Se l’uomo sapesse quanto vale la preghiera… – Es 32, 7-14 – Gv 5, 31-47

Gv 5, 31-47 – Io sono il Figlio di Dio 7-4-11

Gv 5, 31-47 – Gesù è il nostro Dio fatto uomo

Gv 5, 31-47 – Gesù è il mandato di Dio

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

29.03.1979

IL VALORE DELLA PREGHIERA DEL GIUSTO

(Es 32, 7-14)

“Signore, desisti dall’ardore della tua ira” (Es 32, 12).

  1. Il peccato muove Dio all’ira

Mosè stava da quaranta giorni sul monte Sinai, dove il Signore gli parlava. Se non che, giù, ai piedi del monte gli Israeliti invece di credere a questo Dio che aveva parlato e parlava a Mosè, si erano costruito un vitello d’oro e lo adoravano. Dio, vedendo questo, disse a Mosè: Scendi e vedrai che cosa ha combinato questo popolo che io ho fatto uscire dal paese dell’Egitto. Basta, ho deciso di distruggerlo, perché sono increduli, mentre dei tuoi figli e della tua famiglia farò un grande popolo. Mosè disse al Signore: Signore, non farlo! Pensa ai patriarchi, ad Abramo, a Isacco, a Giacobbe, ai quali tu hai voluto tanto bene e ai quali hai promesso che questo popolo si moltiplicherà.

Il Signore in seguito alla preghiera di Mosè, decise di non far nulla di male al popolo, ma di benedirlo.

 

  1. La preghiera dell’uomo giusto è potente presso Dio

La preghiera del giusto è tanto potente che riesce a cambiare il corso degli avvenimenti.

Ogni peccato deve essere punito, però se c’è un uomo giusto, buono che preghi il Signore affinché non punisca il peccatore, il Signore interviene e non lo punisce. Dovremmo tenerle care queste persone, fortunatamente ce ne sono in ogni parrocchia, in ogni paese, in ogni città. Dovremmo tenerle care, perché possono tutto sul cuore di Dio.

  1. La potenza della preghiera dei santi

Dio cambiò idea – è un modo umano di parlare – in base alla preghiera di Mosè, che chiedeva perdono per loro. Il Signore perdonò la colpa dell’idolatria, non perché loro avevano chiesto perdono, ma perché al posto loro l’aveva chiesto un altro uomo: Mosè.

Dice la S. Scrittura che il Signore abbandonò il proposito di nuocere al suo popolo, ossia non lo punì più. Questa è la potenza della preghiera dei santi.

Noi abbiamo san Francesco. Questo santo è potente presso il trono di Dio. Se noi diciamo: Signore, io non merito il perdono, io non merito questa grazia, però concedimela, non per i miei meriti, ma per i meriti di san Francesco di Paola, avremo la grazia.

Quando dite: questa grazia la chiedo a S. Antonio, la chiedo alla Madonna, la chiedo a san Francesco, sapete bene che le grazie non le fanno i santi. I santi sono gli amici di Dio che la impetrano per noi. I santi intercedono presso il trono di Dio, e il Signore ci concede la grazia, non per noi, ma per loro; però a noi la grazia viene lo stesso.

         CONCLUSIONE

Pregate, pregate, pregate, perché la preghiera è onnipotente presso il trono di Dio; è onnipotente per risolvere i problemi della nostra famiglia e quelli delle altre famiglie.