Ama e il mondo cambia davvero… – Mt 25, 1-13

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

DINANZI A DIO CIò CHE VALE è LA CARITà

(Mt 25, 1-13)

Nella parabola delle dieci vergini Gesù affronta due problemi: il problema della verginità e il problema delle opere buone quando ci incontreremo con Dio nel giorno della nostra morte.

 

  1. La verginità non garantisce il Paradiso

La morte è l’incontro della sposa con lo Sposo, lo ha detto il Signore. L’ultima pagina dell’Apocalisse descrive proprio l’incontro dello sposo, Gesù, che scende dal cielo e si incontra con l’anima che è la sua sposa. Che questo incontro non sia uno scontro, perché la peggio l’avremo noi.

Questa è la morte: l’incontro dello Sposo con la sposa.

Ci sono delle situazioni umane che noi possiamo considerare assolute per la ricompensa dell’eternità felice, cioè del paradiso? No! La più alta condizione umana è quella della verginità, un grande dono di Dio; ma anche una condizione tale, di cui il Signore si compiace, non è una condizione assoluta.

Dinanzi a Dio, quando l’anima si presenta nel giorno della morte, non vale né l’essere piccola, né l’essere grande, né l’essere vergine né l’essere sposata, né l’essere ricca né l’essere povera, né l’essere dotta né l’essere ignorante. Non esiste una condizione umana valida per dire: Io in paradiso ci andrò per forza.

Ai tempi di Gesù la verginità era rarissima, mentre oggi, per grazia di Dio, è meno rara. Poiché tutte le donne si sposavano, le vergini erano considerate come delle dee, avevano una condizione straordinaria, assoluta, da divinità. Sulla terra avevano tutti i privilegi possibili. Invece Gesù mette, come suol dirsi, i puntini sulle “i” e dice: la verginità non è un dono assoluto, né un bene assoluto che dà all’anima la possibilità di dire: Io sono vergine, dunque devo entrare in paradiso per forza. No! È un gran dono, ma non dà la certezza di andare in paradiso. Vergini erano le cinque che Gesù chiama stolte, vergini le altre cinque che Gesù chiama sapienti, sagge. Cinque entrarono in paradiso ed erano vergini, le altre cinque, pur essendo vergini, non entrarono. Dio disse: Non vi conosco!

  1. La carità apre le porte del Paradiso

L’elemento fondamentale perché si entri in paradiso sono le opere buone. Una verginità senza le opere è rifiutata da Dio. Una verginità con le opere buone, che Gesù chiama: la lampada accesa, è accettata da Dio e si entra in paradiso.

Quando voi dite: Padre, beato voi che siete monaco, religioso, certamente andrete in paradiso. No, figli miei, voi e io ci troviamo allo stesso livello, se faremo le opere buone andremo in paradiso. C’è il paradiso anche se ti sei sposata, perché il matrimonio non è una condizione che ti allontana dal paradiso; è una condizione uguale alla mia che sono consacrato a Dio con il voto di verginità. L’unico elemento che ci distinguerà saranno le opere buone.

Se io sono vergine, sono casto, ma non faccio le opere buone, anche per me si chiuderà il paradiso. Siamo uguali. La vocazione è diversa, come condizione, ma non dà a me nessun privilegio rispetto a voi, né a voi rispetto a me. Ci distingue nella salvezza solo il fare il bene. Se farò il bene, come consacrato e vergine, andrò in paradiso; se farò il male, anche se sono consacrato e vergine non andrò in paradiso. Gesù mi dirà: Non ti conosco. Voi, anche se non siete vergini, ma avete scelto lo stato del matrimonio, se compite il vostro dovere, se fate le opere buone, entrerete in paradiso, mentre se non farete le opere buone non vi salverete.

            CONCLUSIONE

 Ciò che vale dinanzi a Dio è la carità, non la verginità.

La verginità con la carità dà la santità; ma la verginità senza la carità non dà la santità. Ecco la ragione perché nel mondo ci sono tante vergini, ma in paradiso non andranno. Ecco la ragione per cui in convento ci sono tanti frati, ci sono tante suore, ma in paradiso non andranno; mentre nel mondo ci sono tanti uomini che, pur non avendo avuto il dono della consacrazione a Dio, della verginità, andranno in paradiso perché hanno fatto il bene.

Riempitevi le mani di opere buone, di opere di carità, perché solo così il Signore vi accetterà. Quali sono queste opere lo sapete, sono le sette opere di misericordia corporale e le sette opere di misericordia spirituale. Cose che dobbiamo fare. Se faremo questo andremo in paradiso. In altri termini, in paradiso non contano né le tessere, né le associazioni, conta solo la carità.