Dio è Dio! Ponete in Lui ogni sua fiducia – Gn 15, 1-12,17-18 – Lc 9, 28-36

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

26.06.1985

 

LA FIDUCIA IN DIO NELLE DIFFICOLTA’

(Gn 15, 1-12. 17-18)

 

  1. “Non temere”

La Parola che oggi Dio ha scritto nella sua lettera per me, e anche per voi, è questa:

“Non temere, Abram” (Gn 15, 1).

Oggi dice: non temere Maria, Tonia, Lucia, Giuseppina! È la risposta di Dio ai problemi che vi siete poste, dopo aver detto il vostro sì alla chiamata del Signore. Dio, che legge il vostro cuore oggi vi dice: Non temere!

I problemi che si presentano dinanzi ai vostri occhi sono di carattere spirituale e di carattere temporale.

         Avete problemi di carattere temporale. La donna si sposa per avere la certezza dell’avvenire, il sostegno per il futuro. È una delle ragioni che i vostri genitori presentano costantemente a voi: Che ne sarà di te quando ti farai più vecchia? Chi ti assisterà?

Ecco la risposta di Dio: Non temere! Nella S. Scrittura, questo è il continuo ritornello di Dio all’uomo.

Dice: Non temere, ad Abramo; non temere, ad Isacco; non temere, a Giacobbe; non temere, a Maria; non temere, a Zaccaria; non temere, a Paolo; non temere, a Pietro; non temere, a te! Perché? Perché ci sono io.

Dirà san Paolo: se Dio ti chiama, Dio ti darà la grazia per essere fedele a questa chiamata. Dio non è mai stato infedele.

 

  1. “Io sono il tuo scudo”

La risposta di Dio a tutti i problemi dell’uomo è: Io sono il tuo scudo! Io sarò il tuo scudo!

Questa è la risposta di Dio ai vostri problemi spirituali.

Noi abbiamo cinque nemici: due sono esterni e tre sono interni a noi. È chiaro, che quando io penso al demonio, che è un mio nemico esterno, e al mondo, che è un mio nemico esterno, e penso alle mie continue cadute, perché mi ha vinto o il demonio o il mondo, temo, vacillo, barcollo, ho paura, non sono sicuro di me stesso.

Ecco la risposta di Dio: Non temere, i tuoi nemici non colpiranno te, colpiranno me, perché io sono il tuo scudo. Tutti i dardi che lanceranno contro di te non ti colpiranno, perché avanti a te ci sono io.

Lo scudo è un’arma di difesa, però ci vuole, da parte del guerriero, molta abilità nel saperlo maneggiare al momento giusto in modo che il dardo lanciato dal nemico, non possa colpirlo.

È vero che Dio è il tuo scudo, ma questo scudo lo devi usare, altrimenti non può difenderti.

La caduta dell’uomo nel peccato, la sconfitta dell’uomo nel peccato è dovuta alla sua trascuratezza nell’uso dei mezzi. Non li ha usati, non ha messo in esecuzione gli ordini di Dio, non ha accettato la sua grazia.

Dio dirà: Tu hai amato il pericolo e sei caduto in esso. C’era la fortezza e c’era lo scudo, tu hai visto dei nemici attorno alla tua fortezza che ero io, e sei uscito fuori. Il nemico, che stava in agguato, ti ha sparato e tu sei caduto, sei morto, ti sei ferito.

Quel giorno, quando sei uscito incontro al mondo, incontro al demonio, non hai portato con te lo scudo. Non è Dio che non ti ha fatto da scudo, sei tu che non hai usato lo scudo. Però se ricorrerai a Dio egli sarà sempre il tuo scudo e tu sarai invincibile, nessuno ti potrà sopraffare. È quello che significa la grande visione nell’Apocalisse di san Giovanni, che descrive il Cristo come un guerriero che cavalca un cavallo bianco, avvolto in un mantello rosso intriso di sangue e con sul femore scritto: Re dei re e Signore dei signori; e dietro di lui tanti uomini e tante donne su altri cavalli bianchi: una infinita schiera lo seguiva (cfr. Ap 19, 11-16).

Si scontrano con un’altra schiera, guidata dal mostro dalle sette teste, seguito da altri cavalli neri, montati da coloro che seguono il mostro. Si combattono, ma la vittoria è del Cristo e dei suoi seguaci. Il Cristo li prende e li getta nella fossa profonda preparata per loro e un Angelo li chiude nell’abisso dell’inferno.

 

Non temere il mondo, non temere il demonio; io ho vinto il mondo, io ho vinto il demonio, dice Gesù. Questa è la vostra vittoria: la fede nel Cristo, vincitore dei secoli, ma se lo lasciate non potrete mai vincere.

Gesù è il vostro scudo anche per i vostri nemici interni: la concupiscenza della carne o lussuria; la concupiscenza degli occhi o avarizia; la superbia della vita o amore di se stessi, della propria volontà, della propria personalità.

Dio sarà il vostro scudo; la lussuria non vi vincerà, l’avarizia non vi vincerà, la superbia non vi vincerà. Dovete però dire: Signore, io rinunzio a tutto e farò quello che tu mi dici.

