Novena a Gesù Bambino – Gesù, ti sei fatto carne …come me – Mt 1, 1-17

Mt 1, 1-17 – Gesù è vero uomo

Mt 1, 1-17 – Il Cristo è vero uomo

Mt 1, 1-17 Genealogia di Gesù

da un’omelia di P.Francesco Chimienti O.M. del 20.12.1992

 

GESU’ VERO DIO E VERO UOMO

il significato della genealogia di Gesù

(Mt 1, 1-17)

 Il Cristo incarnandosi si immette nella storia dell’umanità, assume la nostra natura con i nostri peccati e le nostre miserie per salvarci

 

In Gesù la natura divina si è unita alla natura umana

Dio è eterno, non ha avuto origine né fine, ma il Cristo, che è il Dio uomo, si è incarnato 1992 anni fa.

Abbiamo letto la genealogia di Gesù, raccontata da Matteo, che voleva dirci la verità che il figlio di Dio, il Cristo, nato da Maria Vergine, è veramente uomo.

Nella persona di Gesù c’è stata l’unione ipostatica, infatti la natura divina si è unita alla natura umana.

Nel Cristo persona alcune volte agisce l’uomo, infatti egli è vero uomo: cammina, parla, piange, si stanca, beve, dorme; altre volte invece agisce Dio, infatti dice: “Ti sono rimessi i tuoi peccati” (Mt 9, 2).

“Donna, nessuno ti ha condannata?

– Nessuno, Signore!

– Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più” (Gv 8, 10-11).

“Alzati e cammina!” (Mt 9, 5).

“Vedi!” (Cfr. Mc 8, 24-25).

Come Dio, Gesù ha dato l’udito ai sordi, ha cacciato i demoni, ha risuscitato i morti.

Come uomo il Cristo ha sofferto, ha patito ed è morto sulla croce; come Dio è risuscitato il terzo giorno.

Io e il Padre siamo una sola cosa, ha detto Gesù.

Ciò che io ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi!

Filippo, chi vede me, vede il Padre, sto da tanto tempo con voi e ancora non avete capito questa grande verità? (Cfr. Gv 14, 9-10).

Quindi Gesù è vero Dio e vero uomo.

La Chiesa ci ha presentato la genealogia di Gesù. In altri termini, quel bambino che nascerà tra qualche giorno e che la Madonna porrà nella mangiatoia è vero uomo ed è vero Dio; nella sua persona sono unite ipostaticamente la natura umana e la natura divina. Ecco perché san Paolo dice che per mezzo del Cristo è stato creato il mondo e tuttora il mondo e noi siamo mantenuti nella sussistenza, per mezzo di lui, che è vero Dio, ma nel medesimo tempo è vero uomo.

Gesù si è fatto uomo come noi

Nella genealogia di Gesù mi ha colpito il fatto che sono nominate delle donne. Infatti leggiamo: “Giuda generò Fares e Zara da Tamar” (Mt 1, 3).

“Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut” (Mt 1, 5).

“Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria” (Mt 1, 6), cioè Betsabea. E alla fine dice: “Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo” (Mt 1, 16).

Preso dalla curiosità ho voluto vedere, attraverso la S. Scrittura, chi sono queste donne. Ho letto la storia di Tamar in Gn 38, 1-30.

Tamar è la nuora di Giuda, che aveva molti figli, il primo figlio aveva sposato Tamar, ma poi era morto. Secondo la legge del levirato questa donna doveva sposare il fratello del marito. Sposò il secondo figlio, ma anche questo morì. Siccome l’altro fratello era troppo piccolo, Giuda le disse:- Abbi pazienza, quando si farà grande, lo sposerai.

Questa donna allora si mise in mezzo alla strada, camuffata da prostituta, perché voleva un figlio e lo voleva da Giuda, che approfittò di lei, e dalla nuora ebbe il figlio che sta nella genealogia di Gesù.

Anche Raab era una prostituta, la sua storia si trova in Gs 2, 1-21; 6, 23-25.

