Buon anno di pace – Gran Madre di Dio – Lc 2, 1-14

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Taranto, 25.12.1978

1 gennaio – Giornata mondiale della pace

IL SIGNIFICATO DEL NATALE:

VIVERE IN PACE CON DIO E CON GLI UOMINI

(Lc 2, 1-14)

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  1. Gesù è il dono del Padre

    Gli angeli cantavano sulla grotta di Betlemme, quando Gesù è nato: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama” (Lc 2, 14).

Chi è Gesù, chi è questo bambino che è nato questa notte? È il Figlio di Dio.

Chi ce l’ha regalato? Dio Padre.

Perché ce l’ha dato? Perché ci ama. Avevano ragione gli angeli di dire: “Pace in terra agli uomini che egli ama”.

Ma quali uomini ama Dio? Tutti. Tutti, perché tutti sono figli suoi; nessuno escluso.

Chi è l’operatore di pace che ha fatto il miracolo di unificare tutti i popoli in un solo popolo, e di tutti gli uomini ne ha fatto dei figli di Dio? Questo Bambino che abbiamo portato in processione, il Figlio di Dio che si è fatto uomo, Gesù.

Chi è Gesù? È il segno tangibile dell’amore del Padre. Se non l’avessimo visto, non avremmo mai potuto dire con certezza che il Padre ci ama. Il suo amore – dice san Giovanni – è arrivato fino al punto di prendere suo Figlio, di mandarlo sulla terra e di regalarcelo, di darcelo, perché solo Lui, per mezzo del sacrificio della croce, poteva riconciliare tutti gli uomini con Dio.

Chi ha fatto fare la pace fra Dio e gli uomini è stato Gesù; tanto che Paolo lo ha definito: la nostra pace; Gesù è la pace.

Se non c’è riconciliazione, non c’è pace. La pace, che è Gesù, è la manifestazione dell’amore del Padre.

  1. Gesù ci ha riconciliati col Padre e con i fratelli

 Per noi che significato ha il Natale? È nato Gesù, Gesù è la pace, Gesù ci ha riconciliati con Dio Padre, ma se non stiamo in pace con Dio e se non stiamo in pace con gli uomini, il Natale non lo possiamo fare, non l’abbiamo fatto, non lo faremo. Potete stappare tutte le bottiglie di spumante che volete, ma Natale non l’avete fatto.

Bisogna fare la pace prima di tutto con Dio. Quando uno ha messo a posto Dio, ha messo a posto ogni cosa, perché la pace con gli uomini viene automaticamente.

Perché questa sera veramente Gesù nasca nel mio e nel vostro cuore, è necessario che siamo in pace con Dio e con gli uomini.

Per essere in pace con Dio bisogna distruggere il peccato. Gesù è venuto per insegnarci a rinnegare l’empietà, i desideri mondani; è venuto per insegnarci a vivere con sobrietà, con giustizia e con pietà; è venuto per riscattarci da ogni iniquità, per eliminare il peccato, eliminare l’odio, eliminare l’ingiustizia dall’anima nostra.

Incominciamo a costruire la pace nel nostro cuore. La prima cosa da fare è la pace con Dio, eliminando il peccato. Poi viene la pace con gli uomini.

Avete mai visto gli alberi? Ogni albero ha delle radici, un tronco, dei rami e dei frutti. Se volete conoscere se l’albero è buono o cattivo, ha detto Gesù, non dovete guardare la radice, né il tronco, né i rami, né le foglie, ma dovete guardare i frutti. Se i frutti sono buoni, l’albero è buono; se i frutti non sono buoni, l’albero è selvatico. Dai frutti conoscerete l’albero.

La pace è un frutto, non è un albero; è un frutto, ma di quale albero? Dell’albero che si chiama amore. Se c’è l’amore nel tuo cuore, c’è la pace con i tuoi fratelli; se nel tuo cuore c’è l’odio, non c’è pace con i tuoi fratelli. Se nel tuo cuore c’è rancore, ruggine, non c’è pace.

La pace è qualche cosa che si vede all’esterno, è un frutto, è il frutto dell’amore. Se c’è l’amore c’è la pace; ma se non c’è l’amore non c’è la pace.

  1. S. Francesco ci insegna la via della pace

 Come dobbiamo fare per avere con i nostri fratelli la pace?

