Novena a Gesù Bambino – Ascolta, Signore il povero che ti invoca – Lc 1, 5_25

Lc 1, 5-25 – Famiglia Zaccaria ed Elisabetta

da un’omelia di P. Francesco Chimienti o.m.

Grottaglie, 1985

 

LA PREGHIERA DEL GIUSTO

(Lc 1, 5-25)

 

“La tua preghiera è stata esaudita” (Lc 1, 13)

 

Sono le parole dell’Arcangelo Gabriele a Zaccaria, quando gli annunziava la nascita di Giovanni Battista.

Perché la nostra preghiera sia esaudita da Dio è necessario:

 

  1. Essere giusti

Dice il vangelo che “erano giusti davanti a Dio, osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore” (Lc 1, 6).

A questo punto però vi voglio dire, per conforto dell’anima mia e per conforto dell’anima vostra, che Dio ascolta la preghiera di ogni uomo, perché ogni uomo è figlio suo, e non guarda se è giusto o ingiusto, se è buono o è malvagio. Diceva Gesù: il Padre vostro che è nei cieli manda la pioggia sui buoni e sui cattivi e fa splendere il sole sui giusti e sugli ingiusti.

È però altrettanto vero che la preghiera dei giusti è ascoltata più volentieri dal Signore. Dice la S. Scrittura che la preghiera dei giusti penetra le nubi, arriva fino a Dio. Quando prega la Madonna è una cosa, quando prega san Francesco è una cosa; ma quando prego io è un’altra cosa, voi capite!

Dio, in altri termini, è più ben disposto ad accogliere la preghiera di coloro che osservano tutti i suoi comandamenti. Anche voi, che siete genitori, fate così. Non rifiutate la preghiera di nessun figlio, però accogliete più volentieri la preghiera di quei figli che sono veramente buoni e fanno tutto quello che voi dite.

 

  1. Pregare nella S. Messa e con la S. Messa

Allora non c’era la Messa, c’era il sacrificio; adesso il nuovo sacrificio si chiama S. Messa.

Dice la S. Scrittura: “Mentre Zaccaria officiava davanti al Signore, gli toccò in sorte di entrare nel tempio per fare l’offerta dell’incenso” (Lc 1, 8-9).

La preghiera unita al sacrificio ha un valore più grande di una semplice preghiera senza sacrificio. Lo dice la S. Scrittura: la preghiera unita al digiuno (e il digiuno è un sacrificio) è accetta al Signore.

Quando un uomo prega, e alla preghiera unisce il suo sacrificio, il Signore l’accetta più volentieri. Però sappiate che Gesù, quando è venuto sulla terra, ha consegnato a noi una preghiera sacrificale, la preghiera eucaristica, sarebbe la S. Messa, con cui noi offriamo a Dio il sacrificio di Cristo. Quindi non è più il mio piccolo sacrificio del digiuno o di una mortificazione ad essere offerto, ma è il sacrificio totale del Cristo, perché il Cristo nella S. Messa rinnova il sacrificio della croce, cioè soffre e muore per noi.

Poiché chi compie questo sacrificio è il Figlio di Dio, che è una persona divina e ha un valore infinito, questo sacrificio non solo è gradito, non solo è accetto a Dio, ma diventa infallibile, per cui qualsiasi preghiera facciamo nella S. Messa col Cristo, in Cristo e per Cristo è infallibile.

Il mio consiglio è questo: venite cinque minuti prima alla S. Messa; chiudete gli occhi e raccoglietevi intimamente per vedere quali sono le esigenze dell’anima vostra, della vostra famiglia, del vostro paese, dei vicini, dell’Italia, del mondo. Raccogliete questi sentimenti e dite: Signore, intendo offrire a te il sacrificio del Cristo per questa, questa e questa intenzione. I doni si impetrano da Dio con la preghiera.

La vittoria del bene sul male della mafia è un dono di Dio, un dono di Dio che s’impetra per mezzo di preghiere. Chissà chi ha pregato, ma soprattutto ha pregato con la S. Messa, e Dio ha concesso questo dono.

Il dono del figlio ad una mamma che non poteva avere figli, perché sterile, è un intervento miracoloso di Dio. Santa Elisabetta era sterile e per di più era una donna vecchia.

Zaccaria ed Elisabetta erano giusti, pregavano, ma hanno pregato soprattutto nel sacrificio che si offriva a Gerusalemme.

Questa è la seconda verità. E per vostra consolazione vi dico: non abbiate paura di chiedere. Chiedete; chiedete e avrete. Potete chiedere tre, dieci, venti, trenta, cinquanta, sessanta cose, quante ne volete, e non solo per l’anima vostra, non solo per la vostra famiglia, ma anche per il vostro paese, e perché no anche per l’Ordine dei Minimi, che ci dia delle vocazioni, anche per la Chiesa, anche per i peccatori, anche per l’Italia. Sono grazie che dobbiamo impetrare con la preghiera; non vi dovete mettere soltanto dinanzi al televisore, vedere i delitti che si commettono e imprecare contro questo e contro quello. Pregate! Valgono molto di più le preghiere delle imprecazioni.

Voi che siete giusti e che venite ogni giorno a Messa, sappiate valorizzare questo grande tesoro del sacrificio della S. Messa. Pregate nella Messa e pregate con la Messa. Ditelo a tutti, perché i vostri fratelli non conoscono il tesoro della S. Messa.

