Santa Famiglia di Nazaret – Lc 2, 41-52

 

da una omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Festa della S. Famiglia

IL SEGRETO PER VIVERE NELL’AMORE IN FAMIGLIA

(Lc 2, 41-52)

“I genitori di Gesù si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua” (Lc 2, 40).

  1. Per vivere nell’amore è necessario riconoscere l’autorità

 Chi in un ambiente riconosce l’autorità si mette nella condizione di vivere nell’amore. Così è nella famiglia. La famiglia è la più piccola cellula della società, destinata a far vivere i propri membri nell’amore. Ebbene, se nella famiglia i figli riconoscono l’autorità dei genitori, significa che hanno messo la premessa per vivere nell’amore, nell’armonia e nella pace. Se i figli non riconoscono l’autorità dei genitori, la famiglia è disgregata e non si vive nell’armonia, non si vive nell’amore, non si vive nella pace.

  1. La prima autorità da riconoscere è quella di Dio

 I figli devono riconoscere l’autorità dei genitori; ma anche voi, genitori, se volete vivere nell’amore dovete riconoscere l’autorità di Dio nella vostra famiglia; perché se non riconoscete l’autorità di Dio nella vostra famiglia, non vivrete nemmeno voi nell’amore. Voi e i vostri figli avete compiti diversi, ma doveri identici. I figli devono amare, ma anche voi dovete amare. I figli devono riconoscere la vostra autorità, ma anche voi dovete riconoscere l’autorità di Dio sulla vostra famiglia.

La famiglia è stata voluta da Dio, e bisogna riconoscere Dio principio di unità di questa famiglia.

Uno dei compiti più importanti dei genitori è l’educazione dei figli. Vi dovete occupare della loro educazione fisica, dell’educazione intellettuale, infatti tutti i genitori mandano a scuola i propri figli. Dovete dare loro da mangiare, da bere, da vestire, da dormire; e queste cose le fate. Ma c’è un’altra educazione ed è l’educazione cristiana, l’educazione morale che è un elemento fondamentale per avere la pace, l’amore e l’armonia nella famiglia.

Vi ho detto che dovete riconoscere l’autorità di Dio. Riconoscere questa autorità significa accettare i dieci comandamenti, essere sottoposti alla legge di Dio, che è uguale per tutti, sia per i figli che per i genitori. Sappiate che l’educazione cristiana dei figli ha la stessa importanza dell’educazione intellettuale e fisica e morale dei vostri figli; grave è la mancanza dell’una e grave è la mancanza dell’altra. Non c’è da dire: prima penso a questa educazione e poi se rimane del tempo all’altra; bisogna curare nello stesso tempo tutte le educazioni. Anzi io vi dico che l’educazione cristiana non ha un tempo, ma deve permeare tutti i tempi di sviluppo dei vostri figlioli.

  1. I primi educatori cristiani dei figli sono i genitori

 Guai se i genitori non educassero cristianamente i figli, trascurerebbero un elemento fondamentale della loro crescita e verrebbe scardinato l’elemento fondamentale di una famiglia: l’amore, l’armonia, la pace.

Chi porta l’amore è Dio; l’origine dell’amore è Dio, e soltanto coloro che osservano i comandamenti di Dio possono vivere nella pace sia con Dio, sia con i genitori, sia col prossimo. Ma chi non osserva questa legge è fuori dall’armonia, è fuori dalla pace, è fuori dall’amore.

Voi, genitori cristiani, ci tenete moltissimo a battezzare i vostri figli; ma alcuni dicono: battezzo mio figlio e mi tolgo un pensiero. È falso! Se non battezzate vostro figlio, allora sì che avete tolto il pensiero di educarlo cristianamente; se invece lo battezzate lo fate entrare in un’altra società, la società della Chiesa, che è la società che salva e che edifica l’anima. Ma questo è soltanto il primo atto di una vita vissuta nel cristianesimo.

Col battesimo si bussa ad una porta, si entra in una casa; ma dopo aver ricevuto il battesimo, non si deve uscire fuori e togliersi il pensiero dell’educazione cristiana di questo figliolo. Incomincia un’altra vita, cioè vi mettete un altro pensiero, che è quello dell’educazione cristiana, e vi mettete sulle spalle un’altra croce che dovete portare.

Che fate per i vostri bambini, quando li volete educare dal punto di vista intellettuale? Prendete i vostri figli e li iscrivete alla scuola. Ma non è che dopo aver iscritto il bambino a scuola lo ritirate e non lo portate più a scuola. Con quella iscrizione non vi siete tolto il pensiero, ma vi siete messo un pensiero che vi perseguita tutti i giorni, tutte le settimane, tutti i mesi. Vi sottoponete al sacrificio di fare alzare presto il bambino, di pulirlo, di dargli da mangiare, di portarlo a scuola, di andarlo a prendere, di comprare i libri, di farlo studiare, di trovargli le compagnie, di sapere quali sono i suoi professori, che cosa i professori insegnano. Tutte queste cose riguardano l’educazione intellettuale, che non è data soltanto dalla scuola ai vostri figli, ma che date voi primariamente a casa, in tutti gli atteggiamenti della loro vita.

Lo stesso accade per l’educazione cristiana dei figli. Una volta che li avete battezzati vi impegnate a educarli cristianamente, quindi a insegnare loro le verità della fede, a vivere personalmente le verità della fede.

