Gesù, mite e umile di cuore, rendi il mio cuore simile al Tuo – Lc 19, 41

Da un’0melia di P. Francesco Chimienti O.M.

IL PERCHÉ DEL PIANTO DI GESU’

(Lc 19, 41)

 

  1. Gesù piange su Gerusalemme

 Gesù era partito dalla Galilea, aveva attraversato la Samaria e si era avviato decisamente, attraverso la Giudea, verso Gerusalemme. Il sentiero che Gesù e gli apostoli facevano a piedi passava dal monte degli Ulivi, che si trova proprio dirimpetto al monte Sion dove sorge Gerusalemme, e lo spettacolo è veramente meraviglioso.

Gesù dalla sommità del monte degli Ulivi vede con un colpo d’occhio tutta Gerusalemme ai suoi piedi e piange.

Gli apostoli non capivano il pianto di Gesù, ma lo spiega lui stesso dicendo a Gerusalemme, non alle mura ma agli abitanti: “Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace”. Ma il tuo cuore è indurito e tu non vedi più niente!

 

  1. Gesù piange su di noi

 Voi che mi state ascoltando state pensando forse a Gerusalemme che non ha voluto accogliere Gesù, invece dobbiamo pensare a noi, perché adesso Gesù piange su di noi. Ha visto la tua anima e ha pianto.

Voi credete che Gesù ha pianto solo una volta? Ora Gesù piange, e piange proprio su di te. Ogni qualvolta un’anima cade nel peccato mortale e vive nel peccato mortale, produce nel cuore di Gesù il pianto. Se avessi compreso anche tu il giorno della pace! Sono venuto a salvarti, sono venuto a portarti la gioia e tu la rifiuti; sono venuto a portarti la pace e tu non la vuoi! Ci vuole tanto bene che dinanzi alle rovine di un’anima Gesù non può trattenere le lacrime e piange!

Qualcuno forse sta pensando che P. Chimienti ha una fantasia molto viva e sta inventando queste cose. Dovete solo aspettare qualche anno, e quando morrete vedrete che tutte queste cose sono vere. Noi percepiamo soltanto le verità naturali, non percepiamo le verità soprannaturali.

 

  1. Un’anima in peccato mortale è una desolazione!

 Avete visto mai una città bombardata? I giovani no, ma noi più anziani l’abbiamo vista. Una città bombardata è tremendo vederla. Vedere la propria casa distrutta è qualche cosa che distrugge nel cuore. Un’anima in peccato mortale è peggio di una città bombardata, è peggio di una casa distrutta, è peggio di un campo devastato, di un vigneto rovinato dalla grandine. Voi non le avete mai viste queste cose. Fanno piangere! Io ho visto i contadini piangere dinanzi ad un bel vigneto abbattuto da una grandinata. In cinque minuti ha distrutto il lavoro di un intero anno!

Queste cose le vediamo, le tocchiamo con mano e quindi piangiamo, invece le realtà soprannaturali, cioè lo stato di un’anima in peccato mortale non lo vediamo, non lo tocchiamo con mano; ma Dio vede queste cose? Sì che le vede! La passione di Gesù, la morte di Gesù non dovete pensare che sono state sofferte una volta e oggi Gesù sta così bene in paradiso che si mette a ballare e a cantare!

Gesù segue la storia dolorosa di ciascuno di noi, di me e di te, e rinnova la sua passione mortale ogni giorno. Io sto celebrando la messa; sapete che sto facendo? Sto rinnovando il sacrificio della croce. Io metto in croce di nuovo Gesù; lo uccido sulla croce e lui versa il suo sangue e salva me e voi. Beato chi capisce queste cose. Bisogna vivere di fede! Tu che stai a casa tua e conosci che tuo marito sta in quelle condizioni, tua moglie in quelle condizioni, tuo figlio anche, sai che cosa tieni tu? Tieni una casa distrutta, cioè una casa dove Gesù sta fuori la porta e piange la desolazione di casa tua. Quante volte ha bussato a casa tua, forse con un lutto, forse con un posto, forse con una nascita, forse con un matrimonio, forse con una lettura buona, forse con una disgrazia, forse con la parola di un nemico, di un amico, e tu che cosa hai fatto? L’hai rifiutato! Quella parola, quella disgrazia, quel lutto era una visita del Signore. Non dovete credere che Dio dorme sulla sorte delle nostre anime; veglia, ci segue; se le cose vanno bene è felice, ma se le cose vanno male piange.

 

conclusione

Ora io dico a te: guarda l’anima tua. Gesù questa sera per te piange o è contento? Per la tua famiglia piange o è contento? Per la tua parrocchia piange o è felice? Per la tua città piange o è felice? Per la tua parentela piange o è felice? E tu piangi con lui o non te ne importa del suo pianto?