Gv 10, 1-10 – Se tornassi indietro, ti sceglierei ancora!

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca 15 maggio 2011

Giornata mondiale delle vocazioni

 

PARLARE CON ENTUSIASMO DELLA PROPRIA VOCAZIONE E DEL PROPRIO CARISMA

(Gv 10, 1-10)

 

Essendo la giornata mondiale delle vocazioni oggi vi parlerò brevemente delle vocazioni. Non è un discorso nuovo, ma ripetuto. Dice un proverbio che le cose ripetute giovano, aprono gli occhi se stavano chiusi; giovano in quanto c’è un risveglio.

 Io concretizzerei l’omelia in due parole: Che cosa bisogna fare per avere le vocazioni: pregare e testimoniare.

Voi pregate e pregate molto per consolidare la vostra vocazione, per non tradirla e allo stesso tempo per avere altre vocazioni. Questo lo fate; come pure lo testimoniate. Poi chi vi darà il 10, il 9 o l’8 sarà il Signore, non io; però le due cose le fate. Io vorrei sottolineare questa mattina una verità che conoscete e che io ho detto tante volte. Parlo a voi che vi lamentate giustamente con il Signore, nella preghiera, perché non vi dà le vocazioni; e vi lamentate con me e tra di voi perché le vocazioni non arrivano. Dite: «Padre, cosa bisogna fare?». Ho messo come titolo, perché per me titolo significa messaggio da ricordare: Parlare con entusiasmo della propria vocazione e del proprio carisma. Vi darò alcune parole,  prese dal messaggio del Papa che oggi si sta leggendo in tutte le chiese del mondo, non soltanto in Italia, che indica cosa dobbiamo fare.

 

  1. Vivere e proporre il proprio carisma e la propria vocazione come affascinante ed esaltante

Ecco le due parole prese dal messaggio del Papa: affascinante ed esaltante. Non ve le spiego; sono parole che si capiscono, perché se c’è una scala di valori del proprio carisma e della propria vocazione  il vertice è l’amore e l’attaccamento a questa missione affidataci dal Signore.

 

E allora come la dovete vedere?

Affascinante. Vi fa impazzire tanto è la bellezza. È affascinante come la signorina che attira l’attenzione del giovanotto che poi sposerà. Come è la Madonna per i veggenti: non è il semplice vedere la Madonna, è molto di più. Non è solo parlare delle vocazioni, ma della mia come del non plus ultra, come del dono più grande e più bello dell’amore del Cristo verso di me. Se non c’è questo non potete trascinare. Perché si tratta di trascinare, non di illuminare.

Esaltante. Significa che ballate, non che camminate. Camminate, sì, ma non guardate la terra, guardate il cielo. Non guardate voi stesse, ma guardate il mondo che aspetta, che aspetta la luce del Vangelo. Così vedo io la mia vocazione: esaltante; al di là di tutte le vocazioni la migliore è la mia.

Bisogna vivere e proporre il proprio carisma e la propria vocazione come affascinante ed esaltante. Così la dovete proporre.

 

  1. Parlare e proclamare il proprio carisma con entusiasmo, con passione e con amore tanto da trascinare chi vi ascolta

Vale moltissimo il contatto personale con le persone che sono chiamate. Voi vedete dei segni: indovinate o non indovinate; ma i segni li vedete. Come dovete parlare? Con entusiasmo, quell’entusiasmo che ci mettono i commercianti quando vogliono vendere la propria merce. Ve la presentano in una maniera tale che non potete fare a meno di comprarla. Devono vedere il vostro carisma non soltanto realizzato, ma degno di essere seguito, degno di essere posseduto; entusiasmante. È una cosa rara, ma se c’è l’entusiasmo, c’è la conquista; ma se non c’è l’entusiasmo non può esserci la conquista.

Se io dicessi ad un giovane venuto per farsi monaco: «Figlio mio, io sono un carcerato: non vorrei che anche tu fossi un carcerato!», ditemi voi, quale sarebbe l’effetto? Se ne andrebbe. È entusiasmo questo? Un’anima che si trascina nella vocazione non potrà mai suscitare altre vocazioni.

Ci vuole entusiasmo, ma ci vuole anche passione. Bisogna parlare del proprio carisma con passione. I ciclisti non vedono l’ora di salire su una bicicletta, di camminare, di correre, di superare le difficoltà, di scendere, di salire. Questa è la passione.

La vostra passione è la Parola di Dio e solo la Parola di Dio. E soprattutto parlate degli effetti che produce. Questi segni il Signore ve li ha dati. E quindi, parlate con passione di coloro che hanno risolto mille problemi con la parola di Dio. Parlate delle vostre esperienze come quella che il parroco va in una casa e lo mettono fuori; andate voi e vi accolgono.  Sono interventi di Dio: io incontro gente che mi dice: Io ho fatto il catechismo con voi; sapete, quella Madonna che voi mi avete dato, la prego e ottengo le grazie che chiedo. Una volta voi mi avete detto che amare è sopportare; e sopportare è amare. Io sopporto mio marito e non ho fatto nessun divorzio perché ricordo: amare è sopportare, sopportare è amare».

Dovete parlare con entusiasmo, con passione, ma anche con amore, con amore esclusivo. Io questo vorrei da voi, tanto da trascinare. Non convincere, ma trascinare. Questa è la testimonianza. Nelle prime pagine degli Atti degli Apostoli ci sono due espressioni uguali e contrarie. La prima è: “avevano un cuore solo e un’anima sola” (At 4, 32 Ve l’auguro! La seconda: “Io sono di Paolo, io di Apollo” (1Cor 3, 4). Non ve lo auguro! Mettete al centro della vostra vita il Cristo, e il Cristo unificherà i vostri cuori, ma anche i vostri cuori con i cuori di coloro che vi avvicinano.

Chiedete la grazia di parlare con entusiasmo e con amore: di presentare il vostro carisma e la vostra vocazione come affascinante ed esaltante. Se non l’avete fatto fino ad ora, chiedetelo da oggi in poi e vedremo dei frutti.

Come preghiera stiamo facendo l’esperienza del Rosario, la “Catena del Rosario”. Io ho letto, qualche tempo fa, che in Italia le vocazioni non ci sono, sono poche, ma coloro che hanno pregato dinanzi a Gesù Sacramentato hanno ottenuto le vocazioni. Adesso dobbiamo scrivere un’altra pagina e dire che coloro che chiedono le vocazioni con il Rosario e con la Catena del Rosario, anche loro ottengono le vocazioni:

“Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” (Lc 11, 9). Fino a questo momento, dice la Madonna, non avete chiesto nel mio nome, ma adesso, chiedete nel mio nome e otterrete tutto.