Battezzandoli non potete più disinteressarvi della loro educazione religiosa, che è un obbligo grave. Come li portate all’asilo, poi in prima, in seconda elementare, così li porterete in chiesa per partecipare alla S. Messa e per fare il catechismo. Contemporaneamente si cresce nell’intelletto e nella vita cristiana, nella conoscenza delle verità della fede, perché non si può amare una persona se non la si conosce in tutta la sua bellezza e la sua attrattiva.

Dio non potrà essere amato dai vostri figli, e voi vi siete impegnati a farlo amare, se i vostri figli non lo conosceranno. Non basta la vostra conoscenza di Dio, è necessaria la loro conoscenza e la loro esperienza di Dio. E allora voi darete loro l’educazione cristiana e la farete dare anche dalla Chiesa, quindi dalle catechiste. È fondamentale crescere nella fede, vivere nella fede, amare la fede.

Un’altra educazione che i figli devono imparare a casa è l’educazione alla preghiera.

Chi insegnerà loro a pregare? Sarai tu, mamma, che insegnerai ai tuoi figli a pregare! Sarai tu, papà, che insegnerai ai tuoi figli a pregare. Bisogna pregare insieme la mattina, quando il bambino si sveglia. Poiché siete voi a svegliare i vostri figli, la prima cosa che dovete fare è mettervi in ginocchio col vostro figliolo vicino al letto, fare il segno della croce e dire insieme il Padre nostro, l’Ave Maria, il Gloria al Padre, l’Angelo di Dio che deve proteggere e custodire questo vostro figliolo, l’Eterno Riposo per rivolgere il pensiero ai morti, ai vostri cari defunti che vi hanno voluto bene e che hanno preparato la vita a questo vostro figliolo.

Il primo vostro pensiero appena svegli sia rivolto a Dio. A mezzogiorno quando mangiate, siete voi, padri di famiglia, che dovete dire ai vostri figli: questo cibo ce l’ha dato Dio! è vero che papà ha lavorato e ha guadagnato il mensile, ma Dio ha dato la salute, ha dato l’intelligenza, la forza a papà per fargli guadagnare i soldi, con i quali abbiamo potuto preparare questo pranzo. È Dio che ha dato la salute e la forza alla mamma che ha cucinato e che vi ha dato questo cibo. Sarete voi, attraverso la preghiera del Padre Nostro, a dire che dipendiamo da Dio.

Se si vuole vivere nell’amore, i figli devono riconoscere l’autorità dei genitori, ma i genitori con i figli devono riconoscere l’autorità di Dio. In tal modo si vive nell’amore e si fa unità con Dio.

Voi genitori, ogni volta che vi mettete a tavola, non soltanto dovete pregare con i vostri figli, ma potete benedire i cibi che avete preparato, benedire la mensa, così come la benedico io. È stato Papa Giovanni XXIII che ha dato la facoltà a voi genitori di benedire la mensa e i cibi, dicendo: O Signore, benedici questo cibo che stiamo per prendere! Potete fare anche il segno della croce per benedirli, così come lo faccio io. Prima questa facoltà era solo dei sacerdoti; adesso è stata data anche a voi, genitori. Quindi pregate e benedite nel nome di Dio questo cibo che il Signore giorno per giorno dà a voi e ai vostri figli.

La sera, dopo aver accompagnato a letto i figli, cosa devono fare una mamma e un padre cristiani? Devono pregare insieme. Molte famiglie cristiane dicono il Rosario la sera e fanno benissimo. Vi consiglio di dirlo sempre, perché con la Madonna non si sta mai male, si sta sempre bene, si forma l’unità e si vive nell’amore, perché una famiglia che vive con Gesù, Giuseppe e Maria è una famiglia ideale. Prima di addormentarsi bisogna ringraziare il Signore. Ma questo esempio lo dovete dare voi.

Se voi vi vergognate di pregare, vostro figlio crescerà vergognandosi di Dio e di voi. Quando lui diventerà avvocato e tu sarai contadino, operaio, spazzino, non ti presenterà al suo amico avvocato o dottore, avrà vergogna di te, di essere figlio tuo. Così hanno fatto tanti figli, perché i loro genitori hanno avuto vergogna di Dio. è questa una ricompensa dolorosa che tutti i genitori che si vergognano di Dio ricevono sulla terra.

I genitori di Gesù si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Non è vero che il figlio deve venire in chiesa a Messa da solo. Dovete essere voi a portarlo in chiesa. Dovete stare in tre: papà, mamma e figlio. Tante volte è impossibile partecipare insieme alla messa, ma abituatevi a farlo. Sia almeno uno dei genitori ad accompagnare il figlio in chiesa. La vostra presenza, il vostro modo di fare porta tanta certezza nei vostri figli, quando sono piccoli. Siate sempre di esempio ai vostri figli, anche quando si sposano. Per vivere nell’amore la prima condizione è riconoscere l’autorità di Dio. Se nella vostra famiglia non si vive nell’amore significa che qualcuno non riconosce l’autorità di Dio. E quando una ruota è fuori posto, ferma tutto l’ingranaggio dell’orologio. L’orologio per essere perfetto deve avere tutti i pezzi al loro posto. Se ognuno sta al suo posto, tutti lavoriamo per il benessere di tutti.

conclusione

Siate i testimoni di Dio nella vostra famiglia e Dio sarà il vostro testimone nella società.

Educate i figli cristianamente, educateli nella fede, educateli soprattutto alla preghiera. Se pregherete vi salverete.

Se conoscete Dio certamente lo amerete, e Dio mai si è fatto vincere in generosità dall’uomo; infatti a chi gli ha dato uno, Dio ha dato cento

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