Signore, accolgo in me la Tua Parola – At 11, 19-26 – Gv 10, 22-30

Gv 10, 27-30 I segni esterni delle anime che appartengono al Cristo

Gv 10, 22-30 – La devozione della Madonna è segno di predestinazione 17-5-11

Gv 10, 22-30 – La mia fede deve seguire i criteri razionali per essere vera

 

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

 

IL MODELLO DI VITA

DEI CRISTIANI DI OGNI TEMPO

(At  11, 19-24)

 

  1. Annunziare la Parola ad ogni creatura

 Le preoccupazioni dei cristiani dei primi tempi devono essere le preoccupazioni dei cristiani di oggi. Gli Atti degli Apostoli ci parlano del modello di vita dei cristiani di ieri e di oggi.

Che cosa facevano i primi cristiani? In qualunque luogo andavano annunziavano la Parola di Dio , sia ai Giudei, pronti ad ascoltare la parola di Dio  in quanto preparati dalla rivelazione dell’Antico Testamento, sia ai pagani che non avevano mai ascoltato il pensiero di Dio , né conoscevano la rivelazione del Dio  vero dell’Antico Testamento. Erano preoccupati di parlare di Dio  affinché anche gli altri credessero e si convertissero; perché se c’è la predicazione, c’è la fede e la conversione; se non c’è la predicazione, l’annunzio della Parola di Dio , non c’è né la fede né la conversione.

La preoccupazione dei cristiani era quella di annunziare a tutti la Parola di Dio  senza alcun timore. Avete anche voi questa preoccupazione, senza mai pensare all’uditorio che vi ascolta?

L’errore dei tempi nostri è che se sono convinto che l’altro mi ascolterà, parlo; se invece sono convinto che non mi ascolterà, non parlo. Gesù invece ha detto: Voi siete seminatori; la risposta è del terreno. La persona che ascolta la Parola può accettarla o rifiutarla, assumendosene tutta la responsabilità. La responsabilità di colui che deve parlare è quella di annunziare. Va’ e annunzia, va’ e predica a tutte le creature, senza fare nessuna distinzione, ha detto Gesù, siano essi Giudei o pagani, credenti o non credenti, peccatori o santi.

Aiutiamoci a vicenda a costruire il Regno di Dio ; al resto ci penserà Dio ! Noi invece ad alcuni annunciamo la Parola di Dio  e ad altri no! Incominciando da me, dico: Se riferisco il pensiero di Dio  a questo, mi manderà al paese di Pulcinella! Gesù non ha detto così! O ti manda al paese di Arlecchino o al paese di Pulcinella tu devi parlare senza fare distinzioni. Quante volte ci è successo proprio il contrario! Noi pensavamo che quella persona non ci avrebbe ascoltato, invece ci ha ascoltato ed ha cambiato vita! Ci sono persone che fanno finta di non ascoltarci, invece ci ascoltano e poi, nel silenzio del loro cuore, riflettono e, dopo aver riflettuto, cambiano vita. In altri termini il Signore Gesù vuole che noi cristiani siamo gli annunziatori del suo pensiero e della sua Parola.

 

  1. Perseverare nella fede

 La seconda preoccupazione dei primi cristiani e degli apostoli era che coloro che avevano ascoltato la parola di Dio , avevano creduto e si erano convertiti, perseverassero nella fede. Non basta annunziare, non basta credere, non basta fare la prima comunione, non basta fare la cresima, non basta unirsi in matrimonio in chiesa, bisogna perseverare nella fede.

Gli Atti riferiscono che “Barnaba esortava tutti a perseverare con cuore risoluto nel Signore” (At  11, 24).

Due sono gli elementi della perseveranza: l’amore e la volontà.

Chi persevera nella fedeltà al proprio marito? Chi ama. Voi mogli che avete perseverato nella fedeltà al marito, nonostante tante difficoltà, non affermate che è l’amore che vi ha fatto perseverare? Quando si ama si persevera nell’essere fedeli. Quante volte i vostri figli vi hanno offeso, ma non li avete cacciati di casa e li tenete ancora con voi perché li avete amati, li amate e li amerete! È l’amore!

Qual è la ragione perché io persevero nella fede che ho accettato e nella conversione del cuore? L’amore verso Dio , perché se non lo amassi lo avrei già abbandonato. Chi non persevera, non ama; mentre chi ama, persevera. La parola che sta sulla bocca della donna che lascia il marito o del marito che lascia la moglie è questa: Io non l’amo più! Quindi non c’è perseveranza.

Il secondo elemento necessario perché ci sia la perseveranza, dice la S. Scrittura, è “il cuore risoluto”, cioè la volontà.

Il cuore dell’uomo è un abisso; il cuore è l’elemento più fallace che esiste sulla terra, come dice la S. Scrittura, per cui se ci facciamo guidare solo dal cuore, sbagliamo sempre. Dobbiamo farci guidare e sostenere dal cuore, ma sempre controllato dalla volontà e dall’intelligenza.

Se una cosa è vera e buona, la voglio e la amo; se non è vera e non è buona, non la voglio e non la amo; se è santa, la voglio e la amo. Occorrono l’intelligenza e la volontà per discernere il bene dal male e sceglierlo.

Gesù, all’inizio del nostro cammino nella vita cristiana, ci ha detto: “Se vuoi”. Io ho risposto: Voglio; vengo con te, costi quel che costi!

I vostri mariti o le vostre mogli, voi li avete amati sia nella prosperità che nell’avversità, sia nella buona sorte che nella cattiva sorte, sia nella salute che nella malattia, altrimenti che amore sarebbe stato il vostro?

Così deve essere nei riguardi di Gesù; sia quando le cose vanno bene che quando non vanno bene dobbiamo seguirlo. Poiché ho detto il mio sì al Signore, il mio sì deve rimanere tale fino alla fine della mia vita, sia quando vengono le afflizioni, le sofferenze, le contraddizioni e le persecuzioni, sia quando tutto va bene e sto nella gioia e nella consolazione.

Per seguire Gesù occorre l’amore, ma anche una volontà decisa e risoluta, cioè un cuore risoluto nel Signore, che si fida sempre di Dio . Dio  infatti è sempre all’origine di ogni bene; ci accompagna nello sviluppo e nella perseveranza del bene e sarà anche Colui che concluderà la nostra opera di santificazione.

 

conclusione

 Tutto dipende da Dio , ma tutto dipende anche dall’uomo, in quanto deve collaborare con Dio .

Noi possiamo amare, però questo amore può venir meno. Diciamo perciò: Signore, fa’ che io ti ami sempre!

La nostra volontà può venir meno, e allora preghiamo il Signore che ci dia la grazia di essere costanti nell’amarlo, nell’operare il bene e nel volere il bene.

Per perseverare nel bene e per volere il bene ci vogliono: amore, intelligenza e volontà, ma ci vuole tanta grazia di Dio . Questa grazia la chiederemo giorno per giorno, perché sono convinto che anche oggi potrei venire meno all’impegno che ho preso. E allora diciamo: Signore, assistimi, proteggimi, aiutami; ho tanto bisogno di te!

Se chiederemo a Dio  la perseveranza con fede e umiltà, ce la concederà con amore.