Quando il popolo eletto arrivò a Gerico, due ambasciatori andarono a perlustrare la città e si rifugiarono nella casa di Raab, che ebbe compassione di loro e li nascose quando arrivarono i soldati che li cercavano. Poi li calò dalle mura per salvarli, ma prima fece con loro un patto. Disse: Se prenderete Gerico, salvatemi insieme alla mia famiglia. I due uomini le promisero: Salveremo te e quelli che si trovano nella tua casa. In seguito questa donna, si sposò con un ebreo ed ebbe un figlio, che è un antenato di Gesù.

Poi troviamo il nome di Rut, la cui storia si può leggere in Rt 1, 6-22; 4, 12-17. Era una donna pagana.

Gesù discende da una donna che si è unita al suocero, da una prostituta e da una pagana. Nella genealogia di Gesù troviamo inoltre il nome di Betsabea, che da Davide generò Salomone.

Davide è un adultero e un omicida, infatti si unì a Betsabea, moglie di Uria e poi lo fece uccidere. Questa storia la leggiamo in 2 Sam 11, 2-26.

Dalla genealogia di Gesù vediamo che Dio, il tre volte Santo, il Santissimo, quando si è incarnato nella storia dell’umanità, ha assunto la natura umana, ha preso ciò che non era; ma ha preso l’uomo così com’è senza vergognarsene. Egli però non ha permesso che la sua mamma fosse soggetta al peccato anche per un solo istante; ma esclusa la Mamma, la Vergine immacolata, tutti gli altri uomini della sua genealogia erano poveri peccatori come noi. E Gesù non si è vergognato di discendere da loro.

Diceva il profeta Isaia: Verrà Dio, si farà uomo, però si addosserà i peccati degli uomini (cfr. Is 53, 11).

Gesù si è fatto peccato

San Paolo dice: Il Cristo non solo si addossa il peccato, ma si fa peccato (cfr. 2 Cor 5, 21).

Quando un giorno santa Teresa, pregando, disse: Signore, fammi vedere come sono io dinanzi a te, Gesù le rispose: Teresa, è meglio che non ti conceda questa grazia! Però ella tanto insistette, che alla fine Gesù le fece vedere come era dinanzi a lui. In quell’istante la sua anima emanò tanto fetore che, dopo qualche secondo, gridò: Signore, basta, basta che muoio! E allora il Signore le tolse la visione di quello che era dinanzi a Dio. Poi Teresa, stordita, disse:- Signore, come fai tu a stare vicino a me? E il Signore le rispose: Perché ti amo.Il Figlio ha tanto amato gli uomini che è venuto dal cielo sulla terra e si è fatto uomo come noi ed ha detto: La mia delizia è stare in mezzo ai peccatori. Io non sono venuto per i giusti, ma per i peccatori (cfr. Mt 9, 13).

Ho avuto la gioia di stare nella grotta di Betlemme, dove Maria Santissima ha posato il Figlio di Dio, il Santissimo, colui che non ha avuto vergogna di farsi peccatore con i peccatori, perché doveva salvarli. Il Cristo non salva i santi, ma i peccatori.A pochissimi metri dalla grotta di Betlemme dove è nato Gesù, c’è una porticina dalla quale si entra nella grotta di san Girolamo, che è stato lì per tanto tempo, per tradurre dall’originale ebraico la S. Scrittura, e abbiamo avuto la Volgata.

Un giorno, mentre san Girolamo era in ginocchio nella grotta di Betlemme, gli apparve Gesù che gli disse:- Girolamo, oggi ti chiedo un favore!

– Dimmi Maestro, che cosa vuoi?- Signore, ti do le penitenze che faccio ogni giorno!- Signore, ti do le mie preghiere.- Ti do lo studio, la traduzione della S. Scrittura.

– Figlio, dammi i tuoi peccati, perché te li possa lavare!

– No, qualche cosa di tuo!

– No, Girolamo, voglio qualche cosa di tuo.

– No, Girolamo, voglio qualche cosa di tuo.

– Dammi qualche cosa di tuo, che io possa gradire!

– Ma che cosa ho di mio? Dimmelo, Signore, e te lo darò. 

– Figlio, dammi i tuoi peccati, perché te li possa lavare!

Quando l’angelo è apparso a Giuseppe in sogno, gli ha detto: Colui che nascerà dalla Vergine sarà il Figlio dell’Altissimo e tu lo chiamerai Gesù, cioè il Dio Salvatore perché è venuto a salvare gli uomini, si è fatto peccatore con i peccatori, si è fatto peccato per togliere il peccato dagli uomini (cfr. Mt 1, 21).

