Maestro mio, con Te non temo nulla – At 14, 19-27 – Gv 13, 31-35

da un’0melia di P. Francesco Chimienti O.M.

SARETE PERSEGUITATI

(At  14, 19-27)

  1. Il cristiano è perseguitato

 San Paolo predicava paese per paese agli Ebrei e anche ai pagani. Chi ascoltava credeva, si convertiva ed era battezzato; chi invece ascoltava, ma non credeva e non si convertiva, non era battezzato.

L’effetto di questa predicazione, per i cristiani che si convertivano ed erano battezzati era unico: erano perseguitati. Lui doveva scappare da un paese all’altro, da una città all’altra. Non appena arrivava in una città e predicava, subito veniva perseguitato e doveva scappare. I cristiani che rimanevano anche loro erano perseguitati, nessuno li guardava, tutti parlavano male di loro.

San Paolo non solo ha avuto la persecuzione ed è dovuto scappare, ma qualche volta, come abbiamo sentito nella lettura di oggi, è stato lapidato. Lo volevano uccidere, ma non ci sono riusciti perché, è chiaro, il Signore non lo ha permesso. Sono arrivati i discepoli e lo hanno liberato, però di pietre ne ha ricevute, come capita ai ragazzi quando si tirano le pietre: una pietra arriva alla testa, al piede, alla mano o al petto, quindi sono feriti, ma morti no.

 

  1. La persecuzione è il segno della presenza di Dio

 Cosa faceva san Paolo? Continuava a girare e a predicare. Ritornava anche nelle stesse città per rivedere i cristiani e per incoraggiarli. Infatti quando vedevano san Paolo dicevano: Padre, da quando abbiamo accettato il cristianesimo non si capisce più niente, né a casa né in paese, tutti ci perseguitano!

San Paolo rispondeva: “è necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio ” (At  14, 22).

Più chiaro di così non lo poteva dire: Figli miei, se voi siete perseguitati significa che Dio  è con voi, che veramente vi siete convertiti e la vostra conversione è genuina, è sincera, perché per entrare nel regno dei cieli bisogna attraversare molte tribolazioni.

San Paolo ripete quello che aveva detto Gesù: Sarete odiati per il mio nome; hanno odiato me, odieranno voi; hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi. Il discepolo non è più del maestro, né il servo può essere più grande del padrone. Se al padrone, se al Signore, se al Maestro hanno fatto questo: la persecuzione, l’ostilità, la condanna, l’ingiuria, l’odio e quindi la condanna a morte, la calunnia, lo faranno anche a voi.

 

  1. La persecuzione è la premessa della gloria

Dopo la risurrezione, i discepoli di Emmaus con questo pellegrino ignoto, in cui non hanno riconosciuto il Cristo, si lamentano proprio di questo, che il loro Maestro è stato condannato ingiustamente e che i cristiani sono perseguitati. Gesù dice loro invece che il Cristo doveva patire e risorgere dai morti, prima di entrare nella sua gloria.

Chi soffre entra nella gloria, chi non soffre non entra nella gloria, l’aveva detto Gesù nelle Beatitudini: Beati voi, quando sarete perseguitati per il mio nome, perché soltanto chi sarà perseguitato entrerà nel regno dei cieli. Beati voi se sarete perseguitati e mentendo diranno ogni sorta di male contro di voi, perché la vostra ricompensa nei cieli è grande, solo così potrete dimostrare la vostra perseveranza nella fede.

Se avrete la persecuzione, dirà poi san Pietro, rallegratevi. In altri termini, dice san Pietro: Adesso sarete perseguitati da Nerone, dall’imperatore, per cui vi prenderanno e vi porteranno nel Circo Massimo o nel Colosseo e lì vi faranno morire sbranati dalle belve, dai leoni. Sappiate però che questa è una grazia di Dio , perché chi è perseguitato e chi muore per il nome di Cristo se ne va direttamente in paradiso; perché il martirio è un secondo battesimo, per cui non si passa per il purgatorio. Diceva: Beati voi! Beati voi! È una grazia!

Anche san Paolo lo dirà. Scriverà: Figli miei carissimi, voi avete ricevuto due grazie: la prima è quella di credere in Dio , di credere nel Cristo attraverso la predicazione della Parola di Dio ; la seconda grazia è quella di soffrire qualche cosa per amore di Cristo.

conclusione

Questo ve lo dico, perché nella mia vita sacerdotale ho dovuto ascoltare tante anime che sono venute a raccontare la loro storia di tribolazione e di sofferenza, le quali mi dicevano:- Padre, vi sembra giusto?

Non hai letto, dico io, il Vangelo? Beata te che sei perseguitata. Il Signore ha detto: Hanno perseguitato me, perseguiteranno voi; ho sofferto io, soffrirai anche tu. Gli apostoli non soltanto hanno sofferto per il nome di Cristo, ma sono morti per il suo nome. Gesù Cristo ha sofferto ed è morto, e a noi ha detto: se accetti di essere cristiano, devi accettare di vivere la stessa vita che ho vissuto io. Io perseguitato, tu perseguitato; io nel dolore, tu nel dolore; io non capito, tu non capito; io calunniato, tu calunniato; però sappi, io risorto e tu risorto, io in cielo e tu in cielo.