Sorgente di Vita che dona vita – 1 Re 2, 1-4 – Mc 6, 7-13

2002

2012

Mc 6, 7-13 – La povertà degli apostoli

Mc 6, 7-13 – Il Cristo desidera la povertà dai suoi

ACCETTARE LA MORTE DALLE MANI DI DIO

(1 Re 2, 1-4)

Il secondo capitolo del primo libro dei Re parla della morte di Davide, che consegna il regno a suo figlio Salomone e gli fa le ultime raccomandazioni.

Davide aveva molte mogli, da cui aveva avuto moltissimi figli, i quali aspiravano tutti ad essere i successori di Davide, loro padre, sul trono.

Ebbene tra tutti i suoi figli, chi diventò re fu Salomone, il figlio di Betsabea, l’adultera, la moglie di Uria.

Il regno Davide non lo diede a nessuno degli altri figli, ma lo diede a Salomone. Può sembrare un errore, ma anche gli errori nelle mani di Dio servono per scrivere la storia.

C’è da chiedersi: questo è un errore dell’uomo, oppure Dio ha scelto Salomone, il figlio dell’adultera, per essere il capostipite del suo figlio Gesù, che doveva nascere da Maria? Dio aveva scelto Salomone ad essere il discendente di Davide, per cui ha permesso che nella genealogia di suo figlio fossero presenti anche i peccatori e le peccatrici.

  1. La morte è la strada di ogni uomo sulla terra

Davide sente che è giunta la sua ora e fa a Salomone le ultime raccomandazioni. Gli dice:

         “Io me ne vado per la strada di ogni uomo sulla terra. Tu sii forte e mostrati uomo. Osserva la legge del Signore tuo Dio, procedendo nelle sue vie ed eseguendo i suoi statuti, i suoi comandi…, perché tu riesca in ogni tua impresa e in ogni tuo progetto, perché il Signore attui la promessa che mi ha fatto” (1 Re 2, 2-4).

Davide dice: “Io me ne vado per la strada di ogni uomo sulla terra”, ossia muoio.

La morte è la strada di ogni uomo sulla terra. Tutti dobbiamo morire: mio padre, mia madre, mia sorella, i miei nipoti e io stesso.

  1. Il giorno della morte lo stabilisce Dio

È un mistero il giorno della morte, nessuno lo conosce. Tutti dobbiamo morire; non importa di quale morte, ma dobbiamo morire tutti. Perciò quando muore qualche persona cara non dobbiamo fare tragedie, ma dobbiamo dire: Grazie, Signore, per aver dato la vita a mio padre, a mia madre, ai miei fratelli!

Tutto è scritto nel libro della vita, per cui quando arriva la morte si deve accettare come una cosa naturale, come si accetta il pranzo a mezzogiorno.

 

  1. La morte è inevitabile e solo Dio conosce il perché di una morte

Sappiamo per fede che la morte ci coglie nel momento più favorevole per noi, perché Dio è preoccupato della nostra salvezza eterna. Dio sa che se quell’uomo vivesse ancora andrebbe incontro alla dannazione eterna, per cui lo chiama prima.

La morte bisogna accettarla con serenità. Faremo tutto il possibile per guarire: chiameremo il medico, prenderemo le medicine, ci sottoporremo  agli  interventi chirurgici,

perché non dobbiamo essere fatalisti, ma se viene la morte l’accetteremo dalle mani di Dio come un atto di amore della sua bontà infinita. Gli diremo: Tu sai il perché. Certamente è un perché di salvezza.

         CONCLUSIONE

 

  • Segui la legge di Dio e sarai felice

Davide sta per morire; ma prima di morire dà dei consigli che sono il frutto della sua esperienza di vita, fatta di gioia, di tristezza, di peccato, di sofferenza, ma anche di salvezza. Saul l’aveva perseguitato per tutta la vita per ucciderlo, ma Dio lo aveva sempre salvato. Ora con tutto il peso della sua esperienza dice al figlio a cui sta affidando la responsabilità del regno: Figlio mio, osserva la legge di Dio, perché se osserverai la legge di Dio sarai felice.

È bello sentire queste parole!

Quest’uomo morendo, dovendo sintetizzare l’esperienza di tutta una vita, indica al figlio qual è il bene e qual è il male. Gli dice: Figlio mio, io l’esperienza l’ho fatta, per cui se vuoi sapere la strada della gioia e della felicità, sappi che è questa: segui la legge di Dio e sarai felice.