbe morto un’altra volta, come è capitato a Lazzaro. Invece Dio lo ha esaudito concedendogli la risurrezione, cioè la vittoria definitiva ed eterna sulla morte.

Dio Padre ha detto al Figlio: Non ti darò la possibilità di sfuggire dalle mani dei tuoi nemici, degli empi, quindi dei peccatori, ma ti darò la rivincita delle rivincite, la vittoria delle vittorie, la vittoria definitiva sulla morte, e lascerai con un palmo di naso tutti i tuoi avversari.

Il salmo 2 ci parla degli uomini che decidono la morte del Cristo, ma Dio ride di loro, li schernisce, li fa tremare, li fa fuggire dinanzi a sé, mentre elegge il suo Cristo re eterno e supremo dell’universo e di tutti gli uomini.

Dice san Pietro: Quel Gesù che voi avete crocifisso, Dio lo ha risuscitato! Lo avete visto come vero uomo; adesso lo vedrete come vero Dio . Il Cristo risorto non è più il Cristo che fa cadere per terra i suoi avversari, è il Cristo che vince definitivamente la morte e sconfigge definitivamente i suoi avversari. Nessuno più avrà potere su di lui. Chi adesso volesse prenderlo, schiaffeggiare, beffeggiare, potrà farlo solo nei suoi fratelli, non potrà più farlo a lui, perché ha vinto definitivamente la morte. La risurrezione è la vittoria definitiva di Dio .

            Gli apostoli hanno detto tante cose nella loro predicazione, ma ciò che dicevano sempre era che Gesù, il Figlio di Dio , è morto in croce per te e Dio lo ha risuscitato per te. Con queste parole intendevano dire che c’è una vita sulla terra e c’è una vita nell’aldilà.

La bella notizia, la lieta notizia, è che il Cristo è morto, ma è risuscitato. Ecco perché san Pietro, per sottolineare queste verità, diceva: Fate bene attenzione! Vi sia ben noto! Sappia con certezza la casa d’Israele che il Cristo che avete ucciso è risuscitato e di questo ne siamo testimoni noi. Non vi raccontiamo delle favole, perché l’abbiamo visto noi con i nostri occhi, abbiamo mangiato e bevuto con lui, dopo la sua risurrezione.

Gesù Risorto non aveva bisogno di mangiare, ma san Giovanni, per far capire che il Risorto era veramente colui che era stato crocifisso, morto e sepolto, dice: Lo abbiamo visto, lo abbiamo udito e lo abbiamo toccato, lo abbiamo stretto nelle nostre mani, per avere la certezza che aveva un corpo e che era proprio lui (cfr. 1 Gv 1, 1-3).

Anche san Pietro dice: Noi abbiamo mangiato e bevuto con lui. Se ci sono stati degli uomini che non hanno creduto nella sua risurrezione, siamo stati noi, che abbiamo costretto Gesù a stare sulla terra per quaranta giorni, per darci il massimo della certezza della realtà storica della sua risurrezione. Non c’è nessun uomo che abbia a sua disposizione tante fonti per dimostrare la sua esistenza terrena e la sua esistenza ultraterrena, quante ne ha il Cristo. Lo storico onesto dice: A me non conviene credere, perché dovrei cambiare vita, e non voglio cambiarla, ma non posso negare che Gesù storicamente è vissuto, storicamente è morto e storicamente è risuscitato ed è stato sulla terra per quaranta giorni, perché se io dicessi che il Cristo non è risorto, dovrei strappare tutti i volumi scritti sulla storia della Chiesa.

Dal punto di vista storico, Gesù è veramente esistito, sia prima della morte che dopo la morte.

[…]

            conclusione

San Francesco di Paola ha sempre creduto e ha testimoniato con la sua vita che il peccato mette in croce il Cristo.

Le parole dette da san Francesco di Paola, e ripetute dai testimoni, e quelle da lui scritte sono sempre queste: Figli miei, fuggite il peccato come si fugge la lebbra. Fuggite il peccato perché è il male dei mali! Col peccato l’uomo mette di nuovo in croce Gesù e lo fa morire in mezzo a immensi dolori, lo fa morire sulla croce. Con queste parole san Francesco invitava a fare penitenza. Per lui non è mai esistita la Pasqua; per lui è stato sempre Venerdì Santo, perché sapeva che ogni giorno si pecca e ogni giorno si mette in croce il Cristo. Ha valorizzato sempre il Venerdì Santo. E poiché il Venerdì Santo si prega sempre, si chiede perdono a Dio dei propri peccati e si fa astinenza dalle carni, egli ha fatto digiuno, preghiera e astinenza per tutta la vita. Ha vissuto la vita pregando, digiunando e astenendosi. E così ha raggiunto il secondo grado della penitenza che è la mortificazione, e il terzo grado che è la riparazione. Si è messo al posto degli altri e ha salvato le anime. E quando gli dicevano: Facciamo Pasqua!, rispondeva: La Pasqua per noi non esiste, la faremo in cielo. E adesso sta facendo Pasqua nella gloria, una Pasqua piena di meriti, perché attraverso queste azioni ha dato un significato alla sua vita, ha acquistato gloria e meriti.

            San Francesco è mio Padre, ed oggi 2 aprile, giorno dedicato a lui, io gli chiedo la grazia di essere penitente come lo è stato lui. Voi, che siete figlie di questo Padre, chiedete con me questa stessa grazia.

Chiediamo al Signore la grazia della penitenza: di lasciare definitivamente il male e di incominciare, di continuare e di perseverare a fare il bene; di mortificarci, affinché il male non entri più nell’anima nostra, e di riparare i nostri peccati, perché li abbiamo fatti, e di riparare anche i peccati degli altri, perché più peccatori ritorneranno all’ovile di Cristo, più gloria egli riceverà, perché il suo sangue non sarà versato invano.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *