Unione nella carne e nello spirito – Mc 3, 31-35

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2013

LA MADONNA

MADRE E DISCEPOLA DI GESU’

(Mc 3, 31-35)

“Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre” (Mc 3, 34-35).

  1. I legami naturali sono inferiori ai legami spirituali

Il vangelo di oggi ci parla dei legami naturali e dei legami spirituali. I legami spirituali sono superiori ai legami naturali, o sono inferiori o uguali?

Questo discorso vale non solo per chi è mamma di un sacerdote, come mia madre, ma per chi è mamma di qualsiasi figlio.

I legami naturali sono inferiori ai legami spirituali. L’ideale però sarebbe che ci fosse integrazione fra i legami spirituali e i legami naturali, mettendo al posto giusto quelli spirituali e al secondo posto quelli naturali.

Gesù aveva una mamma? Sì, la Madonna. Gesù aveva dei parenti, cugini, zii, nonni? Sì.

Che cosa ha fatto Gesù dinanzi al programma e alla missione che Dio gli aveva dato? Ha detto:- Mia madre è mia madre; i miei cugini sono i miei cugini, però Dio è Dio. Prima Dio e poi tutti gli altri.

Certamente la Madonna non ha detto:- Figlio mio, non andare a predicare!, perché la Madonna, appunto perché era la Madonna, avrà detto:- Figlio mio va’, anzi vengo io con te. Infatti quando Gesù incominciò la predicazione pubblica, allontanandosi da Nazaret, e quindi dalla casa della Madonna perché san Giuseppe era già morto, noi lo troviamo a Cana di Galilea, che è vicino a Nazaret, e dice il vangelo che stava con la Madonna, oltre che con gli apostoli.

La Madonna era una discepola di Gesù, quindi questa espressione: “Chi è mia madre?”, non è una espressione di disprezzo; per niente, anzi è l’esaltazione più grande della Madonna, dopo aver messo il principio, che prima viene Dio poi vengono i genitori e i parenti.

Il Padre mio, dice Gesù, guarda con compiacenza coloro che hanno un’identità di veduta con il mio Spirito.

Questo significa essere discepoli: Gesù mi dice una cosa, io l’ascolto e la faccio. Il discepolo non discute col maestro; il discepolo si mette al banco e ascolta la lezione del professore, e ciò che il professore dice fa.

Il discepolato è una parentela. Diventando discepolo del Cristo, io divento parente del Cristo; è come se fosse mia madre, mio padre, mio fratello, mia sorella.

  1. Discepolo di Cristo è chi fa la volontà di Dio

Perché questa parentela sia completa, si deve non soltanto ascoltare, ma anche fare.

I discepoli, con le mani conserte, seduti attorno a Gesù, ascoltavano ciò che lui diceva. Gesù poi ha aggiunto: non dovete soltanto ascoltare, ma anche fare; questi è fratello, sorella e madre.

L’unione perfetta tra due esseri non avviene nella carne. L’unione coniugale non è un’unione più perfetta dell’unione che avviene nell’intelligenza e nella volontà, perché due esseri, un marito e una moglie, possono avere l’unione coniugale, ma possono essere col cuore separato l’uno dall’altra, cioè non avere le stesse idee.

L’unione coniugale deve essere simbolo, segno esterno dell’unione dell’intelligenza: io condivido ciò che tu pensi e faccio ciò che tu dici; allora l’unione è perfetta.

L’unione coniugale è un segno esterno della unione spirituale. Tanto è vero che, il vero matrimonio voi lo consumate quando diventate vecchi, non quando siete giovani; perché quando siete giovani c’è la passione, ora invece c’è l’unione nello spirito. Vi amate.

L’amore, l’unione più perfetta avviene tra due esseri quando la pensano allo stesso modo. Voi siete più uniti a me perché la pensate come me e fate come me, anziché come vostro marito, caso mai con vostro marito siete in disaccordo, cioè non la pensate nello stesso modo. Invece chi la pensa allo stesso modo, fa di due esseri una cosa sola. L’amore si perfeziona di più perché c’è l’unione nell’intelletto. Se non c’è unione nell’intelletto, nelle idee e nelle azioni anche l’unione coniugale non significa niente.

Col Cristo è la stessa cosa. Se noi la pensiamo come lui e facciamo come lui, la nostra unione col Cristo è più perfetta dell’unione che noi abbiamo con i nostri fratelli. Ecco perché io non perdo niente nel mio matrimonio, perché il vero matrimonio è l’unione di due esseri che la pensano nello stesso modo e agiscono nello stesso modo: sono contenti nella gioia e afflitti nel dolore. Non c’è il segno esterno, questo sì, perché l’unione carnale è un segno esterno della identità di vedute, un segno esterno per avere figli, ma il vero matrimonio, la vera unione è nelle idee.

Quando voi trovate due esseri che la pensano nello stesso modo e agiscono nello stesso modo, l’unione è perfetta. Ecco perché Gesù dice:- Chi è mia madre? Coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica.

  1. La Madonna è stata discepola di Cristo

L’unione di Gesù con la mamma era perfetta? Perfettissima, perché la Madonna, da quando Gesù era bambino, dice il vangelo, conservava tutto ciò che si diceva di lui nel suo cuore; la pensava come la pensava Gesù e faceva come lui voleva che si facesse. E quando qualche cosa non la capiva, a lei non interessava capire, interessava fare come il Figlio faceva.

Gesù non ha insegnato quando era bambino, però quando la Madonna ha visto i pastori, ha visto i Magi, quando ha sentito Simeone e Anna la profetessa dire quelle parole, conservava nel suo cuore tutto ciò che accadeva a Gesù, perché era il massimo della manifestazione del pensiero di Dio. Ciò che Dio diceva attraverso il Figlio, o faceva attraverso il figlio, per la Madonna era insegnamento.

La Madonna era mamma, ma stava ai piedi di Gesù, era discepola. Una discepola più perfetta della Madonna non c’è mai stata, perché l’unione col Figlio non è stata soltanto un’unione carnale, perché gli ha dato il corpo, ma anche spirituale.

La Madonna col suo Figlio ha integrato l’unione fisica col pensare come pensava Gesù, col dire come diceva Gesù e col fare come faceva Gesù. Non è stato quindi un atto di disprezzo quello del Figlio, ma è stato un valorizzare indirettamente l’aspetto del discepolato della Madonna, perché la mamma sua, non solo non l’ha mai disturbato, ma l’ha aiutato nella predicazione, perché è andata con lui.

Della Madonna non sappiamo niente. Nel vangelo della Madonna si parla pochissimo, perché allora gli uomini venivano dal paganesimo e c’erano le Dee; per evitare che prendessero la Madonna per una dea, mentre il vero Dio è Dio e basta, non si è parlato di lei, però la Madonna è andata appresso a Gesù, certissimamente.

Dal vangelo sappiamo che all’inizio della predicazione c’era la Madonna come discepola, senza disturbare il Figlio. Questo significa che c’è stata sempre. Come pure noi sappiamo che nell’ultima cena c’era la Madonna; e c’era anche alla fine, quando Gesù muore. Ai piedi della croce c’è la Madonna, quindi significa che in tutti gli altri momenti c’era la Madonna.

La Madonna non si è mai distaccata dalla vita del Figlio, sia dal punto di vista fisico, sia dal punto di vista spirituale. È stata la donna più perfetta come seguace, come discepola del Cristo, ecco perché è la più grande degli apostoli.

Quando Gesù è andato via è stata con gli apostoli, che sono i mandati del Cristo. Alla discesa dello Spirito Santo, nel cenacolo c’era la Madonna in mezzo a loro.

Quindi dicendo: “Chi è mia madre?”, Gesù non voleva disconoscere la Madonna, ma voleva mettere nel suo giusto posto il valore di padre, di madre, di fratello, di zio …

Se voi volete gloriarvi di avere per figlio, per fratello un sacerdote, una suora, o lo stesso Cristo, dovete avere l’unione anche nelle idee.

conclusione

L’unione degli spiriti è l’unione più alta. Quella corporale ha valore come segno, e può non significare proprio niente. Ci sono infatti tanti uomini e tante donne che si uniscono, ma non la pensano allo stesso modo. Non c’è amore.

L’amore è nell’intelligenza e nella volontà, non nel corpo. Se c’è l’una e c’è l’altra, allora è vero affetto, come è stato per la Madonna, nel corpo, nell’intelligenza e nella volontà. Più perfetto di così non ci può essere. Gloria a lei!

Se vogliamo avere la sequela del Cristo, dobbiamo fare in questo modo: ascoltarlo, mettere in pratica ciò che dice e seguirlo docilmente, senza stare mai in contrasto con lui.