Se conoscessi il dono di Dio…saresti tu a domandarglielo – Mc 10, 17-30

da un’omelia di P.Francesco Chimienti O.M.

UN OSTACOLO ALLA VOCAZIONE: L’ATTACCAMENTO ALLE COSE DELLA TERRA

(Mc 10, 17-30)

 

Il vangelo di oggi riguarda la vocazione, la chiamata di Gesù ad un giovane per farlo discepolo, apostolo; noi oggi diremmo per farlo sacerdote, anima consacrata.

 

  1. La sete di maggior perfezione

“Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?”. Questa è la domanda che fa questo giovane. È buono davvero.

Gesù gli dice di osservare i dieci comandamenti. Poiché era buono, osservava già la legge di Dio, per cui dice: Ma io vorrei fare qualche cosa di più di quello che sto facendo!

Disse Gesù: Se vuoi fare qualche cosa di più, vieni appresso a me. Però per venire appresso a me, devi lasciare quello che hai. Gli fa tutto un elenco: la casa, i fratelli, le sorelle, il padre, la madre, i figli e i campi. Quello storse il muso e se ne andò. Non accettò l’invito di Gesù per diventare apostolo.

San Pietro, che l’aveva accettato, gli chiede:- Signore, noi che riceveremo?

– Tu avrai la ricompensa sulla terra e nel cielo. Gesù però non potè fare a meno di tirare un sospiro e di dire: Quanto è difficile che coloro che hanno ricchezze entrino nel regno dei cieli!

Vi vorrei spiegare queste cose per due motivi: o perché potreste essere chiamati voi da Dio, o perché possono essere chiamati i vostri figli, i vostri parenti, i vostri amici, i vostri conoscenti, e dovete conoscere qual è il pensiero di Dio.

Vi porto un paragone. Quando uno va a scuola può fare il puro necessario: ieri era fino alla quinta elementare, oggi invece bisogna arrivare fino alla terza media. Chi studia fino alla terza media ha fatto quello che è necessario per poter leggere e scrivere. Un altro invece dice: io voglio fare qualcosa di più. Vuole conoscere la scienza, allora non si ferma alla terza media, ma fa il ginnasio e il liceo. Chi fa il ginnasio e il liceo fa di più e sa di più di colui che ha fatto fino alla terza media. Qualche altro dice: Io voglio fare qualcosa di più. C’è l’università.

Come vedete ci sono tre tappe, tutti studiano: sia quelli della scuola elementare e media, sia quelli del ginnasio e del liceo, sia quelli dell’università, però il grado più perfetto è quello dell’università. L’uomo si laurea e insegna. Così è nella via della santità.

 

  1. Le tappe del cammino di santità

La via della santità ha tre tappe: c’è la tappa dell’ordinaria amministrazione, noi la chiamiamo degli incipienti, quelli che vogliono incominciare a leggere e a scrivere nella vita cristiana: pregare, la messa la domenica, fare il bene. Poi c’è la seconda tappa, che noi chiamiamo dei proficienti, cioè di coloro che continuano, non si fermano alla terza media, ma vanno più avanti, fanno qualche cosa di più. Poi c’è la terza tappa, quella dei perfetti, di coloro che si laureano.

Dentro il cuore di ogni uomo c’è la sete di diventare perfetto, com’è perfetto il Padre nostro che è nei cieli, ma non tutti sono chiamati. Si incomincia a camminare, poi, ad un certo momento il Signore ci chiama con la morte. Ce ne andiamo, ma non siamo diventati perfetti, abbiamo fatto l’ordinaria amministrazione. Però ad alcuni uomini Dio chiede di più. Dice il vangelo che Gesù guardò questo giovane e lo amò.

Ad alcuni uomini, che hanno fatto bene la scuola media, che sono veramente bravi, e hanno voglia di andare più avanti, Gesù fa questo invito:- Vuoi venire più avanti? Devi fare qualche cosa di più. Devi lasciare, lasciare, lasciare!

