Ti ho amato di amore eterno – Gv 15, 12-17

da un ritiro tenuto da P. Francesco Chimienti O.M.

10.04.1971

L’AMORE FRATERNO 

(Gv 15, 12-17)

Continuiamo ad ascoltare Gesù nell’ultima cena. Sono cose che ripetiamo ogni anno, ma è bene di tanto in tanto ritornare sugli stessi concetti e approfondirli, soprattutto se il Signore ci dà la grazia di vedere e sentire le sue parole sotto una nuova luce.

  1. “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati” (Gv 15, 12).

Questo pensiero di Gesù lo conosciamo da parecchio tempo. È stato un chiodo fisso della sua predicazione. Nell’ultima cena aggiunge però un aspetto nuovo che non aveva mai detto; lo dice nell’ultimo giorno della sua esistenza: “come io ho amato voi”.

Gesù mai aveva detto questo. Ci aveva comandato di amarci, di amare anche i nemici; aveva detto: che merito c’è se voi amate i vostri amici? Pregate per i vostri persecutori. C’è scritto: occhio per occhio, dente per dente, ma io vi dico: amate anche i vostri nemici. Non aveva mai detto questa espressione, perché Gesù ha voluto prima fare e poi insegnare.

Dopo aver espletato tutta la sua vita, poteva senz’altro dire: come io ho amato voi.

Come ci ha amati? Di un amore immenso.

L’apostolo san Paolo arriva a dire che noi non eravamo degni dell’amore di Gesù, infatti ci ha amati quando eravamo suoi nemici.

Gesù ha lasciato il cielo, è venuto sulla terra, ci ha redenti, non perché eravamo suoi amici, ma perché eravamo suoi nemici. L’amore è stato immenso, perché ha messo a disposizione di questo amore l’infinito. Nell’infinito non ha calcolato, ha messo tutto se stesso, ha esaurito tutto se stesso.

Amatevi come io ho amato voi! Gesù ha amato Nicodemo, uno che lo ammirava, lo voleva ascoltare, ma nel medesimo tempo voleva compiere qualche compromesso con la gente, col popolo, non voleva farsi vedere. Ebbene Gesù è sceso fino ad insegnare privatamente a un solo uomo, anche se era preoccupato della stima degli uomini.

Si è adattato a Zaccheo, un ladro che aveva il desiderio di vedere Gesù, ma nel medesimo tempo lo voleva vedere da lontano, senza compromettersi troppo, senza farsi vedere. Gesù si fa invitare a casa sua. Zaccheo si sarebbe accontentato soltanto di vedere Gesù, invece Gesù non solo si fa vedere, ma gli dà tutta la sua persona come presenza fisica e morale, va a casa sua e mangia con lui.

Tu pensi che io abbia vergogna di te? Invece io non solo che non ho vergogna, ma dinanzi al popolo ti dico: Zaccheo, scendi perché io vengo a casa tua. Non c’è bisogno di nasconderti, starò a tua disposizione.

Gesù ha amato un pubblico peccatore, un ladro!

Ha amato l’adultera tanto da difenderla, con un amore infinito. E l’ha salvata non offendendo nessuno:- Ti ha condannata qualcuno?

– Nessuno, Signore!

– Ebbene non ti condanno nemmeno io.

Ha amato la Maddalena, ha avuto la santa pazienza di attenderla, di parlare al suo cuore, di farle il miracolo; poi le ha concesso tutto. Lei aveva amato in maniera sensuale, adesso le permette di amare le stesse persone, ma in maniera soprannaturale. L’abbraccio, il bacio, le lacrime; le ha permesso tutto! Basta cambiare l’intenzione e già si vede che l’amore nobilita.

È il caso di fare l’elenco di tutti i peccatori che Gesù ha incontrato, che Gesù ha convertito, che Gesù ha capito? No, però mi dovete permettere due esempi: Pietro e Giuda.

Pietro è presuntuoso, ma pieno di amore, e Gesù lo rimbecca. Nell’ultima cena dice Gesù: Dove io vado voi non potete venire!

– No, Signore, io sono disposto anche alla morte, vengo con te.

– Pietro, smettila. Vuoi sapere chi sei tu? Non ti credere di essere superiore agli altri. Gli altri scapperanno, ma anche tu scapperai.

– Io sono disposto a morire!

– Questa notte, fra poche ore, quando sentirai il gallo cantare già mi avrai rinnegato tre volte.

Voi pensate che san Pietro ha creduto a Gesù? No, non ha creduto; ha continuato a credere nelle sue forze umane.

Nell’orto del Getsemani Gesù chiede a Pietro, il quale poco prima aveva detto che era disposto a dare la sua vita, il favore di vegliare con lui e pregare per lui. Prega per me perché io sono addolorato, sono triste! Gesù gli ha manifestato i sentimenti del suo animo, poi si è allontanato. Quando è tornato l’ha trovato che dormiva.

Gesù non accetta la presunzione degli uomini; accetta il peccato ma non la presunzione. Agli altri non dice niente, perché gli altri non hanno detto: Signore, sono disposto anche a morire. Non hanno presunto e Gesù non fa loro nessun rimprovero. Pietro invece che aveva presunto, lo coglie sul fatto, lo rimprovera come sapeva e poteva rimproverare Gesù.

