Voglio riempire la tua vita! – Lc 18, 35-43

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca, 21.11.2004

 

LE CONDIZIONI

PER OTTENERE TUTTO

DA DIO

 

(Lc 18, 35-43)

 

Su questo brano del vangelo di Luca che parla del cieco di Gerico vi farò la meditazione e vi dirò quali sono le condizioni per ottenere tutto da Dio.

Dovete nutrire l’anima vostra con la Parola di Dio.

Le condizioni per ottenere tutto da Dio sono tre: sentire la necessità di qualcosa, chiedere con fede, chiedere con umiltà.

 

  1.        Sentire la necessità di qualcosa

 Chi non sente la necessità di avere qualcosa, certamente non chiederà con fede e certamente non chiederà con umiltà. Il figlio che vuole dal padre qualcosa, e la vuole veramente, è insistente. Così è con Dio, vuole essere supplicato, vuole essere pregato per tanto tempo fino a quando Lui, che vede tutto e conosce tutto, si accorge che di quella cosa sentiamo la necessità e ce la concede.

Il cieco di Gerico, che prima vedeva e poi non più, per cui chiedeva l’elemosina, sentiva dentro di sé la necessità di vedere di nuovo, per lavorare e darsi da vivere. Appena sente che passa Gesù il Nazareno che fa i miracoli, si mette a gridare, perché non vuole che passi inutilmente dinanzi a lui.

Chi sente la necessità di avere qualche cosa da Dio, la deve chiedere con fede viva e con umiltà. Alla fede e all’umiltà è legata l’infallibilità delle nostre richieste.

            I due personaggi di questo vangelo sono Gesù e il cieco. All’inizio uno è estraneo all’altro.

“Mentre Gesù si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada” (Lc 18, 35).

Uno è estraneo all’altro; uno si avvicinava a Gerico e l’altro chiedeva l’elemosina. Non ci sono dei nessi di interdipendenza.

Quando noi andiamo in chiesa per chiedere al Signore qualche cosa che ci interessa, sembriamo estraneo all’altro, ma in realtà l’uno cerca l’altro. Io sono andato in chiesa per partecipare alla Messa; il Signore che veglia su tutti gli uomini, tiene gli occhi aperti anche su di me. Sembriamo uno estraneo all’altro, ma in realtà l’uno cerca l’altro. Non appena i nostri interessi incrociano il Cristo, subito tutto si chiarisce: vediamo che il Cristo ci cercava per salvarci e per farci felici.

La guarigione del cieco non è un miracolo venuto all’improvviso, è un miracolo già pensato dal Cristo che non vedeva l’ora di soddisfare il desiderio ardente di quel cieco.

            Le nostre necessità sono di carattere materiale e di carattere spirituale.

Sentite la necessità di avere da Dio il dono della carità, della fede, dell’umiltà? Oppure non chiedete l’umiltà per non avere le umiliazioni? Però per Iddio queste nostre necessità ci devono portare alla conversione e alla salvezza. Dio non fa miracoli, se non in vista diretta o indiretta dell’eternità.

Gesù è impegnato a salvarci. È crocifisso, ma è il Salvatore. È stato dichiarato dagli uomini fallito, ma non lo è, infatti dopo cinquanta giorni dalla sua risurrezione lo Spirito Santo ha operato tante conversioni e la Chiesa si è diffusa, ed ancora oggi lo Spirito Santo continua ad operare. Per Iddio i nostri interessi ci devono portare alla salvezza.

Il cieco ha ottenuto subito la vista, ma dopo ha lodato il Signore, lo ha ringraziato ed è diventato suo discepolo. Il miracolo è servito alla sua salvezza.

I nostri interessi devono essere la nostra salvezza e la salvezza dei fratelli, ma anche ottenere il dono delle vocazioni, in modo che si realizzi l’avvento del Regno di Dio. Infatti più gente c’è a lavorare nel campo del Signore, più persone si salvano.

Quando Gesù vide che la folla era immensa e gli operai erano pochi, disse ai suoi discepoli: “Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!” (Mt 9, 38).

 

  1.        Chiedere con fede

 Il cieco crede fermamente che Gesù è il Messia e che, se vuole, può dargli la vista. Sentendo passare tanta gente domandò che cosa accadesse e gli risposero:- Passa Gesù il Nazareno.

Egli aveva già dentro di sé la fede, infatti pensa: Se riuscirò ad avvicinarmi a Gesù, gli chiederò il miracolo perché, se l’ha fatto agli altri uomini, lo può fare anche a me, per cui grida: “Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me” (Lc 18, 38).

Gesù alla fine conferma che il cieco chiede il miracolo con fede: “Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato” (Lc 18, 42).

Bisogna chiedere con fede! Dobbiamo credere fermamente che il Cristo è l’Onnipotente e che può fare in cielo e in terra tutto ciò che vuole.

Nell’Apocalisse leggiamo che in cielo i Santi e gli Angeli inneggiano, dinanzi al trono di Dio, a questi tre suoi attributi: l’onnipotenza, la santità e l’eternità. Il nostro Dio è l’Onnipotente che può fare tutto ciò che vuole, sia in cielo che in terra.