I nostri cristiani del primo, secondo, terzo, quarto e quinto secolo non concepivano, come non lo concepiscono i cristiani che oggi si convertono – non noi che siamo battezzati e non capiamo più niente di cristianesimo – di poter vivere senza partecipare alla S. Messa. Chi capisce il grande tesoro della S. Messa, non fa passare un giorno senza la S. Messa, senza unirsi al Cristo con la comunione, e pregare col Cristo nel sacrificio.

Nelle missioni, ci dicono i nostri missionari, che appena suona la campana, non la domenica ma ogni giorno, tutti accorrono.

Stamattina pensavo, mentre sentivo suonare le campane: chissà quanta gente, in via XXV Luglio, sta dicendo: e quando la smettono di suonare questa campana che sta disturbando il nostro sonno tranquillo? Invece quando si sentiva il primo tocco di campana, i cristiani immediatamente si recavano in chiesa, perché la giornata non ha valore senza la S. Messa.

Non potrete avere niente da Dio se non venite a messa, perché Dio tutto distribuisce per mezzo del suo Figlio unigenito che è il Cristo. E il Cristo riceve e dà nella S. Messa. Io non mi stancherò mai di parlarvi del grande tesoro, dell’inesauribile tesoro della S. Messa.

Ditelo, ditelo che cosa è la S. Messa: è il Cristo che si offre al Padre e chiede al Padre tutte le grazie di cui abbiamo bisogno.

Hai bisogno? Vieni a prendere. Il magazzino dove stanno le risorse di Dio si chiama Chiesa. La S. Messa è la ricchezza.

 

  1. Chiedere l’aiuto della preghiera dei fratelli

Dice la S. Scrittura: “Tutta l’assemblea del popolo pregava fuori, nell’ora dell’incenso” (Lc 1, 10).

Anche gli altri pregavano. Noi non viviamo la vita da soli; siamo degli individui che viviamo con gli altri. Il minimo della vostra vita sociale è che vivete col marito, con la moglie, con i figli, con gli amici, i parenti, almeno quelli; e poi il paese, la regione, la città dove si vive: o tutti in paradiso o nessuno in paradiso. Dobbiamo fare la cordata.

Quando ci si unisce insieme per tirare fuori un peso che da soli non siamo capaci di tirare, le forze unite riescono ad ottenere quei risultati che da soli non riusciremmo ad ottenere. Ecco perché ci vuole la preghiera dei fratelli. Però su questo punto io non insisto, perché basta venire a messa per pregare insieme, formiamo l’assemblea del popolo di Dio. Preghiamo insieme, infatti nella S. Messa dico sempre: Preghiamo! Raccolgo le vostre intenzioni, le unisco alle mie e le presento a Dio, tramite il suo Figlio unigenito, il Cristo.

La S. Messa è sempre preghiera comunitaria, è sempre preghiera collettiva. Non mi presento al Padre da solo, ma mi presento sempre con gli altri, perché ogni grazia è un dono di Dio, e il dono che Dio fa a me, non lo fa solo a me, ma lo fa a me e agli altri.

Pensate al figlio di Elisabetta e Zaccaria. Non è stato un dono solo per i genitori. Tu sarai allegro e felice, dice l’Angelo, avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, poiché egli sarà grande davanti al Signore; preparerà la strada del Cristo che viene e salverà moltissimi dinanzi a Dio (cfr. Lc 1, 14-17).

Io non sono stato un dono solo per mio padre e mia madre, sono stato un dono anche per voi. Ogni grazia che noi riceviamo è una grazia per noi, ma nel medesimo tempo è anche una grazia per gli altri. Non esiste un dono che Dio possa dare ad una persona, che non sia nel medesimo tempo un dono a tutta la società. Ecco la ragione perché devo pregare io e devo pregare insieme agli altri.

Quante volte vi ho detto che la parrocchia riceve sempre quei parroci o quei sacerdoti che si merita?

Ve lo ripeto: riceverete quei parroci o quei sacerdoti che meritate. Se meritate un santo, avrete un santo; se meritate un letterato, avrete un letterato; se meritate un sacerdote superficiale, avrete un sacerdote superficiale. Ecco la ragione perché dovete pregare.

Pregate per le vocazioni per l’Ordine dei Minimi, perché chi ne beneficerà sarete proprio voi che siete i fedeli che frequentate l’Ordine dei Minimi.

 

 

conclusione

 

Com’è bello sentirsi dire ogni giorno: perché sei venuto a Messa e hai presentato la tua offerta al Signore, la tua preghiera è stata esaudita.

Sappiate però che quando il Signore dice che la tua preghiera è stata esaudita, l’attuazione di questa preghiera viene distribuita nel tempo.

Dio ha esaudito la nostra preghiera con cui chiediamo dei frati minimi, delle vocazioni, però non è che domani mattina avrete un nuovo sacerdote. La realizzazione la distribuisce nel tempo. La preghiera è stata esaudita, per cui Dio prepara tutte le cause seconde, affinché si realizzi quella preghiera che noi abbiamo fatto. Non so quando sarà, ma lo vedremo. Questa pazienza la dovete avere. Dice san Giacomo: dovete essere simili all’agricoltore che a novembre semina il grano, però ha la santa pazienza di aspettare maggio per vederlo sviluppare, giugno per poterlo raccogliere, e settembre e ottobre per andare al mulino, farlo macinare e poi mangiare il pane.