Signore, sii Tu l’unico mio Signore – – Mc 5, 1-20

2007

2011

2013

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

 

CHI PECCA è SCHIAVO DEL PECCATO

(Mc 5, 1-20)

Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del lago. Il passaggio da una riva all’altra è la conversione: lasciamo il peccato e andiamo alla grazia; oppure dal bene passiamo al meglio, dal meglio al santo, dal santo al perfetto. È un passaggio, e il passaggio si fa con Gesù. La conversione avviene con Gesù.

Adesso Gesù e i discepoli sono arrivati all’altra riva. Chi è santo, chi è buono, chi sta in grazia di Dio sta con Gesù e sta sull’altra riva; ma s’incontra ancora con un mondo pieno di peccato, dominato dal demonio, che è il nemico di Gesù. Quindi non è che facendo la scelta della via di Dio, noi andiamo in paradiso. No, rimaniamo nello stesso mondo; non ci mettiamo in comunicazione con uomini santi, per cui tutti pregano, tutti si vogliono bene, nessuno ruba! No, no, abbiamo a che fare con lo stesso mondo, fatto di peccatori. Nel vangelo di oggi c’è proprio la descrizione di un peccatore: l’indemoniato di Gerasa.

 

  1. Il peccatore è schiavo del peccato

Questo è il primo segno del peccato: chi pecca è schiavo del peccato.

Diceva Gesù: chi osserva la legge è libero; la mia legge vi fa liberi.

Il dono più grande che Dio dà a colui che osserva la legge è la libertà. Io posso fare quello che voglio: dopo pranzo posso bere il caffè e posso non berlo, invece chi ha incominciato a bere il caffè dopo aver mangiato o due ore dopo, ogni giorno vuole la tazza di caffè; è schiavo. Io no, un giorno lo prendo, e altri giorni non lo prendo.

Se voi siete abituate alle quattro a prendere la tazza di caffè, fate la prova a non prenderla. La stessa cosa è per chi ha contratto un’abitudine di peccato, è schiavo del peccato.

Chi si è abituato a bestemmiare, non è più capace di non bestemmiare. Così è per chi si è abituato a trasgredire il sesto comandamento.

Ogni peccato rende schiavo, fosse anche la bugia. Questa è la prima qualità di colui che commette il peccato: diventa schiavo del peccato. Invece chi sta in grazia di Dio è libero, perché la legge di Dio lo fa libero.

La libertà consiste in questo: nel fare e nel non fare un’azione. Invece lo schiavo è colui che deve fare e non può non fare quell’azione.

  1. Il peccatore giace nel fango

Il desiderio del demonio che stava in questo indemoniato fu quello di andare nei porci.

Il peccatore ama le cose immonde, le cose brutte, schifose, soprattutto per quanto riguarda il sesto e il nono comandamento, e non desidera altro che leggere cose brutte, vedere cose brutte, amare e fare le cose brutte, e soprattutto mettere nei guai gli altri.

Il ricercare le cose immonde è segno di essere schiavi del demonio, del peccato, perché il peccato è il regno del demonio.

 

  1. Il peccatore si getta a capofitto nel male

I demoni, entrati nei porci, che cosa fecero? Si gettarono a mare.

Nella S. Scrittura la parola mare significa sempre il male. I porci si gettarono a capofitto nel mare. Significa che colui che ama il peccato si getta a capofitto nel male; fa ogni sorta di male, nessuno più lo ferma, non ha più nessun ritegno, proprio nessuno.

Chi è sposato e va ad insidiare una signorina, non se ne importa proprio, non ha nessun ritegno. Che bestemmi, che non vada a Messa, che non preghi; nessun ritegno.

 

  1. Il peccatore non vuol sentir parlare di Dio

L’altro segno del peccato è che ha nausea, rifiuto, odio di Dio, di Gesù Cristo e delle cose di Dio.

Quando uno sente nausea di Dio, delle cose di Dio, di Gesù, della Chiesa, dei sacramenti, non si vuole confessare, non vuole fare la comunione, non vuole stare a Messa, non vuol sentir parlare di Gesù Cristo è schiavo del demonio.

conclusione

Avete sentito cosa ha detto l’indemoniato? Non abbiamo niente a che fare con te.

Questo è segno non del peccato come atto di peccato, perché questo lo possiamo fare anche noi, ma dell’abitudine al peccato.