Ecco il giorno che ha fatto il Signore, rallegriamoci! – Lv 23, 1-37

Lv 23, 1-37 – Come santificare la domenica

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

31.07.1987

 

COME SANTIFICARE LA DOMENICA

(Lv 23, 1-37)

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Oggi commenteremo la prima lettura presa dal Levitico, che contiene le norme che il Signore dà per la santificazione del giorno di festa. Sono norme sia per il sabato, che per gli Ebrei era il giorno di festa, e sia per determinate festività che ricorrevano durante l’anno.

Il Signore dà dunque delle norme che io riduco a quattro:

  • Non farete alcun lavoro servile (Lv 23, 2).
  • Terrete le sante convocazioni (Lv 23, 25).
  • Offrirete al Signore sacrifici (Lv 23, 25).
  • Porterete al sacerdote un covone (Lv 23, 9) e offrirete doni al Signore.

Sono questi i quattro modi per santificare le feste. La Chiesa ha fatto proprie queste norme e le ha date a noi per la domenica, che è il nostro giorno di festa, perché il Signore risuscitò di domenica. La domenica noi ricordiamo questo grande avvenimento della vita di Gesù per mezzo del quale dimostrò di essere vero Dio.

 

  1. Non farete nessun lavoro servile

Di domenica si riposa. Il Signore ordinò il riposo, perché non facendo altre cose, noi potessimo interessarci di Dio. Questa è la ragione!

Se lavoriamo non possiamo pensare a Dio. Il Signore disse: Sei giorni lavorerai, ma il settimo riposerai e penserai a Dio, penserai a me. Questa è la prima cosa di cui bisogna convincersi.

La domenica si riposa non per divertirsi, ma per dedicare questa giornata al Signore.

Quante riforme dobbiamo fare nella nostra vita, se accettiamo questo principio! Le otto ore di lavoro devono essere dedicate al Signore.

 

  1. Farete le sante convocazioni

Vi riunirete insieme e loderete insieme il Signore, dice Dio.

Gli Ebrei facevano insieme due cose nel giorno di festa, in modo particolare: cantavano i Salmi e ascoltavano la Bibbia, la Parola del Signore. I sacerdoti la commentavano in modo che ognuno di loro potesse lodare Dio insieme agli altri e nel medesimo tempo sapere che cosa Dio voleva durante la settimana. Ascoltando abbondantemente la Parola di Dio e ascoltando il commento potevano capire che cosa Dio voleva da loro.

Anche noi ci riuniamo insieme la domenica per lodare Dio e per ascoltare la Parola di Dio. Difatti noi sacerdoti siamo obbligati a leggere la domenica tre letture di Parola di Dio, cioè a fare una lettura più abbondante. Siamo obbligati pure a fare l’omelia di domenica, mentre negli altri giorni è lasciata libertà al sacerdote di farla o meno. Quando però c’è concorso di popolo il sacerdote può senz’altro fare l’omelia; ma ogni domenica il sacerdote deve fare l’omelia.

Quindi queste due cose devono essere fatte: la Liturgia delle Ore, che adesso è ritornata nella usuale abitudine dei fedeli, e l’omelia.

 

  1. Offrirete al Signore sacrifici

La Chiesa ha accettato questa norma del Signore, data agli Ebrei, offrendo il sacrificio della Messa. Il sacrificio della croce, rinnovato poi nel sacrificio della Messa e dato da Gesù alla Chiesa sua diletta sposa, racchiude in sé il valore di tutti i sacrifici. Anzi, mentre tutti gli altri erano sacrifici temporanei, questo è un sacrificio eterno. È con questo sacrificio che l’uomo dà a Dio tutto quello che Dio chiede all’uomo. Noi quindi la domenica celebriamo la S. Messa perché il terzo comandamento: “Ricordati di santificare le feste” è stato tradotto dalla Chiesa con la partecipazione alla S. Messa.

Non si può concepire una domenica senza la partecipazione alla S. Messa, nella quale ci riuniamo in assemblea, cantiamo inni e canti al Signore, ascoltiamo più abbondantemente la Parola di Dio e ascoltiamo anche la spiegazione della Parola di Dio da parte del sacerdote, in modo che possiamo sapere ciò che Dio vuole da noi.

Nel medesimo tempo offriamo il sacrificio a Dio, sacrificio di comunione, infatti offriamo la vittima, ma mangiamo anche della vittima. Ecco la Comunione. Non si può concepire una domenica senza la Comunione, come non si può concepire l’offerta del sacrificio a Dio senza la partecipazione a questo sacrificio, che è la consumazione delle carni del sacrificio offerto a Dio.

 

  1. Porterete al sacerdote un covone, cioè offrirete al sacerdote le vostre offerte

La Chiesa ha preso questo obbligo delle offerte, che il Signore ha fatto in senso largo: non solo l’offerta dei soldi o di ciò che può servire alla Chiesa o ai poveri, ma anche le opere buone.

Il riposo della domenica è dato ai fedeli non solo per non lavorare, quindi per riposarsi, ma per fare le opere buone. Questa è la ragione perché si fa il catechismo la domenica. Compiamo un’opera buona, ma nel medesimo tempo offriamo un servizio ai piccoli o ai grandi.

Fare la visita ai nostri morti al cimitero è un omaggio che rendiamo ai morti, ma più che omaggio è una preghiera, è un suffragio, è un’offerta di aiuto ai nostri fedeli defunti, soprattutto ai nostri parenti.

Un’altra cosa che comunemente si fa o si dovrebbe fare è la visita agli ammalati, la visita ai parenti vecchi. Anche loro hanno bisogno di conforto, di aiuto, di amore; e l’amore si manifesta proprio con la visita. I figli che vanno dai genitori o i nipoti che vanno dai nonni fanno una cosa buona. Così pure la visita ai poveri, cioè prestare un servizio, offrire ai nostri fratelli e a Dio qualche cosa di nostro che noi diciamo opere di carità.

 

 

CONCLUSIONE

 

Vi voglio sottolineare questo: Non profanate mai la domenica o la festa, che deve essere veramente tutta di Dio. Datela tutta a Dio, e voi sapete che Dio non si fa mai vincere in generosità.

Quella preghiera abbondante che non abbiamo potuto fare durante i giorni di lavoro, facciamola la domenica. Di domenica ci sia il riposo, ma ci sia anche molta preghiera.

Io non ho da aggiungere altro, perché so che voi, oltre a santificare la domenica e le feste, santificate anche ogni giornata con la S. Messa, con il rosario e con le preghiere.

Vi consiglio di sottolineare nel vostro insegnamento catechistico che la domenica deve essere santificata, non deve essere sciupata nella dissipazione o nel divertimento. Sia santificata per l’anima nostra, sia santificata in onore del Signore. Ci sia molto ascolto di Parola di Dio e molta preghiera. Riposo e preghiera, riposo e preghiera. Il nostro corpo ha bisogno di riposo, ma l’anima ha bisogno di preghiera, e in questa preghiera non sia trascurata la santa Comunione. Se uno non è in grazia di Dio si confessi e faccia la comunione. Che la vita e le opere di bene siano compiute in unione al Cuore di Gesù.