Lui non ci ha giudicati… – Lc 6, 36-38 – Dn 9, 4-10

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Lc 6, 36-38 – Siate misericordiosi 21-3-11

Lc 6, 36-38 – Alcune opere penitenziali di ora e di sempre – 2013

PENITENZA RIPARAZIONE

(Dn 9, 4-10)

Il tempo di quaresima è tempo di penitenza: penitenza conversione, penitenza mortificazione e penitenza riparazione.

Giorno per giorno la Chiesa sottolinea un aspetto di questa penitenza. Oggi sottolinea l’aspetto della penitenza riparazione.

Come si ripara? Per mezzo della preghiera. Quale preghiera? La preghiera del chiedere perdono.

Per chiedere perdono bisogna riconoscere due cose, di cui parla oggi il profeta Daniele:

  • Riconoscere che Dio è misericordioso e che, essendo infinito nella sua misericordia, perdona sempre.
  • Riconoscere di aver peccato, perché se non riconosco di aver trasgredito la legge di Dio, non potrò dire: Signore, abbi misericordia di me; perdonami!

È questo il motivo perché tanti fratelli non chiedono perdono: non riconoscono di aver peccato.

Signore, dice il profeta Daniele, tu sei infinito nella tua misericordia e sei disposto a perdonare i miei peccati!

Il Signore però, per perdonarci aspetta che riconosciamo il peccato. Vedete a che punto arriva la misericordia di Dio? È disposto ad aspettare una intera vita, perché questo uomo riconosca il suo peccato e dica: Signore, perdonami! Anche se questa parola la dice nell’ultimo giorno della sua vita, il Signore, per quella parola di perdono è disposto a perdonare tutta una vita di malvagità e di peccato. L’esempio classico è il buon ladrone. Aveva vissuto tutta una vita lontano da Dio; sulla croce vede questo giusto che muore nel silenzio e nell’uniformità più assoluta alla volontà di Dio e capisce, per una grazia speciale, che quell’uomo è il Figlio di Dio e gli dice: Ricordati di me quando sarai in paradiso! Sono bastate queste parole: 

Riconosco il mio male, ti chiedo perdono!, e il buon ladrone, nell’ultimo istante della sua vita ha meritato il paradiso per la infinita misericordia di Dio.

Ecco perché non dovete mai avere timore della salvezza dei vostri parenti. Il Signore nell’ultimo istante della vita dà una luce talmente grande da vedere anche gli spilli. Non sarà come adesso che siamo ciechi e non vediamo neanche i peccati grossi. Questa luce particolare è quella di chiedere perdono a Dio. È una grazia che dà a tutti. Può esserci chi, nonostante questa luce non dica: Signore, ricordati di me! Muore e si perde come il cattivo ladrone.

Basta la parola “perdonami” per riparare tutta la vita. Questa è la ragione per cui al quesito: mi salverò?, io sono tranquillo, perché ogni giorno nella S. Messa dico: “Pietà di noi, Signore, contro di te abbiamo peccato; mostraci la tua misericordia e donaci il tuo perdono”.

Diciamo al Padre: “Signore, pietà”, diciamo al Figlio: “Cristo, pietà”, diciamo allo Spirito Santo: “Signore, pietà”. Diciamo al Cristo: “Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi”. Nel Padre nostro: “Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Continuamente nella S. Messa diciamo al Signore: “Abbiamo peccato, perdonaci!”. E lui ci dà il perdono, perché Dio è infinito nella sua misericordia.

Chiedendo perdono si ripara tutta la vita, tutta la giornata. Abituatevi a dire sempre: Gesù mio, misericordia! Gesù mio, misericordia!