Viviamo la Parola perchè aiuteremo noi stessi e il mondo intero – Mc 4, 26-34

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

LA PAROLA DI DIO EDIFICA IL REGNO

(Mc 4, 26-34)

  1. Il regno di Dio si edifica per mezzo della parola di Dio

Gesù ci rivela oggi un mistero: è il mistero della sua parola che edifica il suo regno, il regno di Dio.

Gesù ha costituito il Regno; ma oggi come si costruisce, per mezzo dei soldati? No. Il regno di Dio si difende e si costruisce per mezzo della sua parola. È lui che lo edifica per mezzo della sua parola. La parola di Dio è la parola di Gesù.

Il seminatore che per primo ha detto questa parola, e l’ha detta tutta quanta, è stato il Cristo. Lui poi si è ritirato e ha consegnato questa parola agli uomini.

Ricordatelo sempre: non è più Lui a seminare, l’ha fatto la prima volta, dopo questo compito l’ha consegnato agli uomini.

Gli uomini, attraverso i secoli, devono prendere questa sua parola e la devono ripetere, la devono spiegare agli uomini che si sono succeduti. Cento anni fa c’erano altri uomini e c’erano altri sacerdoti che parlavano nel nome di Dio; adesso ci siete voi e ci sono io che parlo nel nome di Gesù, di Dio. Fra cento anni non ci sarete né voi né io, ma ci saranno altri sacerdoti e altri uomini che edificheranno il regno di Dio, sempre nel nome di Gesù.

Poiché il primo a seminare è stato Gesù, alla fine chi raccoglierà sarà Gesù, nel giudizio finale. Allora Gesù ci dirà: Ti ho dato la mia parola per costruire il regno di Dio dentro di te e salvarti; ti sei salvato per mezzo di questa parola? Sì. In paradiso! Ti sei salvato? No. All’inferno!

Quando il frutto è pronto subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura; però la falce è in mano a Gesù, e la mietitura la farà Gesù. Noi invece, sia che abbiamo seminato, sia che abbiamo ascoltato, dovremo rendere conto del nostro operato.

  1. Il compito dell’apostolo è quello di seminare la parola di Dio

A te, dice Gesù, chiedo soltanto di parlare, cioè di ripetere la parola che io una volta ho detto e che adesso sta in questo libro che si chiama S. Scrittura. Che poi questa parola porti frutto o non porti frutto, non è problema tuo; perché una volta che il seme va nella terra, che il seminatore dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme non si cura più del seminatore, perché è la terra che spontaneamente fa germogliare il seme. È la terra che dà la forza, l’humus, e il germoglio diventa stelo, poi spiga, poi nella spiga il chicco, e poi il chicco pieno.

Responsabili delle parole che Gesù ha detto, e che io ripeto nel nome di Gesù, siete voi che ascoltate, non sono più io.

A Gesù interessa che io adesso pronunzi queste parole a voi; poi io me ne vado a dormire, me ne vado a passeggio; posso fare quello che voglio, non m’interesso più di questa parola. Se la vede Lui con voi, e ve la vedete voi con Lui.

Gesù a me ha detto soltanto questo: Va’ per il mondo intero e annunzia il mio vangelo ad ogni creatura. Questa parola, in virtù della potenza dello Spirito Santo, produrrà il suo frutto, sia che loro sono svegli, sia che dormano, sia di giorno e sia di notte. È tutta opera della fecondazione dello Spirito Santo e della docilità di chi ha ascoltato questa parola. Ecco il mistero che è stato rivelato da Dio adesso con questa parabola.

  1. Il mistero della fecondità dell’apostolato

Io sono sacerdote e vorrei che le anime si convertano e crescano spiritualmente, che lascino il peccato, o che vivano nella grazia con una spinta maggiore. Intanto predico, predico, predico e non raccolgo niente.

Prima mi abbattevo, mi scoraggiavo, entravo in crisi; dicevo: che cosa devo fare? Non devi fare proprio niente, non è un problema tuo, Gesù mi ha risposto. Il problema tuo è solo questo:
ripetere la parola che io ho detto una volta, a questi fedeli di Grottaglie che sono venuti a messa.

