Mio Signore, non passare oltre…. – lc 24, 13-35

Lc 24, 13-35 – Cristo in persona cammina con noi giorno per giorno – 18-4-99

Lc 24, 13-35 – Il Cristo in persona si fa vedere da noi ma non lo riconosciamo

Lc 24, 13-35 – I discepoli di Emmaus 8-5-11

Lc 24, 13-35 – Il Cristo da i segni della sua risurrezione

Lc 24, 13-35 – Gesù in cammino con i discepoli di Emmaus

Lc 24, 13-35 – La curiosità può essere strumento di salvezza

 Il Cristo risorto si interessa di noi

“La mattina di Pasqua due discepoli erano in cammino da Gerusalemme ad Emmaus. Gesù disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?»” (Lc 24, 13.17).

 I. IL CRISTO RISORTO SI INTERESSA DEI PROBLEMI DEI DISCEPOLI DI EMMAUS
La mattina di Pasqua due discepoli abbandonano il Cenacolo, lasciano Gerusalemme e vanno ad Emmaus, un  villaggio distante dalla città 12Km. Sono rimasti sconvolti dalla morte in croce del Cristo, nel quale avevano riposto la speranza di trovare il liberatore politico del popolo d’Israele. Ora sono sconvolti ed increduli per le notizie che hanno portato le donne dal Calvario: il sepolcro è vuoto, e gli angeli hanno detto che il Cristo è vivo! Per distrarsi da tutto ciò che è accaduto pensano di andare per qualche giorno al Castello di Emmaus, lontano dai luoghi, dalle persone e dagli avvenimenti che si sono susseguiti con un ritmo così sconvolgente. Mentre camminano verso Emmaus, il Cristo risorto si accosta a questi due discepoli, s’interessa di loro e dei loro problemi. Vuole portare serenità e pace ai loro cuori.  Tutto avviene senza che i discepoli si accorgano dell’identità dello sconosciuto, che cammina e parla con loro.

 II.  IL CRISTO RISORTO CAMMINA CON NOI E S’INTERESSA DEI NOSTRI PROBLEMI


Che il Cristo risorto cammini con noi, che viviamo da pellegrini su questa terra, è una verità consolantissima, comunicataci dallo stesso Cristo, prima di salire al cielo: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28, 12). Però è  altrettanto vero che, pur essendo  presente in tutti, è vicino a tutti, nessuno lo vede, né lo riconosce. Gesù disse a Tommaso: “Perché hai veduto, hai creduto: beati quelli che, pur non avendo visto, crederanno!” (Gv 20, 29).
Bisogna credere che il Cristo è presente in tanti modi sulla terra, cammina con noi, si interessa di noi, e ci aiuta a risolvere i nostri problemi. Il Cristo è la Parola di Dio che continuamente ci parla, perché ci vuole bene, ci vuole felici, ci vuole salvare. È la Parola di Dio che ci aiuta a risolvere i nostri problemi, alla luce delle verità di fede che ci sono state rivelate. Alcune volte il Cristo si avvicina e parla  a noi tramite i sacerdoti; altre volte ci conforta, ci aiuta, ci chiarisce determinati problemi tramite i fratelli; altre volte  ci sostiene, ci incoraggia, ci rialza con la grazia dei sacramenti e con la preghiera; altre volte è luce, è forza, è gioia, è conforto nell’Eucaristia. Sempre però è lo stesso “Cristo che è tutto in tutti” (Col 3, 11).  Beati coloro che lo sanno riconoscere, che credono in lui, che lo avvicinano e lo ascoltano. Troveranno in lui la soluzione di ogni problema, e sarà più spedito il loro cammino verso la santità.
La Minima ubbidisce  con docilità ai superiori, perché le rappresentano Dio. Non basa  l’ubbidienza sulla loro infallibilità, né sul loro talento, né sulla loro santità. È un ordine di Dio e questo le basta  per ubbidire, perché si ha sempre ragione quando si ubbidisce e mai quando si mormora.  La Minima sa che il Cristo le parla tramite i superiori.