Resta con noi, non abbandonarci – Lc 4, 1-13

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Taranto, 27.02.1977

I Domenica di Quaresima (Anno C) Parrocchia Don Bosco

IL PERCHÉ DELLA TENTAZIONE E COME VINCERLA

(Lc 4, 1-13)

  1. La tentazione è necessaria nella vita spirituale

 

Gesù si ritirò nel deserto per quaranta giorni per pregare, alla fine fu tentato dal diavolo. Questo vangelo è di grande consolazione, perché se è stato tentato Gesù a maggior ragione possiamo essere tentati noi.

          La tentazione è la prova del nostro amore. Quando tutto è tranquillo diciamo con facilità: Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.

Per vedere se tu ami Dio veramente, il Signore ti manda la prova. Per esempio, se ogni domenica tu vai a messa e una domenica viene tuo zio a trovarti e tu gli dici: Zio, andiamo insieme a Messa, perché oggi è domenica!, dimostri di amare Dio. Se invece non gli dici niente e non hai il coraggio di lasciare lo zio per andare a Messa, dimostri di amare più lo zio che il Signore. In questo caso la tentazione ti ha dimostrato che non ami Dio.

Qualcuno pensa che la tentazione sia un male; invece è un segno di benevolenza da parte di Dio.

Nella S. Scrittura troviamo l’esempio di Tobi, che era un uomo buono, faceva del bene, seppelliva i morti insepolti. Una sera, mentre dormiva sotto il tetto della sua casa, poiché tra le tegole le rondini avevano fatto il nido, gli cadde lo sterco degli uccelli sugli occhi e diventò cieco.

Tobi inviò il figlio a prendere dei soldi, perché erano nella necessità, e fu accompagnato da un uomo, che alla fine si fece conoscere: era l’arcangelo Raffaele, inviato dal cielo sulla terra da Dio per guarire Tobi.

Tobi chiese all’Arcangelo:- Perché mi è capitata questa disgrazia?

Rispose: Poiché la tua preghiera era accetta a Dio, fu necessario che la sofferenza ti provasse.

  1. I mezzi per superare la tentazione

 

Gesù nel deserto, quando è stato tentato dal demonio, ha superato la tentazione con la preghiera e con la parola di Dio.

 

Se vogliamo vincere la tentazione, dobbiamo imitare Gesù, cioè dobbiamo pregare. Chi prega vince, chi non prega perde.

          L’altro mezzo per vincere la tentazione è la parola di Dio meditata, letta, studiata e ascoltata.

Gesù ha risposto al demonio, che l’invitava a trasformare le pietre in pane, con questa parola di Dio: “Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”.

La tentazione si vince con la parola di Dio, oltre che con la preghiera.

  1. La tentazione non è un male, è la prova della nostra virtù

 

Tentennare non equivale ad essere caduti; infatti chi tentenna non è ancora caduto, perché chi è caduto sta già a terra. È tentato chi è sano, chi è santo. Chi sta nel peccato, non è tentato perché è già caduto! È tentato nella purezza chi è puro; è tentato nel mangiare chi digiuna.

Il Signore ci prova con la tentazione perché alcuni non sono virtuosi e si credono virtuosi; altri lo sono, ma non si ritengono tali.

          conclusione

 

Con la tentazione il Signore prova la nostra virtù e mostra anche a noi quello che siamo, perché lui già lo sa.

Se alla prova resistiamo, vuol dire che in noi c’è la virtù, altrimenti significa che la virtù era una illusione, non una realtà. Dio ci dà la prova non per farci scoraggiare, ma per prendere atto della nostra situazione e per continuare ad andare avanti.