Canterò in eterno alla tua misericordia perchè mi hai salvato – Ap 7, 2-4; 9-14

da un’omelia di P.Francesco Chimienti O.M.

i santi in cielo cantano alla misericordia di Dio

(Ap 7, 2-4; 9-14)

 

  1. Tutti sulla terra soffriamo

          Oggi la Chiesa ci presenta una pagina dell’Apocalisse, che è un libro profetico, scritto da S. Giovanni l’Evangelista, nell’isola di Patmos. S. Giovanni stava in cielo, dinanzi al trono di Dio. Un angelo gli fa vedere una visione e gli spiega un mistero, un altro angelo gli spiega un altro mistero.

Il primo angelo gli spiega il mistero degli uomini che stanno sulla terra e dice: Vedi gli uomini che stanno sulla terra? Tutti soffrono!.

Ecco il grande mistero che ci è stato rivelato: sulla terra si soffre. Non c’è nessuno senza la sofferenza, però tramite questa sofferenza, alcuni si salvano, diventano santi, altri invece non si salvano  perché non l’accettano. Questo è il grande mistero. Soffriamo tutti, ma non tutti si salvano, perché alcuni accettano la sofferenza in isconto dei propri peccati e per la gloria di Dio e si salvano, altri invece rifiutano la sofferenza, ma la sofferenza non solo rimane, ma diventa più acuta, la croce diventa più pesante, e nonostante la sofferenza sia un mezzo di purificazione, si dannano.

Ecco il primo pensiero che ci dice Dio: ricordati che soffrirai e soffrirai fino all’ultimo istante della tua vita. Gesù però lo conforta con queste parole: “Venite a me, voi tutti che siete tribolati ed afflitti ed io vi consolerò”. Avremo la consolazione, ma non l’eliminazione del dolore e della sofferenza. Lo stesso Gesù, quando soffriva indicibilmente nell’orto del Getsemani, rivolgendosi al Padre per avere l’eliminazione della sofferenza e del dolore, gli disse: “Padre, se è possibile, passi da me questo calice (della sofferenza)”. Chiese la grazia della eliminazione della sofferenza, ma Dio non gli tolse il dolore, gli mandò soltanto un angelo che lo consolò. Alla stessa Madonna, che è l’Addolorata, il dolore in persona, come il Cristo è il crocifisso, il dolore in persona, alla stessa Madonna Dio non ha tolto il dolore, ma le ha dato la forza di sopportare la grande sofferenza di vedere il Figlio prediletto, il Santo dei santi, morire in un mare di dolore. La Madonna ha avuto la forza di sopportare. Ecco il mistero.

Ricordatevi che la croce ce l’avete e l’avrete fino all’ultimo istante della vostra esistenza. Nessuno ve la toglierà. Per mezzo della croce vi potrete salvare., come per mezzo della croce potrete dannarvi. Se l’accettate e nella preghiera chiedete aiuto, forza e consolazione, avrete questo da Dio, ma l’eliminazione della croce non l’otterrete giammai.

 

  1. In cielo canteremo alla misericordia di Dio

Il secondo mistero che è rivelato è questo: S. Giovanni vede nel paradiso un’immensità di anime, miriadi di miriadi, quindi miliardi di miliardi che cantano a Dio e alla Chiesa questo cantico: “La salvezza appartiene al nostro Dio  seduto sul trono e all’Agnello”(Ap 7, 10), che sarebbe Gesù Cristo, l’Agnello di Dio.

Ci siamo salvati perché Dio ci ha salvati e Gesù ci ha redenti. La salvezza mia, la mia gloria in Paradiso non sarà merito mio, ma merito di Dio e merito di Gesù Cristo. Ecco il secondo mistero.

In Paradiso andremo con le nostre forze? Saremo noi capaci di salvarci o sarà Dio a salvarci? Sarà Dio! Saremo noi a lavarci il peccato o sarà Gesù? Sarà Gesù.

Tutti uomini e donne, dice S. Giovanni, piccoli e grandi, neri, bianchi e gialli, di tutte le razze, tutti canteremo lo stesso cantico: La salvezza non è stata opera mia, la salvezza è stata opera di Dio e opera del Figlio suo, Gesù Cristo.

La salvezza la dobbiamo aspettare solo da Dio e noi non dobbiamo fare niente? Ecco che cosa ci rivela S. Giovanni: è chiaro che Dio ci rivela questo mistero. Dice così: Questi uomini sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione, vengono dalla Chiesa militante, che soffre, però hanno lavato le loro vesti nel sangue dell’Agnello, cioè hanno chiesto perdono a Dio, e Dio, tramite Gesù, ha dato loro il perdono.

La salvezza appartiene a Dio, è Dio che salva; la salvezza appartiene a Gesù, è Gesù che salva. L’uomo deve  fare una sola cosa:  chiedere perdono a Dio dei suoi peccati. Se si chiede perdono c’è la salvezza; se non  si chiede perdono non c’è la salvezza. La misericordia di Dio è infinita, ma si riversa su tutti i peccatori a condizione che essi riconoscano il loro peccato e lavino per mezzo dei sacramenti la loro anima nel sangue preziosissimo di Gesù.

Con commozione vi dico che ieri sono stato chiamato al capezzale di un moribondo. Da almeno una quindicina di giorni la moglie veniva a dirmi: Padre, mio marito sta per morire, ma non vuole confessarsi! Potevo io salvare quell’uomo che non voleva riconoscere il proprio peccato? No! Io le dissi: Senta, signora, facciamo così: recitiamo il Rosario alla Madonna, tu e io mettendo questa intenzione. Solo Dio può commuovere il cuore di quest’uomo, può convertirlo. Ieri sera viene la moglie e mi dice: Padre, mio marito ha detto che vuole confessarsi e fare la Comunione, poiché intende salvarsi l’anima. Io vado da quell’uomo e lo trovo pervaso da una gioia immensa. Dio gli aveva cambiato la testa.

Chi è che salva? Noi o Dio? Dio! Ma se l’uomo non vuole, Dio lo può salvare? No! Ma se l’uomo vuole salvarsi, Dio lo salva? Sì! Gesù gli toglie tutti i peccati? Sì! E quando andremo in Paradiso canteremo alla nostra santità o alla santità di Dio? Alla santità di Dio! Canteremo al nostro saper fare o alla misericordia di Dio? Alla misericordia di Dio!

Tutti, compreso il nostro S. Francesco di Paola, che non ha mai commesso un peccato grave, compresa la Madonna, che non ha mai commesso nemmeno un peccato veniale, nemmeno un’imperfezione, tutti compresa la Madonna e tutti i Santi che stanno in cielo, canteremo alla misericordia di Dio.

 

 

conclusione

 

  1. Accettate la sofferenza, perché per mezzo della sofferenza ci salveremo.

 

  1. Pregate sempre il Signore per voi e per gli altri, affinché la sua misericordia trionfi sempre durante la nostra vita, ma trionfi in modo particolare nell’ultimo istante della nostra vita. Questa è la grazia che noi chiediamo alla Madonna ogni qualvolta che recitiamo l’Ave Maria: Prega per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte”