Tu mi ami, Signore… sempre! – Mc 11, 27-33

Mc 11, 27-33 – Chi imbroglia… rimane imbrogliato

Mc 11, 27-33 – A Dio non si chiede mai il perchè

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

DIO ENTRA NELLA NOSTRA VITA PER SALVARCI,

USANDO DEI MEZZI FORTI

(Mc 11, 27-33)

  1. Gesù ha scacciato i venditori dal tempio

Gesù è entrato a Gerusalemme ed ha cacciato i venditori dal tempio.

L’ingresso era libero. I sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani, che sarebbero le autorità di Israele, gli chiedono con quale autorità scaccia dal tempio i cambiavalute. Gesù non dà una risposta diretta, ma dà una risposta indiretta. Non dice: Faccio questo con l’autorità di Dio; ma li mette nelle condizioni di dare loro stessi una risposta. Dice: “Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini?” (Mc 11, 30).

Se veniva dal cielo, dal cielo veniva la sua autorità. Quelli sapevano dare la risposta, ma non la diedero perché non erano sinceri.

L’uomo dinanzi a Dio o è sincero o non è sincero. Se l’uomo è sincero, Dio sempre lo illumina e lo guida, per cui sa per quale strada deve camminare e qual è la strada da battere per salvarsi. Se non è sincero, invece, la risposta di Dio c’è sempre per salvarsi, ma lui non l’accetta e trova, apparentemente, delle scuse per non accettarla. La colpa poi la dà a Dio, che non è intervenuto nella sua vita per salvarlo. Ma questo significa non essere sinceri.

  1. Gesù scaccia gli idoli dal nostro cuore

Usciamo fuori dalla teoria, andiamo alla pratica. Vedete, noi nella nostra vita abbiamo commesso degli errori certissimamente. Gesù entra nella nostra vita, prende lo scudiscio e ci dà mazzate a tutta forza, come ha fatto lui con i profanatori del tempio, perché non compiamo il nostro dovere. Fa come il padre di famiglia con il figlio. Tante volte riesce ad ottenere delle cose per mezzo dell’amore e della bontà, altre volte, quando vede che non ottiene, dopo la prima, la seconda, la terza, la quarta, la quinta volta, lo minaccia, lo bastona, lo rimprovera fortemente. Entra nella sua vita con violenza.

Così fa il Signore con noi. Ci vuole salvare, ma poiché tante volte facciamo orecchio da mercante, interviene nella nostra vita e, quella creatura a cui siamo legati, ce la toglie. Sei legata alla mamma? Uno scontro! Alla tua attività? Una gamba non funziona.

In questi determinati momenti noi diciamo: Signore, ci hai abbandonato!, ma se siamo sinceri dobbiamo dire: Grazie Signore, perché mi hai bastonato, perché solo in questo modo ho capito che mi ero allontanato dalla tua legge. Devo tornare alla tua legge, alla grazia.

  1. Il Signore ci corregge per mezzo della sofferenza

I nostri avvenimenti, la nostra vita, le nostre parole, le nostre azioni devono essere considerati alla luce del pensiero di Dio.

Perché Dio mi ha fatto questo? Io la risposta ce l’ho. Se sono sincero la so dire: Me lo sono meritato!

Se non sono sincero la colpa a chi la do? Al Signore: Ah, come mi tratti!

Il Signore cosa fa? Non ci dà risposta, perché la risposta ce l’abbiamo nel vangelo, nella Parola di Dio: Seguimi e sarai benedetto; osserva la parola di Dio, osserva i miei comandamenti, amami, non peccare! Questa è la risposta.

L’ammirevole di Dio è questo, ecco perché mi inginocchio dinanzi a questo vangelo. Sia che l’uomo è sincero, sia che non è sincero, Dio è sempre vicino a lui per salvarlo.

Se sono sincero lo riconosco in pubblico; se non sono sincero lo sento nel cuore, ma non lo dico. Però sappiate, che anche quelli che se la prendono con Dio, solo apparentemente parlano male di Dio, ma dentro sanno che chi ha torto non è Dio, ma sono loro.

conclusione

Io dico a me e dico a voi: chi è sincero trova sempre Dio; chi è sincero si salva. Meglio la sincerità che l’insincerità.

Una risposta a “Tu mi ami, Signore… sempre! – Mc 11, 27-33”

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