Ecco lo Sposo…. Ecco la sposa – Mt 25, 1-13

Mt 25, 1-13 – Le vergini sagge

Mt 25, 1-13 Le dieci vergini

Mt 25, 1-13 La parabola delle vergini

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Oria, 26.08.1982

LA MORTE è L’INCONTRO

TRA LA SPOSA E LO SPOSO

(Mt 25, 1-13)

“In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell’olio in piccoli vasi»” (Mt 25, 1-4).

Gesù racconta la parabola delle dieci vergini. I termini principali della parabola sono tre: l’incontro dello sposo con la sposa, le vergini, la lampada e l’olio.

  1. La morte è l’incontro dello Sposo con la sposa

Questo termine ricorre molto spesso nella S. Scrittura. Gesù è lo sposo e l’anima è la sposa; e non si fa distinzione di sesso.

Voi siete le spose di Cristo, ma le altre donne e gli altri uomini che sono sposati sono anche le spose di Cristo. Basta la vocazione cristiana per essere sposa di Cristo, senza distinzione di sesso. Voi donne vi esaltate al pensiero di essere le spose di Cristo, e fate bene perché avete gli attributi umani che vi esaltano, ed è veramente così. Io questo paragone non lo percepisco come lo percepite voi; io prendo altri paragoni, però veramente ogni anima cristiana è sposa di Cristo. Veramente il Cristo è lo sposo che cerca la fidanzata, che poi col battesimo sposa e quindi circonda di attenzioni particolari: l’ama, la benefica, la riempie dei suoi beni. Tutto ciò che ha il Cristo lo comunica con abbondanza, anzi senza misura.

La sposa, dei beni dello Sposo, ne recepisce pochi o molti a seconda dell’apertura o della chiusura dell’anima sua; non esaurisce l’abbondanza dei beni dello Sposo.

Come vi ho detto più di una volta, il fiume della grazia, che nasce dalla sorgente che è Dio, che è Gesù scorre. Ognuno di noi può andare a questo fiume e prenderne tanto quanto avrà la capacità di prenderne. Può attingere un litro di grazia, come può andare con un barile da duecento litri, o con moltissimi recipienti, e ne prenderà di più.

La Madonna ha preso tutto quello che si poteva, quasi l’infinito della grazia di Dio, perché aveva il massimo dell’apertura. Noi purtroppo prendiamo a gocce e non perché il fiume non c’è. Ci sono altri che non prendono niente, perché il fiume scorre e loro non vanno proprio ad attingere acqua.

Dunque esaltatevi pure; dite pure: sono la sposa di Cristo, perché ognuno di noi può dire: sono la sposa, quindi la persona più cara per il Cristo; in altri termini è come se esistesse sulla terra soltanto Dio e soltanto tu.

Sant’Agostino dice: se ci fossi stato sulla terra soltanto tu, saresti stata veramente la creatura prediletta del Cristo, tanto che avrebbe lasciato il cielo, si sarebbe incarnato e avrebbe salvato te, anche se ci fossi stata solo tu. Quindi la redenzione, il massimo dell’espressione dell’amore del Figlio di Dio, si è attuata non soltanto come noi diciamo per tutti gli uomini, ma si sarebbe attuata anche se ci fossi stato solo io da salvare. Pensate quanto bene ci ha voluto. Sono la sposa di Cristo! Lui veramente mi vuole bene e mi dà, mi ha dato e mi darà tutto se stesso.

Prima domanda: io sono la sposa di Cristo? Sono la sposa fedele del Cristo? L’amo con lo stesso amore? Lo cerco come lui mi cerca? Rispondo al suo amore con la stessa generosità con cui mi ha amata? Sono pronta per amarlo a sacrificarmi, fino ad arrivare al sacrificio supremo della mia esistenza, come ha fatto lui per me?

Sono interrogativi a cui voi darete una risposta.

  1. La verginità

La prima cosa che Gesù dice a me, che sono vergine, e a voi che siete vergini, è che la verginità non è un valore assoluto, non costituisce una tessera necessaria per entrare nel regno dei cieli. In paradiso troverete moltissimi uomini e donne sposate, forse più dei vergini, come troverete moltissimi che hanno prostituito il proprio corpo, ma hanno riconosciuto la loro colpa, hanno chiesto perdono a Dio e si sono salvati per la misericordia di Dio.

Non è valore assoluto la verginità, per cui non potete dire: Io sono vergine, mi sono consacrata al Signore, sono la sposa di Cristo, quindi entrerò in paradiso. No, non è un valore assoluto, è soltanto un modo di vivere. È una condizione di vita, la più idonea, per rispondere alla chiamata della vocazione cristiana. È un modo migliore!

Dice Paolo: Io vorrei che tutti fossero vergini come me, e casti come me, però non a tutti Dio ha dato questo dono, per cui non bisogna disprezzare mai coloro che non hanno il dono della verginità. Lui dice così: Se però dovete bruciare nel fuoco eterno, commettendo dei peccati per essere vergini, lasciate stare la verginità. Anche se io desidero che tutti siano vergini come me, per evitare di bruciare sulla terra col fuoco delle passioni e in cielo col fuoco dell’inferno, è meglio che vi sposiate. Trovate il rimedio per la vostra concupiscenza e vi salvate.

