Guardatevi dal lievito dell’ipocrisia Mc 8, 14-21

Da un ritiro tenuto da P. Francesco Chimienti O.M

[…]

 

QUANDO SI PUÒ ESSERE IPOCRITI?
Ho considerato tre stati di ipocrisia, poi voi mi direte se ho azzeccato, o
non ho azzeccato. Secondo me, secondo il mio esame di coscienza, non
ho letto nessun libro, si può essere ipocriti: con la Comunione, con
l’Apostolato o la Predicazione, con la Consacrazione.
L’ipocrisia è un peccato che si commette con le azioni; anche con le
parole, ma soprattutto con le azioni.

 

1. Con la Comunione
Uno che fa la comunione o io che celebro la Messa e sta in peccato
mortale, all’esterno appare un santo, mentre dentro? Dovete chiedervi:
mi è capitato? Sì.
Mi capita? Sì. Mi capiterà? Sì. Sono un’ipocrita. Ma Gesù se ne accorge?
Sì, che se ne accorge. E Gesù lo sa? Sì. Quando mi ordinai sacerdote nel
1950, su 500 persone, la comunione la facevano 5 o 6 persone. Adesso
su 100 persone, la comunione la fanno 120 persone. E chi si confessa?
Qualcuno sì, ora i miei fedeli si sono abituati a confessarsi ogni 15 giorni.
Finalmente si sono convinti che anche loro sono peccatori, ma la maggior
parte non si confessa. L’ipocrisia nella comunione è all’ordine del
giorno. Quanti consacrati fanno la comunione, ma stanno in una
condizione disastrosa. Io ho confessato anime consacrate nell’ultimo
periodo della loro esistenza, meno male che il Signore le ha salvate, ma
sono rimasto atterrito quando mi hanno detto: Tutte le mie confessioni,
tutte le mie comunioni sono state tutte sacrileghe, tutte, perché…,
perché…, perché…
Io ho una paura immensa anche per voi, non dovete credere, per me e per
voi, per questa storia dell’odio, l’odio in famiglia, io non dico l’odio tra
di voi, perché vedo che siete caritatevoli fra di voi, ma un po’ di polvere
c’è anche fra di voi. Ma Gesù ha detto: «Rimetti a noi i nostri debiti come
noi li rimettiamo ai nostri debitori», e caso mai non avessimo capito la
preghiera del Padre Nostro ha aggiunto: «Così farà il Padre vostro che è
nei cieli, se non perdonerete di cuore ai vostri fratelli». E nelle vostre
famiglie l’odio c’è, e partecipate anche voi. Risponderete di questo
perché non pensate che siete consacrate e quelle parole del Vangelo per
voi non sono valide; sono per gli altri ma non per noi, a noi è permesso
tenere l’odio, il rancore, non salutare, salutare, parlare non parlare. Si
tratta di odio, odio, odio! Mentre il nostro atteggiamento dovrebbe essere
quello di Gesù sulla croce, e le parole che dovrebbero uscire dalla nostra 131
bocca dovrebbero essere quelle di Gesù: “Padre, perdona loro perché
non sanno quello che fanno”. Ha detto pure il perché: “Non sanno quello
che fanno” . Non vi voglio scandalizzare, se vi ho scandalizzato vi chiedo
perdono, ma vi ho detto poco. Adesso posso dire che il mio Padre
Maestro aveva ragione quando al noviziato ci disse: «Ricordatevi che
l’Ordine religioso è un letamaio! – Aveva ragione! – Però se getti una
radice di giglio sana, il giglio da quel letame prenderà tutta l’energia
necessaria per svilupparsi nel migliore dei modi; ma se ci getti una radice
guasta, diventerà letame col letame! Voi a quale categoria di persone
appartenete, o volete appartenere? ai gigli sani o ai gigli guasti? Ma la
stessa cosa devo dire a voi: che razza di gigli siete? Gigli letame gettati
nel letame per corrompersi o siete gigli sani?

2. Con l’Apostolato
Si può essere ipocriti con l’Apostolato. Fate vedere che conquistate,
lavorate, andate e venite, ma non pregate mai, non pregate mai, non
pregate mai! Di fuori siete apostoli, ma di dentro? Ipocriti!
Che cosa comunicate? Riempitevi di Dio e date Dio, come faceva san
Francesco di Paola! Questo è l’apostolato: salvare le anime. Ma un morto
non può dare la vita ad un altro morto: Ipocriti!
Quanta ipocrisia nell’apostolato! Ho visto in televisione le
concelebrazioni del Papa con centinaia di vescovi e migliaia di sacerdoti.
E l’Italia è atea! Come si spiega? Con migliaia di sacerdoti e migliaia di
apostoli, con le bandiere: ipocriti! Vendono monete false che nessuno
compra, e soprattutto che Dio non compra, non può comprare, perché
Gesù ha detto: Se siete tralci secchi mio Padre viene e taglia; cade per
terra, si secca e gli angeli lo prendono e lo bruciano.
Questa è la destinazione dell’apostolo che non ha la grazia di Dio. Se
sarete tralci uniti a me porterete molto frutto, dice Gesù, perché senza di
me non potete far nulla. Invece noi senza Gesù vogliamo fare e vogliamo
far sapere agli altri che abbiamo fatto.
E stampano i bollettini parrocchiali. Stampano e gli atei aumentano.
Buffoni, buffoni! Sono parole che ha detto Gesù a P. Pio, quando ha
guardato la sacrestia piena di sacerdoti che chiacchieravano,
scherzavano, raccontavano barzellette e si preparavano alla celebrazione
della S. Messa. Nauseato, ha voltato la faccia e ha detto: Guarda cosa
stanno facendo? Macellai! Perché Gesù nella S. Messa rinnova il
sacrificio della croce, è l’Agnello immolato. Fate i macellai, ma non i
sacerdoti!

[…]

CONCLUSIONE
L’ipocrita è un superbo! Si esalta nascondendo i suoi limiti e le sue
miserie. Si esalta non perché è, ma perché appare. E per apparire buono
e santo si esalta e mette da parte i limiti suoi e le sue miserie, facendo
vedere opere di bontà che lui non ha compiuto ma che ha inventato. Ne
avete incontrate mai di queste anime? Io le ho incontrate. Inventano: io
ho fatto, io ho fatto! Inventano di sana pianta cose che non hanno fatto.
L’hanno letto in un libro e dicono che l’hanno fatto loro.
Arriva il Vescovo in parrocchia e cominciano: Noi, noi, noi! Come
farebbe questo Arcivescovo senza questo parroco? Un po’ di umiltà
farebbe bene a tutti, agli ipocriti e a quelli che non sono ipocriti. Un po’
di umiltà farebbe bene a tutti, a chi parla e a chi ascolta. Si respirerebbe
la carità a pieni polmoni, perché la carità è frutto dell’umiltà.