E a Zaccheo disse: “Oggi la salvezza è entrata in questa casa” (Lc 19, 9), perché dove arriva il Figlio dell’uomo, arriva la salvezza.

Il Padre ha tanto amato il mondo che ha mandato sulla terra il suo Figlio.

Gesù ha detto: La mia delizia è stare in mezzo ai peccatori (cfr. Pr 8, 31).

Il Cristo da Dio si è fatto uomo, peccatore con i peccatori, per toglierci il peccato

Il Cristo si è fatto peccato. Sulla croce si è mostrato come un grande malfattore, perché sapeva che i suoi figli non potevano entrare in paradiso, in quanto avevano peccato.Gesù significa il Salvatore, infatti egli ci ha salvato e ci salverà.Se non ti metterai in ginocchio e non dirai:- Signore, ho sbagliato, perdonami, il peccato non ti viene tolto, e non perché il Signore non te lo vuole togliere, ma in quanto tu non vuoi che ti sia tolto.

Se volete dare una grande gioia al Cristo confessatevi, altrimenti gli darete un dispiacere.Pietro, che dopo il rinnegamento ha chiesto perdono al Maestro, ha dato una grande gioia al Signore; mentre Giuda, che, pur avendo riconosciuto il suo peccato, non ha voluto confessarlo a Gesù per chiedergli perdono, gli ha dato un grande dispiacere.Ha avuto anche il piacere di salvare Longino, che, dopo avergli trafitto il petto con la lancia, battendosi il petto disse:- Questi era veramente il Figlio di Dio! (Cfr. Lc 23, 47).Alla donna, che andò a chiedergli perdono in casa del fariseo Simone, disse: Va’ in pace e non peccare più!  

Non abbiate paura del peccato, il peccato è stato vinto e distrutto da Gesù, dobbiamo solo riconoscere i nostri peccati, metterci in ginocchio dinanzi al sacerdote, perché così ha voluto Gesù, e confessarli.

Il peccato deve essere distrutto e Gesù ci dice:- Figlio, dammi i peccati, perché io li distrugga.

 

San Gregorio Magno diceva: O cristiano, contempla qualche volta la grande dignità che ti ha dato il Figlio di Dio, rendendoti figlio di Dio!

Il Cristo ha comunicato all’uomo la sua dignità, la sua vita, il suo essere Dio, cioè la grazia, che, come dice san Pietro, è la partecipazione della vita di Dio nell’uomo. In altri termini, dentro di me e dentro di voi, circola il sangue di Dio. Il Cristo mi ha salvato col suo sangue. Il sangue e la carne che io mangio nell’Eucaristia mi rendono compartecipe del corpo e del sangue di Cristo, per cui io divento Dio come il Cristo.

 

        CONCLUSIONE

Diciamo: Vieni, Signore Gesù, salvaci! Stiamo nell’attesa della sua venuta.Quel Dio che ha creato te senza di te, ora non può salvare te senza di te.

Un giorno il Crocifisso di San Giovanni Rotondo, che sta nel coro dei Cappuccini, si animò, diventò vivo e parlò a Padre Pio che stava in ginocchio dinanzi a lui. Disse queste parole:- Mi chiamate la Luce, e non mi vedete.- Mi chiamate Signore, e non mi servite.

Se volete far Natale, facendo felice Gesù, confessatevi; ma se non vi confessate, non farete Natale, e non farete felice Gesù.

Io vi auguro che dopo queste parole ciascuno di noi faccia il vero Natale, rinascendo non alla stessa vita di miseria e di peccato, ma ad una nuova vita di grazia.

– Mi chiamate la Verità, e non mi credete. Se un giorno non vi riconoscerò, non vi meravigliate.

– Mi chiamate Maestro, e non mi ascoltate.

– Mi chiamate la Via, e non mi seguite.

Se ti vuoi salvare devi andare tu dal Signore e dire: “Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te, non sono più degno di essere chiamato tuo figlio, perdonami!”. E il Signore ti abbraccerà, ti bacerà e ti riporterà nella condizione di figlio (cfr. Lc 15, 11-21).

Ed Egli ci risponderà:- Vieni, e fatti santo!