Maestro mio, illumina la mia anima – Mc 10, 46-52

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Mc 10, 46-52 – Per ricevere dal Cristo è necessario gridare…

 

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

alla Messa del fanciullo

PREGARE CON FEDE

(Mc 10, 46-52)

  1. Siamo ciechi

Il Vangelo è la parola di Gesù rivolta a noi. Questa parola oggi a me dice questo: Non pensare a Bartimeo!

Bartimeo sono io. Bartimeo siete voi.

In quale condizione stava Bartimeo? Era cieco! Noi non siamo ciechi fisicamente, ma voi ed io siamo ciechi nell’anima: non vediamo il progetto di Dio, il programma di Dio, la volontà di Dio, né vediamo lo stato miserevole in cui l’anima nostra si trova. Io non lo vedo e nemmeno voi lo vedete, ma siamo ciechi!

Bartimeo per essere guarito negli occhi ha dovuto fare due cose: si è convinto che veramente era cieco, altrimenti non avrebbe chiesto la grazia al Signore, ed ha creduto fermamente che Gesù poteva fare il miracolo, gli poteva dare la vista.

  1. Dobbiamo riconoscere la nostra cecità

Bartimeo, quando ha sentito che Gesù passava vicino a lui, si è messo a gridare. Queste sono le parole che mi hanno colpito: “incominciò a gridare”; “egli gridava più forte”.

Che cosa diceva? “Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!”.

Che cosa voleva? Voleva il miracolo della vista. Gesù glielo fece questo miracolo? Sì!

Io sono peccatore, ma se non mi convinco che sono peccatore, il dono della grazia non lo chiederò giammai al Signore; se invece mi convinco di essere peccatore, di essere cieco nell’anima, allora chiederò la grazia al Signore e potrò acquistare la salute eterna, cioè avere la grazia.

Se vedo che nell’anima ho un peccato grave, che sto in contrasto con Dio, che cosa faccio? Vado dal confessore e mi confesso, e il Signore per mezzo del sacerdote mi dà la grazia. Se invece non vedo che nell’anima mia vi è il peccato mortale, non andrò mai a confessarmi.

Tra di voi ci sarà qualcuno che non si confessa da un anno, che non si confessa da due anni, da tre anni, forse non si confessa da dieci anni; non lo so! Tu che non ti confessi da dieci anni, da cinque, da due anni, perché non vai a confessarti? Perché non dici: Gesù, dammi la grazia? Perché non vedi che stai nella condizione disastrosa di essere un cieco.

Tu che non vai a Messa la domenica, che da tanto tempo non vai a Messa o una volta sì e due no, come stai nell’anima? Sei cieco, non vedi, non hai la grazia. Vedi lo stato d’animo in cui ti trovi? Certamente no! Perché se tu lo vedessi, andresti dal sacerdote, ti confesseresti e avresti la grazia. Ma perché non vai? Perché non vedi che sei puzzolente.

Chi sta in peccato mortale, dinanzi a Dio, è morto. Questa puzza Dio la sente, noi no. Se ci mettiamo il profumo, sentiamo il profumo del corpo, ma l’anima puzza.

  1. Dobbiamo chiedere a Gesù di guarirci

Se puzzassi, cosa farei? Mi andrei a lavare. Se sapessi che l’anima mia puzza, che cosa farei? Andrei dal sacerdote e direi: Signore, perdonami, perché io non posso stare in queste condizioni, non posso essere vivo nel corpo e morto nell’anima.

Ecco che cosa ci dice oggi Gesù: Figlio mio, tu sei puzzolente, sei un cadavere che cammina, vuoi guarire? Sì. Allora dimmi: Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!, e io ti guarirò. Ma se tu non credi che ti posso dare la grazia, purtroppo non ti posso fare niente.

Gesù disse al cieco: “Va’, la tua fede ti ha salvato”. Bisogna credere che Gesù è Figlio di Dio.

conclusione

1. Dobbiamo chiedere a Dio la grazia di conoscere l’anima nostra, perché chi conosce l’anima propria sente il bisogno di essere salvato.

2. Dobbiamo andare da Gesù e dire: “Abbi pietà di me!”.

  1. Dobbiamo credere che Gesù ci può salvare per mezzo della fede e del sacerdote, perché è il sacerdote che ci toglie il peccato. Se non andiamo dal sacerdote, purtroppo Gesù non ci può togliere il peccato.

La domanda che vi faccio è: Siete dei cadaveri che camminate?

Tu che mi ascolti, sei un cadavere che cammina o sei un vivente in grazia di Dio?

Date in silenzio una risposta.

Una risposta a “Maestro mio, illumina la mia anima – Mc 10, 46-52”

  1. Con S.Agostino diciamo: Signore che io conosca te per amarti e
    che conosca me per disprezzarmi.

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