Mio Signore, desidero incontrarti: oggi e per sempre! – Lc 21, 20-28

 

da un ritiro ai catechisti tenuto da P. Francesco Chimienti O.M.

Grottaglie, 27.11.1994

 

COME IL CRISTIANO DEVE PREPARARSI

ALL’INCONTRO COL CRISTO

(Lc 21, 25-28. 34-36)

 

I. Il pensiero dei quattro novissimi deve portare il cristiano ad incontrare il Signore vegliando e pregando 

  1.  I quattro Novissimi

 

Ascoltando le letture di questi giorni vi sarete accorti che la Chiesa, alla fine e all’inizio dell’anno liturgico ci fa meditare sulle quattro realtà che avverranno alla fine della nostra vita, sui quattro Novissimi: morte, giudizio, inferno e paradiso.

 

  •   La morte

Quando morremo? Nessuno lo sa. Quando avverrà la fine del mondo? Nessuno lo sa, perché Dio non l’ha comunicato a nessuno.

Ha detto Gesù: “Quanto poi a quel giorno o a quell’ora, nessuno li conosce, neanche gli angeli nel cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre” (Mc 13, 32).

Quindi, se vi diranno che la fine del mondo avverrà nel 2000 o nel 2010, non credete, perché nessuno lo sa, né lo saprà.

La fine del mondo per ciascuno di noi sarà la nostra morte.

 

  •   Il giudizio

Dopo la morte ci sarà il giudizio particolare, e alla fine del mondo ci sarà il giudizio universale.

 

  •   L’inferno e il paradiso

Dopo il giudizio ci sarà una sentenza: un premio, il paradiso, per chi ha osservato i dieci comandamenti; un castigo, l’inferno, per chi non li ha osservati.

Le cose che avverranno alla fine della nostra vita sono i quattro novissimi; poiché sono molto importanti, Dio ha detto: Figlio mio, ricordati di queste quattro verità e non peccherai certamente.

La Chiesa ha recepito questo pensiero di Dio e ci fa meditare sui novissimi per un mese.

Il vangelo di oggi ci parla di queste realtà e ci invita a prepararci all’incontro col Signore.

 

  1. Come ci dobbiamo preparare a questo incontro?

  •    Vegliando

Occorre vegliare, cioè stare con gli occhi aperti per non cadere nel peccato. Dice la S. Scrittura: “Chi ama il pericolo in esso si perderà” (Sir 3, 25).

 

  •   Pregando in ogni momento

I moralisti ci hanno detto di pregare per almeno mezz’ora al giorno, Gesù invece ci ha detto di pregare “in ogni momento” (Lc 21, 36).

Alcuni cristiani pensano di pregare facendo al mattino un segno di croce e basta!

Se chiedo: Per voi questo significa pregare?, mi rispondono: Ho molto da fare!

Gesù ha detto: Non appesantite il vostro cuore “in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita” (Lc 21, 34).

Voi vi preoccupate di tutti, ma dimenticate che renderete conto al Signore di voi personalmente, non degli altri.

A questo proposito san Paolo dice: Figli miei, la vita del cristiano è un continuo combattimento contro il male, per cercare di rimanere in piedi.

Noi lottiamo continuamente contro le concupiscenze, il mondo, il demonio per non cadere nel peccato mortale. Infatti, poiché il diavolo sta nell’inferno, vuole che noi andiamo con lui.

La S. Scrittura chiama il diavolo il Nemico. Noi abbiamo un solo nemico: il diavolo, e dobbiamo combattere contro di lui per tutta la vita. In realtà c’è una schiera di diavoli contro la quale dobbiamo combattere.

Dice Gesù: “Quando lo spirito immondo esce da un uomo, se ne va per luoghi aridi cercando sollievo, ma non ne trova. Allora dice: Ritornerò alla mia abitazione, da cui sono uscito. E tornato la trova vuota, spazzata e adorna. Allora va, si prende sette altri spiriti peggiori ed entra a prendervi dimora; e la nuova condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima” (Mt 12, 43-45).

Una volta san Francesco liberò dai demoni un ossesso, ma prima di cacciarli chiese: Quanti siete? Risposero: Siamo una legione, cioè dodicimila!