Dice san Francesco di Paola: Dovete eliminare l’odio, dovete eliminare il rancore, dovete eliminare il puntiglio, ma soprattutto dovete perdonare i vostri fratelli, se vi hanno fatto qualche mancanza. E chi di noi non ha commesso qualche mancanza nei riguardi del proprio fratello? Una volta sarà stato il marito ad avere delle manifestazioni di non amore nei riguardi della moglie, e qualche volta sarà stata la moglie a non avere manifestazioni di amore verso il marito.

In famiglia: forse tu, papà che mi ascolti, forse tu, mamma che mi ascolti, qualche volta ti sei inquietato con tuo figlio o con i tuoi figli e hai detto delle parole che non dovevi dire, hai compiuto qualche gesto che non dovevi compiere. Qualche altra volta sei stato tu, figlio, che hai compiuto qualche gesto nei riguardi di papà e di mamma che non dovevi compiere; qualche volta sei stato tu, figlio, che hai detto qualche parola che non dovevi dire.

L’armonia, la tranquillità in questo ordine è venuta a mancare. Cosa bisogna fare? Ognuno deve rinchiudersi nella sua trincea? Ognuno deve prendere il mitra e sparare l’altro? Ma questa non è pace, è guerra.

Per avere la pace, tu figlio, perdona papà; tu papà, perdona tuo figlio; tu mamma, perdona; tu marito, perdona tua moglie; tu moglie, perdona tuo marito. Così viene la pace. Se non ci perdoniamo vicendevolmente, la pace non ci sarà mai.

Non c’è pace nella vostra famiglia? Forse una volta c’è stata una colpa che non doveva essere fatta; ma possiamo rimanere in queste posizioni? Dobbiamo fare pace; ma per fare la pace bisogna perdonare, perdonare, perdonare! Dice Gesù: come fa il Padre vostro che è nei cieli, il quale quando commettiamo mancanze contro di Lui, gli disubbidiamo, pecchiamo, tutte le volte che gli chiediamo perdono, fa la pace con noi. Ma la pace non ci sarà mai se non ci sarà il perdono reciproco.

  • Francesco dice inoltre che non basta perdonare, bisogna dimenticare l’offesa ricevuta, perché se tu perdoni e ricordi l’offesa ricevuta, la pace a casa tua non verrà mai; sarà una pace apparente, non una pace vera.

Quando voi, signore, eravate fidanzate con quei giovanotti che poi avete sposato, i vostri suoceri vi hanno disprezzato, hanno parlato male di voi e della vostra famiglia. Quelle parole si sono ficcate nella vostra testa come chiodi fissi e non sono più uscite. Sulle labbra c’è il sorriso, ma la ruggine è rimasta. Apparentemente avete perdonato, altrimenti non avreste potuto sposare quel giovane, ma il ricordo della mancanza e dell’offesa ricevuta vi perseguita. Ieri si è ammalata proprio la suocera e voi non siete andate a trovarla. Perché? Perché quando eravate fidanzate ha parlato male di voi.

La pace non è venuta, forse perché non avete perdonato? No, avete perdonato; ma avete continuato a ricordare quelle parole che vi sono state dette. Dovete invece perdonare e dimenticare, così come fa Dio con noi.

Dice la S. Scrittura: Io dimenticherò i tuoi peccati, li getterò in fondo al mare e non ci saranno più. Se la tua anima fosse rossa come la porpora, io la farò diventare bianca come la neve! Così dobbiamo fare noi, altrimenti la pace non verrà mai a casa nostra.

conclusione

 

La pace è il segno esterno, il frutto dell’amore, ma è anche un dono. È dono dello Spirito Santo, che si ottiene perdonando e pregando, ma che bisogna chiedere.

Questa sera vi dico: chiediamolo a Gesù Bambino. Diciamogli: Signore, è vero, a casa mia non c’è pace e io devo portare la pace; aiutami tu a portare la pace; aiutami a perdonare, aiutami a dimenticare ciò che gli altri mi hanno fatto.

Con la stessa misura con cui misurate, sarete misurati, ha detto Gesù. Se sarete misericordiosi con i vostri fratelli, Dio sarà misericordioso con voi; se voi perdonerete ai vostri fratelli, Dio perdonerà a voi; se voi porterete la pace ai vostri fratelli, Dio darà la pace a voi. Questo vi auguro con tutto il cuore.

Ascoltiamolo questo canto degli angeli: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama”.          Amate, amate, amate! E il frutto della pace sarà una realtà!