– Che cosa devo lasciare? Tuo padre, tua madre, i tuoi fratelli, le tue sorelle, la tua casa, i figli che potresti avere col matrimonio.

– Ma io voglio i figli! «No, devi venire con me. Devi lasciare i campi, la proprietà, la casa».

Questo giovane non è voluto andare. Ha detto: No, mi fermo alla prima tappa, mi basta la terza media, mi basta la vita ordinaria, la vita cristiana.

 

  1. La ricchezza è un ostacolo al cammino di perfezione

Perché uno di noi non diventa santo?

La ragione è questa, Gesù l’ha detta nel sospiro: Com’è difficile per i ricchi entrare nel regno dei cieli!

Perché non si diventa santi? Non si diventa santi perché siamo attaccati alle cose della terra. E chi è attaccato alle cose della terra è ricco. Adesso non pensate a coloro che hanno i miliardi, no, voi! Voi, se siete attaccati ad una sedia rotta di casa vostra, e guai a chi la tocca!, voi siete ricchi.

Se, come fece san Filippo Neri, dopo essermi sporcato le scarpe a causa della pioggia, entro a casa vostra e vi sporco la casa, e voi vi mettete a gridare, significa che siete ricchi, non siete distaccati dalla pulizia che avete fatto.

Essere attaccati alla mamma, essere attaccati al padre – non è peccato amarli, ma essere attaccati e non volerli lasciare! – è essere ricchi. Quindi non pensate ai soldi, li potete avere, ma chi è attaccato è ricco. E chi è attaccato a queste cose, purtroppo non ama Dio sopra ogni cosa, perché tra la casa e Dio, viene prima la casa e poi Dio. Invece per chi ama Dio sopra ogni cosa, viene prima Dio e poi la casa. Io non ho amato mio padre e mia madre? Ma sto qua a parlare a voi.

Chi è capace di fare il sacrificio di rinunziare alla casa propria, alla sicurezza sociale, è distaccato. Voi per dissuadere vostro figlio o vostra figlia dal farsi sacerdote o religiosa, cosa dite? Statti con mamma tua, qua c’è una casa, c’è chi lavora per te, chi ti dà da mangiare, c’è il letto. Vai là, chissà cosa succederà. Là manca la sicurezza sociale, qui c’è la sicurezza sociale, quindi c’è la ricchezza. Sto comodo, perché devo andare là per stare scomodo? E non si va.

La difficoltà è la ricchezza, la difficoltà è l’attaccamento, la difficoltà è la comodità. E Dio aspetta.

 

conclusione

Potreste domandarmi:- Padre, perché Dio chiama?

– Perché Dio sta in cielo e non cammina più per le vie della terra. Duemila anni fa per le vie della Palestina ha camminato Lui e ha salvato Lui, poi se n’è andato in cielo e ha detto a noi: “Andate voi”! Perché chiama? Perché vuole che a Grottaglie ci sia uno che cammini e vada a casa di questo e di quello per dirgli: Andiamo da Gesù Cristo! Andiamo a messa! Diciamo il rosario! Perché hai fatto il male? Facciamo il bene. Gesù Cristo ha perdonato, tu perché non parli con tua madre da due anni?

Ma se non vado io a dire queste cose a quella amica, a quel vicino di casa, Gesù Cristo non ci andrà. Ha detto a noi: Andate per le vie del mondo. Io l’ho fatto quello che dovevo fare, adesso dovete andare voi. E quindi va in cerca di anime generose che non perdano tempo appresso a stupidaggini, perché quel tempo lo devono impiegare per salvarsi l’anima propria e quella degli altri. Gesù Cristo ci aspetta anche quando diciamo:- Non voglio! Però quell’uomo che stava al banco delle imposte, che si chiamava Matteo, noi oggi sappiamo che si chiama san Matteo. Gli disse le stesse cose: “Seguimi”! Lasciò i soldi che aveva sul tavolino e si mise a seguirlo. Ma questo giovane chi è? Non lo sappiamo.