Mi fido della tua Parola e la custodirò per sempre! – Mc 9, 43-48

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Grottaglie, 25.09.1988

 

FUGGIRE LE OCCASIONI DEL PECCATO

(Mc 9, 43-48)

 

  1. Qualunque occasione di peccato deve essere eliminata, sia esterna a noi, sia interna a noi

Per il Cristo e per i santi non c’è da discutere sul peccato: bisogna solo evitarlo.

Da quando nasciamo finché moriamo, dobbiamo combattere contro il peccato, evitando anche le occasioni di peccato. Al peccato non dovete concedere niente! Se paragoniamo il peccato ad un albero, dobbiamo distruggere le radici, il fusto, il ramo, la gemma; non possiamo salvare niente.

“è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna” (Mc 9, 47).

Con queste parole il Signore Gesù ci vuol dire: non solo dovete eliminare il peccato, che è il più grande male che l’uomo possa commettere contro Dio, contro il mondo e contro se stessi, ma dovete eliminare anche l’occasione del peccato.

Ciascuno di noi sa qual è l’occasione che lo porta a peccare.

Una signora mi diceva: Non appena arriva mia figlia incomincio a mormorare. Per lei l’occasione di peccato era la figlia!

Il peccato, se potesse distruggere Dio, lo distruggerebbe.

La S. Scrittura dice delle parole tremende contro il peccato: Col peccato l’uomo vuole distruggere Dio; il peccato ha ucciso il Cristo, lo ha esposto alla passione e poi alla morte (cfr. 1 Cor 15, 3).

Per eliminare il peccato dobbiamo evitare l’occasione del peccato.

  1. In particolare tre sono per noi le occasioni di peccato: il piede, la mano, l’occhio

          Il piede

Il piede indica il camminare, andare dall’altro per peccare.

Parlando di piede il Cristo vuole parlare delle occasioni esterne di peccato. Per rubare io devo andare in un determinato luogo; per litigare con una persona devo andare da lei. Molte trasgressioni dei dieci comandamenti dipendono dalle occasioni esterne.

          La mano

La mano sta ad indicare il tatto. Moltissimi peccati, tra cui il rubare e i peccati impuri, si commettono con il tatto.

          L’occhio

Commettiamo tanti peccati, perché abbiamo visto determinate cose.

Quando il Signore ci dice: “Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo”, ci vuol dire di non leggere più quella rivista, di non vedere più quel programma televisivo, che ci ha portati a peccare.

  1. Il rimedio è la fuga delle occasioni

Qualsiasi occasione interna o esterna di peccato deve essere eliminata per non peccare. In particolare, analizzatevi su dove andate, su che cosa guardate e su che cosa toccate, per vedere quali sono per voi le occasioni di peccato da eliminare.

Quando il Signore Gesù ci dice di tagliare il piede e la mano, o di cavare l’occhio, se sono per noi motivo di scandalo, ci invita a fuggire le occasioni di peccato, cioè ci invita a non avere a che fare con le creature che ci conducono al peccato.

Se una signorina non vuole più commettere quel peccato impuro con quel determinato uomo, non solo non deve andare più da lui, ma non deve neppure scrivergli, né telefonargli.

La castità è rinunzia. Se siete cadute nel peccato, non ci dovete più ritornare. Umanamente parlando è difficilissimo eliminare questi peccati; per eliminarli dovete evitare ogni occasione di peccato.

San Francesco di Paola, per vincere la battaglia della castità, quando il diavolo gli apparve sotto le sembianze di una bellissima signorina nuda, dovette gettarsi nelle acque gelide del torrente Isca, e immediatamente la tentazione finì.

Evitate qualsiasi occasione di peccato! Sorvegliate i sensi esterni del tatto e degli occhi. Non venite mai a compromesso con questi sensi! Alcune sensazioni di tatto rimangono impresse per lungo tempo!

Quando il gatto si brucia la zampetta, andando sul fornello acceso, poi non vi ritorna più. Anche voi, se siete cadute in un peccato, non ritornate più a compierlo, perché chi ama il pericolo in esso cadrà (Sir 3, 25).

Chi è mortificato nei sensi della vista e del tatto, non pecca.

San Francesco diceva sempre: Tutto potete fare, ma mai il peccato. I santi hanno preferito la morte al peccato.

Dice il Cristo: “Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?” (Lc 9, 25).

“Nessuno può riscattare se stesso o dare a Dio il suo prezzo” (Sal 49, 8).

Non c’è ricchezza che valga quanto vale la propria anima!

Fatevi queste convinzioni di fede, perché così sarete Missionarie della Parola di Dio, di spiritualità minima.

conclusione

Se dovete fare una lotta, questa sia contro il peccato.

Sappiate dire: La morte, ma non il peccato!