Dio è lo scudo, ma non lo scudo gettato in un angolo della stanza, bensì lo scudo preso e usato. Ecco perché dovete dire: Mi convertirò: lascerò quello che sono stata perché voglio diventare quella che non sono stata e non sono. Perché se volete continuare ad essere quelle che siete, Gesù non ha più niente da fare, perché la prima condizione che mette ai suoi seguaci è: “Se vuoi!”. Se non vuoi, nemmeno lui, che è l’Onnipotente, può fare qualche cosa. S. Agostino diceva: Colui che ha creato te senza di te, senza chiedere il permesso a te, non può salvare te senza di te!

Non è lui che non ti salva, sei tu che non vuoi essere salvata. Egli è venuto sulla terra per salvare tutti gli uomini; se alcuni non si salvano è perché non vogliono salvarsi.

 

  1. “La tua ricompensa sarà molto grande”

Per i problemi di ordine spirituale Dio dice: Io sarò il tuo scudo; di ordine temporale dice: La ricompensa te la darò io. In un altro passo della S. Scrittura sarà lo stesso Dio che dirà ad Abramo: la tua ricompensa sarò io stesso.

Due espressioni Dio usa con Abramo: la tua ricompensa sarò io stesso; la tua ricompensa sarà molto grande, perché se c’è una lotta ci deve essere una ricompensa; se c’è un lavoro ci deve essere una mercede; se c’è una via da percorrere ci deve essere un traguardo da raggiungere. Nessun uomo fa niente per niente! Ci deve essere sempre uno scopo da raggiungere, una meta, un fine umano o un fine soprannaturale.

San Pietro chiede a Gesù: Signore, e a noi che abbiamo lasciato tutto: la moglie, i figli, la casa, la barca, i campi, che cosa darai?

Gesù risponde in modo completo: Qui sulla terra ti darò il centuplo di ciò che hai lasciato, in moglie, figli, fratelli, sorelle, campi, case e la vita eterna nell’altra.

Sono cose che si avverano. Quindi i vostri problemi si risolveranno. La casa l’avrete; la professione l’avrete; il mensile l’avrete; la salute del papà l’avrete; la salute della mamma l’avrete; la sistemazione dei vostri fratelli, delle vostre sorelle, l’avrete.

Voi dite: che cosa sarà della mia vecchiaia? Io, dice Dio, penserò alla tua vecchiaia! Ci sarà sempre chi risponderà alla grazia di Dio e si metterà al vostro fianco per aiutarvi, per assistervi, per guidarvi, per pulirvi, per chiudervi gli occhi e asciugarvi l’ultima lacrima.

La tua ricompensa sarà molto grande, vi dice Dio, però, come ha detto Gesù: preoccupatevi del regno di Dio e della sua giustizia, della santità, e al resto ci penserò io. Non affannatevi per ciò che dovete mangiare e per ciò che dovete vestire, non affannatevi per ciò che sarà la vostra vecchiaia, non affannatevi per il vostro futuro; nemmeno dovete essere preoccupate della solitudine. La solitudine è un dono, è il più grande dono che Dio può dare agli uomini, perché non sono le creature che riempiono la nostra vita, la nostra solitudine, ma è Dio che riempie la nostra solitudine.

L’uomo che sta con Dio non è mai solo; mai solo!

Il tormento dell’uomo di oggi è questo: vuole riempire il suo cuore con le creature ed è sempre solo. Adesso organizzano anche i pulman degli anziani, perché poveretti sono soli, li portano nei luoghi di villeggiatura. Tutti, pur stando insieme, cinquanta persone insieme, sapete che cosa dicono? Sono solo, sono solo! Hanno escluso Dio. Potete organizzare tutti i pulman che volete, potete organizzare tutte le feste che volete, potete stare insieme, ma la solitudine rimane, perché la solitudine è del cuore. Invece chi accetta Dio non è mai solo, anzi la compagnia dà fastidio e  non vede l’ora  di  poter  essere solo col suo Dio, che gli darà: il centuplo sulla terra e la vita eterna nell’altra.

Dio ad Abramo dirà: guarda le stelle e contale se puoi; guarda la sabbia del mare e contala se puoi, la discendenza che avrai sarà più numerosa delle stelle del cielo e della sabbia del mare. Questa è la ricompensa sulla terra. Leggete la S. Scrittura e vedrete che tutto si è avverato in Abramo.

Questo sulla terra! Poi dirà: nel cielo sarò io la tua ricompensa, io sarò la tua mercede. Gesù dirà: ti darò la vita eterna.

 

CONCLUSIONE

Vale la pena dire di sì al Signore? Vale la pena, però, figlie mie carissime, non vi posso ingannare: queste cose non si vedono né si toccano con mano; queste cose si sperano, ma non si vedono. Sarà, ma non è! Chi però crede oggi alla fedeltà di Dio, vedrà questo e altro, ma chi non crede alla fedeltà di Dio, queste cose non le vedrà né oggi né domani, perché lascerà tutto e se ne andrà: non entrerà nemmeno per la porta stretta, né incomincerà a camminare per la via angusta.

Il mio augurio, e chiederemo questa grazia al Signore insieme, è: Abbiate fiducia in Dio, perché Dio è fedele; ciò che promette lo mantiene. Diceva monsignor Garofalo: Dio è un galantuomo! Io vi dico: Dio è Dio. Egli dice per mezzo del profeta Ezechiele: Io non sono un uomo. L’uomo può dare la parola e non mantenerla, come fate voi con me; ma Dio, quando ha dato una parola l’ha sempre mantenuta, la mantiene e la manterrà, perché è fedele.