Signore, aiutami! Il mio cuore è malato… – Gv 5, 1-16

 

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca, 20.03.1983

COME GUARIRE DAL PECCATO Immagine

(Gv 5, 1-16)

Gesù, vedendo il paralitico gli disse: Vuoi guarire? Oggi Gesù questa domanda la rivolge a noi: Vuoi guarire? Vuoi guarire dal peccato?

 siamo tutti ammalati nell’anima

 Dice il vangelo che si trovava là un uomo che da trent’otto anni era ammalato. Questa malattia può essere considerata un peccato veniale, non mortale; infatti Gesù non parla di morte, ma di malattia.

A quale categoria di persone appartieni non lo so, ma certamente sei una inferma. Sei cieca? Sei zoppa? Sei paralitica? Non lo so, tu lo sai. La tua infermità è dovuta al peccato veniale, che hai da molto tempo, col quale vivi da molto tempo. Quest’uomo da trent’otto anni, tu da quanto tempo vivi in questo peccato veniale, o in questi peccati veniali? Si tratta di un peccato veniale dal quale fino a questo momento non ti sei convertita, quindi vivi in questo stato di malattia: cieca eri prima, cieca sei ora; zoppa eri prima, zoppa sei oggi; paralitica eri ieri, paralitica sei oggi. Non ti sei convertita!

Il peccato veniale che ci domina io lo definisco la passione dominante, perché noi abbiamo nella nostra anima un ceppo dal quale esce fuori un tronco; questo tronco si ramifica e si manifesta in tanti modi. Quindi anche se le manifestazioni dei peccati veniali sono tante, la loro radice è unica.

Vi aiuto a vedere qual è lo stato in cui oggi vi trovate. Ogni anima certamente ha un vizio capitale; qualcuna ne può avere due o tre o tutti e sette, ma certamente un vizio capitale ce l’ha. In ognuno di noi c’è quella bestia di cui parla l’Apocalisse, la bestia dalle sette teste. Non pensate che avete solo un vizio capitale e che gli altri non albergano dentro l’anima vostra. No, in noi c’è quella bestia di cui parla l’Apocalisse, che ha sette teste, però una delle sette teste è più grossa delle altre.

Oggi dovete esaminarvi per vedere qual è la passione che vi domina. Certamente è la stessa che vi ha dominato ieri.

Questa passione potrà essere la superbia, che ha mille manifestazioni che voi dovete conoscere. In tal caso siete ammalate di superbia. Potrà essere l’avarizia, se vi piacciono molto i soldi e accumulate per accumulare. Potrà essere la lussuria, il possesso dei piaceri, dei piaceri del sesso o dei piaceri di qualsiasi senso. Potrà essere l’ira, la gola, l’invidia e l’accidia. Avete certamente il vizio dell’accidia, che porta a non voler lavorare per perfezionare l’anima, infatti vi siete fermate e non camminate più. Dite: Ormai quello che ho fatto, ho fatto; sono vecchia, non intendo andare più avanti. Può essere l’accidia, sia nel compimento del vostro dovere professionale, scolastico, sia del vostro dovere di cristiane, di consacrate e di missionarie.

In questo momento Gesù si avvicina a voi, ma voi dovete riconoscere di essere ammalate, perché se non lo riconoscete certamente ritenete di non aver bisogno del medico; quindi Gesù oggi non può rivolgervi questa domanda: Vuoi guarire?

 Gesù ci dice: vuoi guarire?

Oggi Gesù ci pone il problema della guarigione. Ci dice: Sei ammalata, lo hai sempre riconosciuto e lo riconosci, vuoi guarire?

Questa mattina non sei tu ad andare da Gesù per dirgli: Signore, guariscimi!, perché non ti sei mai posto questo problema, o se te lo sei posto, lo hai fatto in modo sbagliato; è Gesù che questa mattina si avvicina a te e dice: Vuoi guarire?

Con questo interrogativo Gesù ci svela tre verità:

  1. La guarigione non dipende solo da Dio

Questa verità la dovete tenere sempre fissa in mente, perché non dovete dire mai: Il Signore non mi guarisce! Il Signore non mi dà la grazia, non mi dà la forza!

