Gv 11, 1-45 – Insegnaci a pregare…

Gv 11, 1-45 – 1996 – 24 marzo – La risurrezione di Lazzaro

Gv 11, 1-45 – La risurrezione di Lazzaro 10-4-11

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

COME SI PREGA

(Gv 11, 1-45)

Questo vangelo è il vangelo della fede nella risurrezione del corpo e nella vita eterna dell’anima; però non vi parlerò di questo, bensì della preghiera, perché stando sulla terra, dobbiamo pregare Dio e dobbiamo sapere come si prega.

            Si prega credendo nell’amore e nell’onnipotenza di Dio.

Se uno, quando prega, crede che Dio lo ama, avrà la grazia; se crede che Dio può fare tutto, avrà la grazia. Se invece dice:- Chissà se Dio mi ama!, non avrà la grazia. Oppure se prega e dice:- Chissà se il Signore la può fare questa cosa!, non avrà la grazia, immaginate se può avere i miracoli. Se avete bisogno di miracoli, se credete nella bontà di Dio e se credete nell’onnipotenza di Dio li avrete certamente.

Gesù dice infatti queste parole in occasione della risurrezione di Lazzaro: “Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. Io sapevo che sempre mi dai ascolto” (Gv 11, 41-42).

Tutto ciò che il Cristo chiede al Padre, tutto ottiene. Questa volta l’ha detto ad alta voce, affinché le persone che gli stavano attorno credessero in lui. La stessa Marta pensava alla risurrezione finale del corpo, pensava alla vita dell’aldilà, non pensava affatto che suo fratello potesse essere risuscitato da Gesù.

  1. Credere nell’amore di Dio

La preghiera che fanno queste due sorelle è una preghiera piena d’amore: “Signore, il tuo amico è malato”. Non gli dicono: Vieni a guarirlo. Sbrigati! No. Gli comunicano solo la notizia, perché quando una persona ama può fare ciò che vuole. È vero che è sufficiente che vi facciano sapere che vostro figlio sta male a Milano, perché voi vi precipitiate? Se lo dicono a me, io non faccio proprio niente, perché non l’amo; ma se lo vanno a dire alla mamma, non passa un’ora e già lei è in macchina per andare a Milano, perché l’amore prende qualsiasi decisione, anche una decisione impossibile. Mamme, è vero o non è vero che per i vostri figli siete capaci di fare l’impossibile?

Ora, quando voi pregate, credete o non credete che questo Dio vi ama? Se credete che vi ama non c’è bisogno di stare a dire: Mio marito è andato là, si è rotto una gamba, poi è venuto, ha detto questo…No! Mio marito è ammalato, pensaci tu! Mio figlio è ammalato! Se tu lo ami, sai di che cosa ha bisogno, e poiché lo ami certamente ti farai in mille pezzi per fare quello che io desidero, anzi farai molto di più di quello che io desidero, perché il mio amore arriva fino ad un certo punto, l’amore tuo è infinito.

Pregate così, voi? Credete nell’amore di Dio? Non pregate così, ecco perché non ottenete tante grazie. Voi non credete nell’amore di Dio. Voi, Dio, lo considerate un estraneo. Chissà se Dio pensa a me! Se non vi pensa neanche, come fa ad amarvi?

Sono tutti dubbi di fede, ed essendo dubbi di fede, Dio non si può muovere. Non che non vuole, non si può muovere perché non credete all’amore. Se invece gli credete, dite subito: Mi mancano i soldi, da chi devo andare? Da una persona amica. Chi è la persona più amica? Dio, sei tu. Stiamo senza soldi, mio marito non lavora! Non vi preoccupate perché Dio interviene.

  1. Credere nell’onnipotenza di Dio

Quando si prega bisogna credere all’onnipotenza divina, cioè che Dio può far tutto, anche l’impossibile.

Guardate, tutte e due le sorelle dicono la stessa cosa, significa che stanno allo stesso livello spirituale: “Se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!”, perché tu puoi fare tutto, lo amavi e non avresti permesso la morte.

Continua la preghiera: “Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà”. Queste donne credono nell’onnipotenza divina. Prima hanno creduto nell’amore del Cristo: verrà e lo guarirà, adesso che è morto, credono nell’onnipotenza di Dio. Se non era venuto prima ci doveva essere un motivo.

Gesù non era venuto, perché Dio fosse glorificato. Dare la guarigione ad un ammalato non era infatti la stessa cosa che risuscitare un morto. Se guariva un ammalato nessuno ci avrebbe fatto caso, invece facendo il miracolo della risurrezione, tutti gli avrebbero creduto.

Marta e Maria, appena lo vedono, gli dicono: “Se tu fossi stato qui mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà”. Gesù subito rispose:- è morto? Io lo risusciterò. Fa subito il miracolo.

Se credete nell’onnipotenza divina, subito fa il miracolo. Se voi non credete nell’onnipotenza divina, Dio non può fare il miracolo, e non perché non vuole, non può, perché non credete. Per avere il miracolo ci vuole la fede. Se credi hai il miracolo, se non credi non hai il miracolo.

Marta e Maria pensarono che alludesse alla risurrezione finale, quella che avverrà alla fine dei secoli, mentre Gesù parlava di risuscitarlo allora, e difatti lo risuscita. Perché? Lo dice nella preghiera: perché Padre, sempre mi hai esaudito e qualunque cosa ti ho chiesto tu me l’hai data.

Ecco la fede di Marta e di Maria. Hanno detto la stessa cosa: “Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà”. Il Signore Gesù chiede a Dio la risurrezione e l’ha.

conclusione

Quando pregate sappiate pregare; non c’è bisogno di lunghi discorsi. Dovete credere nell’amore infinito di Dio: vi ama e quindi basta esporre il caso, al resto ci pensa lui.

Inoltre dovete credere all’onnipotenza divina: che lui può fare tutto. Se lo fa, lo ringrazieremo; se non lo fa, lo ringrazieremo lo stesso, perché c’è un fine superiore, perché Dio agisca in quel modo. Non lo conosciamo, ma è sempre un fine di bontà.

L’ha rivelato il Cristo: “Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate” (Gv 11, 14-15). “Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio” (Gv 11, 4). Ecco perché non è andato. Non è andato a guarire, perché doveva andare a risuscitare, affinché credessero in lui. Ha un fine ed è sempre la glorificazione di Dio.

Anche quando non otteniamo un certo miracolo, ne otteniamo un altro, quello che Dio ha stabilito per il nostro bene. Quando noi preghiamo così la nostra preghiera è infallibile.

Guardate san Francesco di Paola. Ha sempre creduto alla bontà di Dio. Quando quella donna disperata porta a san Francesco la sua bimba che non aveva la bocca e non aveva gli occhi, era un mostro, san Francesco mette una mano sulla bambina e dice:- Il Signore è buono, non ti preoccupare. È buono e può fare tutto. Ci credi? San Francesco si rivolge al Signore, chiede la grazia per lei e subito disegna gli occhi su quel volto.

Unita alla fede e all’amore la nostra preghiera è infallibile, diventa onnipotente, possiamo fare tutto.

La vostra preghiera è fatta con queste convinzioni di amore e di fede?