Non ci sarà mai una richiesta fatta da noi che lui non possa soddisfare. Può fare tutto in cielo, in terra e in ogni luogo, tutto ciò che vuole, però, per ottenere le grazie dobbiamo chiedere con fede. “A Dio tutto è possibile”. Dovete fondare la vostra fede sulla Parola di Dio che dice: “Nulla è impossibile a Dio”. E a quel tale che metteva in dubbio l’onnipotenza divina, il Signore rispose: Che forse il braccio del Signore si è accorciato?

Bisogna chiedere con fede, perché se dubiti, se esiti, non credi. Dunque non hai niente. L’incredulità lega le mani a Dio. Non avete, non perché il Cristo non vi vuole dare, ma perché voi non volete le grazie.

Noi dobbiamo credere fermamente senza esitare, che Dio può darci ciò che chiediamo, e dobbiamo chiedere con fede nella S. Messa. Diceva san Filippo Neri: Tutto ciò di cui sentite la necessità, se lo chiederete con fede nella S. Messa, certamente l’otterrete.

Se volete sapere come fare per chiedere e ottenere infallibilmente da Dio, chiedete nella S. Messa, perché chi chiede nella S. Messa non siete voi, ma è il Cristo con voi; quindi ottenete tutto.

Io quando celebro la S. Messa e leggo senza distrazioni la preghiera eucaristica, mi sento in paradiso insieme alla Madonna e ai Santi. Si chiede il meglio nell’unità col Cristo, si ha la pienezza dello Spirito Santo così come l’ha avuta Maria Santissima. Il mio consiglio è di arrivare in chiesa cinque minuti prima che incominci la S. Messa, in modo da poter fare le vostre richieste a Gesù.

Non sciupate la S. Messa, non sciupate la preghiera di domanda, di petizione da farsi durante la S. Messa, perché abbiamo bisogno di tutto! Però, purtroppo, spesso non chiediamo niente.

 

  1.        Chiedere con umiltà

 Alla fede, il cieco di Gerico unisce l’umiltà. Egli, dicendo: “Gesù, figlio di Davide”, dimostra di avere la fede. Aggiungendo: “Abbi pietà di me!”, rivela di essere umile.

Era seduto a mendicare lungo la strada, e da mendicante si presenta al Dio Onnipotente.

Nella S. Messa, dinanzi a Gesù Eucaristia, dimostriamo l’espressione più alta della nostra fede, perché ci inginocchiamo dinanzi a un pezzo di pane, credendo alle parole dette da Gesù: “Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue”.

Quando vi volete esercitare al massimo grado nella fede, mettetevi dinanzi a Gesù Eucaristia, sia con la Comunione, sia nella Messa, sia nella visita a Gesù Sacramentato.

L’espressione più alta della fede si manifesta dinanzi a Gesù Eucaristia. Siate anime eucaristiche, anzi pazze d’amore per Gesù Sacramentato.

Bisogna chiedere con umiltà. Durante la Messa questo lo facciamo dall’inizio alla fine, infatti sempre ci presentiamo come peccatori.

Il sentimento di umiltà è quello che la Chiesa esige moltissime volte nella S. Messa. Tutto incomincia con l’umiltà e tutto finisce con l’umiltà. Però tutto si ottiene nella S. Messa e con la S. Messa, e si ottiene per la fede e per l’umiltà.

Per essere umili non dovete pretendere la grazia, ma dovete supplicare il Signore perché ve la conceda.

conclusione

Al miracolo da parte del Cristo deve seguire il ringraziamento e la lode da parte nostra.

Il vangelo ci dice che prima Gesù fece il miracolo: “Abbi di nuovo la vista!”, e “Subito ci vide di nuovo”. Dopo, il cieco miracolato cominciò a seguire Gesù lodando Dio. Egli cambia vita e segue il Cristo.

Lodare significa anche ringraziare. “Tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio” (Lc 18, 43).

All’intervento del Cristo deve subentrare, da parte dell’interessato, il ringraziamento e la lode. Non c’è ringraziamento e lode migliore della S. Messa. Quando volete ringraziare adeguatamente Dio, dovete far celebrare una S. Messa, dovete partecipare alla S. Messa, perché tutta la S. Messa, dal principio alla fine, non è altro che una lode e un ringraziamento a Dio Padre, a Dio Figlio, a Dio Spirito Santo, che ha riempito l’umanità intera dei suoi doni, anche se tanti doni sono disprezzati e non accettati. Noi li dobbiamo accettare e sfruttare nel migliore dei modi.

Quando chiedete nella S. Messa, avete a vostra disposizione la stessa onnipotenza del Cristo, che ha detto: “Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete” (Gv 16, 23-24).

Quando si celebra la Messa chiediamo ogni cosa nel nome di Cristo!

 

 

Una risposta a “Voglio riempire la tua vita! – Lc 18, 35-43”

  1. È un incanto questa omelia di P.Francesco!!!! Quanta Illuminazione nel porgerci la Parola di Dio nei suoi profondi contenuti.Il mio dolore è quello di non riuscire a memorizzare molto e mi affido Lui per intercessione presso ill ns.Padre Celeste affinché in pienezza io veda, incarni la Parola , la metta in pratica , esca da me e sia tutta protesa in Dio e per i fratelli.Amen.

I commenti sono chiusi.