Anche voi ora dovete ripetere agli altri la parola che udite, perché Gesù ha detto: non esiste luogo dove questa parola non debba essere ripetuta. Potete andare in piazza, al mercato, in casa, per la strada, di giorno, di notte, nel salotto, sul posto di lavoro, dove volete, ma ripetete la parola di Gesù.

L’avete ripetuta ma non vi hanno ascoltato? Non è problema mio, né problema vostro; è problema di quell’anima che ha ascoltato la parola, ed è problema dello Spirito Santo che deve fecondare quella parola; ma non è un problema del seminatore. A me Gesù ha chiesto solo questo: di seminare e poi ritirarmi, perché all’attecchimento del seme, allo sviluppo del seme e alla mietitura ci penserà Lui; io non c’entro per niente.

Stamattina io dico: Grazie, Signore, perché mi hai chiamato a collaborare con te alla conversione delle anime e alla loro salvezza. Poteva fare Lui anche la semina, invece no. Una volta l’ha fatta Lui, poi si è ritirato e ha detto: aiutami tu! Ecco l’apostolato. Però dopo che io ho fatto questo non mi devo più scoraggiare. Se le anime si salvano o non si salvano, non è un problema mio. Ecco perché devo pregare, ecco perché devo soffrire. È invece problema mio ascoltare la stessa parola, e mettere in pratica docilmente quello che Dio ha detto a me. Questo è problema mio.

Io tengo due problemi: uno è per voi, uno è per me.

  1. Per voi io devo parlare, e lo faccio; lo faccio pure in campagna quando incontro qualche contadino. Non mi ascolta? Non è problema mio, se la vede lui, io gliel’ho detto.

A voi ho detto che durante la messa non dovete dire il rosario. Voi continuate a dirlo? Non è problema mio, io dovevo solo dirvi: guardate che la Messa è preghiera, quindi se fate la preghiera della messa non potete fare la preghiera del rosario. Voi continuate a farlo? Fatelo, non è problema mio; ve la vedete con Gesù Cristo. Il mio problema era dirvelo.

Quando voi parlate, chiacchierate e riducete la chiesa ad un mercato, io vi ho ripreso, ma voi continuate a parlare? Non è problema mio; il mio problema era di dirvi che Gesù è presente nel tabernacolo e che per rispetto dovuto a Lui dovete stare in preghiera, non a chiacchierare. Uscite fuori e chiacchierate pure; ma chiacchierare con Gesù significa pregare. E poi, se non volete pregare voi, non dovete disturbare gli altri che vogliono pregare.

  1. Il secondo problema è che anch’io devo leggere la parola di Dio, anch’io devo meditarla, anch’io devo ascoltarla e stare attento.

Dice il Signore: accogliete docilmente la parola che è stata seminata, perché questa parola può salvare la vostra vita. Se l’ascoltate o non l’ascoltate, sarà questa parola a giudicarvi. Non sarò io, alla fine dei tempi, ha detto Gesù, a venire da te e a chiederti conto di ciò che hai combinato; sarà la mia parola a giudicarti, perché non hai fatto quello che ti ho detto.

Ecco i due compiti di ciascuno di noi: ascoltare Dio e parlare agli altri nel nome di Dio. Ascoltare Dio per convertirsi, e dare agli altri, in modo che anche gli altri si convertano.

A me chi mi salva? La parola di Dio con la potenza dello Spirito Santo. A voi chi vi salva? La parola di Dio con la potenza dello Spirito Santo.

Io, apostolo, posso mai dire: ho convertito Grottaglie? No. Posso dire: ho convertito voi? No. Io non converto. Vedete da quanto tempo sto parlando? E voi come eravate siete rimaste. Ma non mi devo scoraggiare, perché ho fatto il mio dovere: quello che vi dovevo dire l’ho detto; adesso ve la vedete voi con lo Spirito Santo.

Se tu rispondi allo Spirito Santo ti salvi, se non rispondi allo Spirito Santo non ti salvi; però non gli potrai dire: Perché non me l’hai detto?, perché lo Spirito Santo ti dirà: Io, per mezzo di P. Chimienti, ti ho detto come dovevi fare.

conclusione

Aiutiamo Gesù a seminare. Aiutiamo Gesù a dire la sua parola nel suo nome, perché lui non salverà nessuno, se non c’è un uomo che parli nel suo nome.