La mia mano nella tua, amico mio Dio – Gv 21, 1-14

Gv 21,1-14 – Il Cristo risorto si preoccupa delle necessità degli uomini e li santifica 29-4-11

Gv 21, 1-14 – Tutto ciò che l’uomo fa è prezioso agli occhi di Dio

Gv 21, 1-14 – Il Risorto risolve i nostri problemi di ogni giorno

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca, 25.04.1998

IL CRISTO RISORTO è PRESENTE NELLA SUA CHIESA, CAMMINA CON NOI

E INCROCIA CONTINUAMENTE I PASSI DEI SUOI DISCEPOLI

(Gv 21, 1-14)

  • Il Cristo risorto cammina con noi, incrocia continuamente i nostri passi, ma noi non ci accorgiamo della sua presenza

 Dice il vangelo: “Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù” (Gv 21, 4).

Nel passo parallelo sull’apparizione alla Maddalena leggiamo che, dopo aver parlato con gli angeli, “si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù” (Gv 20, 14).

Il passo riguardante i discepoli di Emmaus dice che “mentre discutevano e discorrevano insieme, Gesù in persona – il Risorto non più il Crocifisso – si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo” (Lc 24, 15-16).

Gesù risorto cammina con noi, incrocia continuamente i nostri passi, come con la Maddalena, con i discepoli di Emmaus e con gli apostoli sul lago di Tiberiade, ma noi non ci accorgiamo della sua presenza. È lui e ci fa delle domande per mezzo degli uomini che incontriamo; ci dice come si risolvono quelle difficoltà; partecipa attivamente alle nostre imprese come uno di noi; interviene in modo straordinario per risolvere i nostri problemi chiedendo la nostra collaborazione; ci invita a mangiare l’Eucaristia per darci la forza di vivere secondo Dio.

Cristo Risorto, sul lago di Tiberiade, fa delle domande agli apostoli, partecipa attivamente, interviene, dà da mangiare.

Alla Maddalena fa delle domande; la chiama per nome: “Maria!”; le dice cosa non deve fare: “Non mi trattenere perché ancora non sono salito al Padre”; le dice cosa deve fare: “Va’ dai miei fratelli e annunzia”; la consola con la sua Parola: Non sono ancora andato al Padre, avrai ancora modo di stare con me, di effondere tutto il tuo amore sul mio Cuore misericordioso.

Cammina con i discepoli di Emmaus: rivolge loro delle domande: “Perché siete così tristi?”. Li rimprovera perché non agiscono alla luce della parola di Dio o della fede: “Stolti e tardi di cuore!”; spiega le Scritture; dà i Sacramenti per dargli la forza di agire secondo la fede.

Queste stesse cose Gesù le fa con noi, ma noi non lo vediamo. Infatti la Maddalena parlava con uno sconosciuto, con l’ortolano; i discepoli di Emmaus camminavano con un pellegrino sconosciuto, che si era accostato a loro per avere compagnia nel viaggio verso Emmaus e non essere depredato dai ladroni; i discepoli sul lago di Tiberiade vedono uno sconosciuto che parla con loro, e per educazione rispondono.

Gesù c’è, ma non lo vediamo; c’è, ma non lo riconosciamo. Cristo invece cammina con noi, è presente ed operante. Questo dato di fede lo dovete credere fermamente.

Ha detto Gesù:- Abbiate fede anche in me.

Vi ho detto: “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo” (Mt 28, 20); “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18, 20).

L’ha detto lui e io ci credo. Ecco la fede; la grandezza della fede! Adesso è qui in mezzo a noi, è con noi. Lo vorremmo vedere con gli occhi, come Tommaso; ma la fede non è constatazione, è adesione ad una parola, alla Parola di Dio. è lui che lo ha detto e noi crediamo alla sua parola; non perché vediamo lui, ma perché lo ha detto lui. Questa è la potenza della fede.

A Tommaso Gesù disse: Tu hai visto e hai creduto. Invece tu dovevi credere quando c’è stato l’annunzio. Difatti Gesù Risorto ha incominciato con la fede, poi con la visione. Voleva la fede degli Apostoli. Gli Angeli hanno consegnato alle donne l’annunzio. Gesù ha consegnato alle donne l’annunzio, non ha consegnato la visione. Visto che non credevano, Gesù si è fatto vedere.

Gesù ci chiede di credere alla sua parola, perché non ha mai ingannato nessuno. Noi non lo vediamo, ma adesso sta in mezzo a noi: sta nell’Eucaristia.

Io ringrazio il mio Padre Maestro di noviziato, il quale diceva:- Figli miei carissimi, finitela di correre dietro le visioni! Noi crediamo a ciò che Gesù ha detto. Io non ho bisogno del miracolo di Bolsena per credere che in quel pane e in quel vino c’è il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità di Gesù. Il miracolo che cosa aggiunge alla fede? Ci dice la stessa cosa della fede.