No, Gesù stamattina vi dice: Figlia mia carissima, la guarigione non dipende solo da me. Io ti devo dare la forza per cambiarti, ma io non posso nulla senza di te, senza la tua volontà, senza la tua collaborazione. Ho bisogno della tua volontà, ho bisogno della tua collaborazione, altrimenti tutta la mia azione è inefficace. Io sono pronto ad aiutarti, sono pronto a guarirti, però ricordati che la tua conversione non dipende solo da me.

  1. La guarigione non dipende dagli altri

Il paralitico la prima cosa che disse a Gesù, che gli chiedeva: Vuoi guarire?, fu: Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me.

Ma Gesù gli dice: La tua guarigione non dipende dagli altri! Io ti guarirò, non saranno gli altri a guarirti. La tua guarigione non dipende solo da me, ma non dipende nemmeno dagli altri.

Togliete le scuse dal vostro impegno nella perfezione! Non sarà il Padre a guarirvi, né saranno le sorelle; non saranno i nemici a fermarvi nell’azione della guarigione spirituale, né saranno gli amici a favorirvi. Di scuse ne potete portare quante ne volete, però paralitiche eravate e paralitiche rimanete, cieche eravate e cieche rimanete, zoppe eravate e zoppe rimanete.

  1. La tua guarigione dipende da te

Sono io adesso che mi avvicino a te, dice Gesù, e che ti pongo una domanda che non ti ho posto mai. Oggi, per mezzo di una grazia particolare, straordinaria, tolgo dal fuoco dell’anima tua quella cenere che lo copriva. Sappi che la tua guarigione dipende dalla tua volontà. Tu ti sei cullata e hai detto: Dipende da Dio! Altre volte hai detto: Dipende dagli altri, ma io vorrei veramente salvarmi, convertirmi, santificarmi. Ebbene, io ti dico oggi che la tua conversione dipende da te e soltanto da te.

Io ti faccio questa domanda: “Vuoi guarire?”. Se vuoi guarire, io ti dirò quello che devi fare; ma se non vuoi, io non posso farti niente.

Gesù prima dice: “Se vuoi essere mio discepolo”, poi aggiunge: “Va’, vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri, poi vieni e seguimi”. Alla domanda di Gesù puoi rispondere, se veramente vuoi a costo di qualsiasi sacrificio, perché dice Gesù: Il regno di Dio subisce violenza e solo i violenti lo rapiscono.

Il grande Paolo scriveva ai Filippesi: “Non però che io abbia già conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione (Paolo riconosce di non essere perfetto e di non aver conseguito ancora il paradiso); solo mi sforzo di correre per conquistarlo”.

E tu ti stai sforzando, non dico di correre ma di camminare? Ti stai sforzando di camminare nella via della perfezione, per conquistare la perfezione e conquistare il paradiso?

“Fratelli, io non ritengo ancora di esservi giunto”.

E tu pensi di essere già arrivata alla perfezione, per cui non devi fare più niente, non ti devi più impegnare, non ti devi più sforzare?

“Questo soltanto io so: dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la meta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù” (Fil 3, 12-16).

Dice Paolo: Questo soltanto io so: devo dimenticare il passato, infatti l’acqua passata non macina più. Sono stato persecutore della Chiesa: non importa! Sono stato bestemmiatore: non importa! Ho scandalizzato il prossimo: non importa! Non sono degno di essere chiamato apostolo: non importa! Sono un aborto: non importa! Ho dimenticato il passato, ma oggi vi dico che sono proteso verso il futuro, così come è protesa la freccia sull’arco, che attende la spinta per arrivare al bersaglio nel più breve tempo possibile. Dice Paolo: Sono proteso verso il futuro e non cammino, ma corro verso la meta, per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù.

E tu ti trovi in questa condizione? Hai dimenticato il passato e sei protesa verso il futuro? Stai correndo verso la meta?

“Quanti dunque siamo perfetti, dobbiamo avere questi sentimenti; se in qualche cosa pensate diversamente, Dio vi illuminerà anche su questo. Intanto, dal punto in cui siamo arrivati continuiamo ad avanzare sulla stessa linea”.

Se siete perfette, dovete continuare a vivere nella perfezione; se non lo siete, dimenticate il passato e siate protese verso il futuro.

Dice Gesù: Vuoi guarire? La guarigione dipende solo da te! Questo lo hanno capito tutti i santi, e questo l’ha capito Paol

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