Questo però non sta ad indicare che la verginità non è il mezzo migliore, la condizione migliore per dedicarsi a Dio; perché, diceva giustamente san Paolo: chi si sposa deve preoccuparsi delle cose del marito, e se ha i figli delle cose dei figli; chi non si sposa invece, non avendo queste preoccupazioni, tutto il tempo che avrebbe dedicato allo sposo e ai figli, lo dedica a Dio. Si dona a Dio con cuore indiviso.

Ora io chiedo a voi, a voi che siete vergini: A chi date questo tempo? Mi dite che non avete due ore di tempo da donare a Dio, allora a chi lo date questo tempo? Io capisco una mamma che mi dice non ho tempo; una mamma! Ma figlie mie carissime – se posso dire queste parole, perché vi ho generato nel vangelo, come dice Paolo – a chi lo date questo tempo? A quella famiglia che non vi siete creata? O siete diventate delle zitellone delle quali i fratelli, le sorelle, i nipoti se ne servono a proprio piacimento? Finitela con queste storie e vedrete quanto tempo avrete. I nipoti sono anche figli; hanno una mamma e un padre e Dio ha destinato i figli al padre e alla madre, non a voi. Ve lo dico con forza, altrimenti il tempo non lo troverete mai per il vostro Sposo. Vi dico la verità in Cristo! L’eccezione la capisco; è ammalata la mamma, facciamo la carità a tanti, non possiamo fare la carità a un nipote? Ma la giornata è mia non è tua, dovete dire! Sposati e avrai la donna a tua disposizione, se è un fratello. Se è una sorella non sposata: io lavoro e tu lavori; io un’ora e tu un’ora; io mezz’ora e tu mezz’ora, e non io sette ore e tu niente! Perché la cucina la devo fare sempre io, e la biancheria la devo lavare sempre io? Dove sta scritto? E poi non hanno il tempo di leggere la parola di Dio per cinque minuti, e di fare la visita allo Sposo che l’aspetta!

Incominciate a dividere il vostro tempo. Ecco le cose che dovete rivedere adesso durante gli esercizi spirituali.

Io non entro nella questione delle suore, perché anche ai miei confratelli dico: Io non mi sono fatto monaco per lavorare, ma per lodare Dio.

I lavoratori difendono i loro diritti: fatte le loro otto ore di lavoro, lasciano tutto e se ne vanno. Dopo che avete fatto le vostre ore di lavoro, basta! Andate a lodare Dio. Non vi siete consacrate per lavorare quindici, sedici ore. Vi parlo nel nome di Dio. I Fondatori avevano ventiquattro ore su ventiquattro da donare a Dio, perché capivano, erano intelligenti!

Dice Gesù: Non è la verginità che conta. La parabola dice che ci dobbiamo incontrare con lo Sposo. Che cosa conta? L’olio. L’olio sono le opere buone.

Poiché la lampada è la vita, e la vita ce l’ha regalata Dio, a lui renderemo conto.

Non fatevi illusioni, dobbiamo veramente chiudere gli occhi e dire: Se oggi io morrò, che cosa presenterò a Dio? Almeno durante gli esercizi spirituali vi devo parlare qualche volta della morte. Chiudete gli occhi da vivi e mettetevi dentro una bara, come faceva sant’Agostino, e poi dite: adesso mi presento davanti al mio Sposo! Io vorrei stare dietro di voi, quando arriverete dinanzi a san Pietro e gli direte: San Pietro, aprimi la porta!

– Di che cosa? Del paradiso.

– Perché? Sono vergine, sono la verginella vestita di bianco, hai capito?

– Fammi vedere le mani; sono piene o sono vuote di opere buone? Hai fatto il bene o hai fatto il male? Che cosa hai fatto di bene?

– Sono vergine, sono vergine!

Cosa risponderà il Signore? Non ti conosco!

Hai lavato la biancheria di tua sorella, hai curato i tuoi nipoti, hai pensato a tuo fratello e tua sorella. Io non ti conosco!

Come diceva sant’Agostino, adesso dobbiamo fare penitenza. Qui dobbiamo riparare, in modo che quando arriverà la morte, il Signore non ci dirà: Non ti conosco! Dirà: Figlia mia, ti conosco, hai lavorato, hai le mani piene di opere buone; mi hai servito, hai fatto la mia sposa fedele, vieni!

Mettetevi dentro a una bara, chiudete gli occhi e dite: Sono morta! Che dirà la gente? Meno male che è morta! Vediamo se tutto è a posto! Senza di voi, questa famiglia in cui vivevate e vivete continuerà a vivere e a camminare, o si fermerà per la mancanza della vostra azione indispensabile? Modificate i vostri atteggiamenti adesso.

CONCLUSIONE

Adesso che sei viva e stai facendo gli esercizi spirituali, sei arrivata al penultimo giorno, ti dico le parole di Gesù: Sto alla porta della tua anima e busso. Ascolta la mia voce! Aprimi la porta, perché io in persona verrò da te, cenerò con te e tu cenerai con me. Questa cena è il preludio della cena eterna. Ti assicuro che se farai questo, ti darò il paradiso.