Giuda ha vegliato tutta la notte, ha lasciato il cenacolo, è andato a mettersi d’accordo, ha avuto i soldi, è sveglio e ha detto pure come deve fare: con un bacio io vi darò il segnale per indicarvi chi è il Maestro. Ora sta venendo e tu, tu che sei il mio amico e hai detto che sei disposto a mettere anche la tua vita per me, non sei stato capace nemmeno di vegliare un’ora sola con me!

Quando Pietro vede che Gesù veramente sta per essere preso e legato, usa sempre il metro umano, fa sempre il presuntuoso, colui che è capace di risolvere tutti i problemi: taglia l’orecchio di Malco. Ma Gesù lo rimprovera: non è questo che io voglio da te, non lo sai che io devo fare la volontà del Padre mio? Non vi ho detto che qualunque cosa io chiedo al Padre lui me la darà? Se io chiedessi al Padre dodici legioni di angeli, non me li darebbe? Ma questa è l’ora delle tenebre, è necessario che io faccia la volontà del Padre!

Ancora Pietro non capisce. E Gesù lo insegue sempre con la sua misericordia. Non gli dice: non hai voluto vegliare, stai facendo sciocchezze! No, accetta sempre l’amore di Pietro. E quando lo rinnega veramente, Gesù non lo rimprovera, lo guarda.

Dove basta una parola, non ditene due – non ricordo di chi è questa frase, forse è sant’Agostino – dove basta una frase, non fate un discorso; dove basta uno sguardo, non dite una parola!

Gli ha fatto vedere la sua nullità. Ecco come io ho amato voi! E l’ha continuato ad amare, tanto è vero che nel giorno della risurrezione, tutti sono del parere che Gesù si è fatto vedere per primo, oltre che dalla Madonna, da Pietro. Da Pietro, non da Giovanni. Giovanni non l’ha visto; Giovanni l’ha visto con gli altri apostoli. Tutti hanno detto: è apparso a Pietro e agli altri apostoli.

Pietro, appena ha visto Gesù si sarà gettato ai suoi piedi, l’avrà abbracciato e baciato e gli avrà detto: perdonami!

Noi non sappiamo niente di ciò che si sono detti, ma l’atto di delicatezza e di gentilezza, Gesù l’ha compiuto nei riguardi di colui che lo aveva rinnegato. Lo ama!

Come io ho amato voi, così dovete amare, dice Gesù.

Padre, ma quello mi ha tradito, mi ha rinnegato, mi ha detto questo! Amalo come ha fatto Gesù; come se niente fosse stato.

Ma soprattutto è grande l’amore di Gesù verso Giuda.

Gesù, dovendo dare un attestato di predilezione agli apostoli, sceglie come prediletto nell’ultima cena Giuda. Fa venire le vertigini!

Gesù era capo famiglia e aveva il diritto di prendere un pezzo di pane, di intingerlo in una specie di marmellata cotta nel vino, e darlo al suo beniamino di quella sera. Tutti si aspettavano Giovanni, si aspettavano Pietro; lo dà a Giuda.

“Ti amo!”. Questa è la risposta di Gesù.

E prima, quando ha lavato i piedi agli apostoli, dinanzi alla protesta di Pietro, Gesù non offende, salva la carità, ama: Voi siete mondi, ma non tutti. Intendeva parlare del traditore.

“Quello che devi fare, fallo presto”. Giuda ha capito; lui doveva capire, non dovevano capire gli altri. Gesù lo insegue, gli vuol dire: chi te lo fa fare?

Giuda ha deciso il tradimento, ebbene Gesù accetta il tradimento. E prima di farsi tradire, ormai si trattava di attimi, lo mette dinanzi alla sua responsabilità: Che sei venuto a fare? È un interrogativo! All’interrogativo bisogna dare una risposta. Giuda ha dato la risposta: Sono venuto per tradirti. E quindi dentro se stesso doveva dire: Che sto facendo? Lui lo sa! Non accetta questa grazia di Dio!

Voi lo sapete, il tradimento si fa sempre nel segreto, questa è la tecnica del tradimento. Il giorno in cui il traditore è svelato non tradisce più. Invece Giuda si avvicina e lo bacia. Gesù ancora vuol dirgli: ti perdono, ti amo, ti voglio bene; infatti gli dice: “Amico, con un bacio tradisci il tuo Maestro?”. Amico! Io sono il tuo Maestro! Il tuo!

Non accetta. Però queste parole portano lo scompiglio nel cuore di Giuda; va via. Gesù lo perseguita non più con la sua voce, ma con lo scrupolo di coscienza, tanto che pur essendo tanto attaccato ai soldi, va dai sommi sacerdoti a restituirli: “Ho tradito il sangue del giusto!”. Ha riconosciuto di aver compiuto un male, ha tradito il sangue del giusto.

“Che ce ne importa?”, gli dicono. Giuda non è contento, getta le monete per terra ed esce dal tempio. La sua decisione è il suicidio. Va ad impiccarsi, però non sappiamo se si è dannato. Gesù l’ha inseguito con l’amore.

Come io ho amato voi! Gesù ha amato il traditore!

            L’ultimo esempio è quello della croce.

Un brigante sta sulla croce: “Signore, ricordati di me quando sarai in paradiso!”.

Gesù aveva tutto il diritto di dire: Non ti perdono! No, l’ha amato: Oggi stesso sarai con me in paradiso!

“Questo è il mio comandamento, che vi amiate gli uni gli altri”. Come? “Come io ho amato voi”.

Se siete capaci, fatelo. Quando vi troverete dinanzi a determinate difficoltà vedete come Gesù si è comportato dinanzi a queste difficoltà: ha amato o non ha amato?