Il mio Padre Maestro si alzava, si metteva in ginocchio dinanzi a Gesù sacramentato e diceva: Signore, io credo che ci sei; ti adoro, ti ringrazio, ti amo e ti chiedo perdono.

Anch’io non ho bisogno di vedere, gli credo e basta. Se poi il Signore, nella sua benignità si farà vedere, lo godrò anche nella visione; ma se non si farà vedere, io non mi metterò a piangere.

Io credo anche alle altre parole di Gesù: “Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui” (Gv 14, 21), cioè mi farò vedere.

  • chi ha fede riconosce il Cristo risorto nelle persone e negli avvenimenti

 Dovete rispondere oggi a questi interrogativi: Vedete Gesù nelle persone? Lo vedete negli avvenimenti? Se la risposta è affermativa, avete fede. Se la risposta è negativa, non avete fede.

Chi riconosce il Cristo Risorto nelle persone e negli avvenimenti, ha fede. Maria Maddalena credeva che fosse l’ortolano, ma poi vide che era Gesù e lo chiamò per nome, come era solita chiamarlo: “Rabbunì, Maestro mio!”. In quel “mio” c’è tutto l’affetto, tutto l’amore di questa donna che lo riconosce vero Dio e vero uomo. Come Dio, si getta in ginocchio e lo adora; come uomo, si getta ai piedi, lo abbraccia e lo bacia.

I discepoli di Emmaus videro Gesù in quel pellegrino solo quando spezzò il pane alla loro mensa; ma mentre camminavano con lui avevano la certezza di camminare con un pellegrino.

Giovanni lo riconobbe nelle parole misteriose ed efficaci di quello sconosciuto che stava sulla riva: “Gettate la rete a destra”. Parole misteriose, ma efficaci, perché gettando la rete a destra, i discepoli non potevano tirarla su per la grande quantità di pesci, per cui gli uscì spontaneo dire: “ è il Signore!”.

Mie care figlie, dovete capire che il Cristo Risorto è in mezzo a noi ed è nelle persone: nel Vescovo, nel Papa, nel Parroco, nel Padre, nelle Dirigenti, nei vostri Superiori, nei genitori, nei fratelli, nelle sorelle, negli amici, nei nemici, negli sconosciuti, nei vicini, nei lontani, nei ragazzi del catechismo, nei catechisti.

Nelle persone è il Cristo che agisce e che cammina con noi. È lui che ci pone le domande, ci presenta i casi e ci risolve i problemi.

Dovete avere la fede di vederlo negli avvenimenti sia lieti, la nascita di un nipote; sia tristi, la morte della mamma. Anche lì c’è il Cristo Risorto che ci dà la certezza dell’aldilà e ci fa esercitare in tutte le virtù, ma soprattutto nella virtù della pazienza e della rassegnazione.

Ma il Cristo è anche nel fratello ammalato e gli dà la possibilità di guadagnare meriti e di non fare il purgatorio, se accetta la sofferenza con rassegnazione. Noi saremo gli angeli consolatori!

Cristo è negli avvenimenti previsti o imprevisti: arrivi alla stazione e il treno è partito o c’è lo sciopero! Vuol dire che non è oggi che ti devi incontrare con quello, ma dopodomani. Noi ci mettiamo ad imprecare e invece dovremmo dire: “è il Signore!”.

Quando per una distrazione vi cade dalle mani un vaso prezioso e si rompe, dite: “Dominus est!”. Il Signore vi ha fatto vedere che non eravate attaccate al Cristo Risorto, che non tramonta mai, ma a una cosa che oggi c’è e domani non ci sarà. Siamo attaccati al mondo! Ma ce lo ha detto mille volte il Signore che passa la scena di questo mondo. Non ci sarà più questa terra, ma una terra nuova; non più questi cieli, ma nuovi cieli.

Cristo è negli avvenimenti che ci fanno piacere o che non ci fanno piacere. Ci sono avvenimenti che ci consolano, come l’incontro con un amico e ci sono incontri che non ci fanno piacere. Noi non vorremmo vedere i nostri nemici e invece li vediamo ogni giorno, perché tante volte sono proprio i nostri parenti.

Cristo è negli avvenimenti voluti o non voluti. Pensate a Tobi, che dopo aver fatto del bene, a causa di una rondine si ritrova cieco.

Io nell’avvenimento della mia operazione agli occhi, riuscita bene, ho visto il Signore; ma tanti altri non hanno visto il Signore dinanzi allo stesso intervento mal riuscito, sono diventati ciechi!

Figlie mie, bisogna essere indifferenti. Prima dell’operazione io ho detto al Signore: Vado a farmi l’operazione però confido in te, sia che tu mi ridai la vista, sia che tu non me la ridai. Ti loderò lo stesso da cieco. Sapevo che Dio accetta questo sacrificio e l’ho detto col cuore, non con la bocca, perché lui conosce i segreti del cuore.