La Parola è il Cristo, Dio – Gv 1, 1-18

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca, 19.12.2004

GESÙ, VERO DIO E VERO UOMO NATO DA DONNA

 PER ESSERE IL TUO SALVATORE,

 IL TUO SANTIFICATORE

(Gv 1, 1-18)

“In principio, dice Giovanni, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio” (Gv 1, 1). “Tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui niente è stato fatto” (Gv 1, 3).

Metto da parte questo aspetto divino perché voglio presentarvi l’aspetto umano di Gesù, il volto di Dio. Tutti sapevano che c’era Dio, ma non potevano vedere il suo volto, perché purissimo spirito. L’uomo ha sempre sospirato di vedere il volto di Dio, di parlare con lui, di ascoltarlo, di stare con lui. Noi dicevamo: Beati Adamo ed Eva che parlarono con Dio nel Paradiso terrestre! È stato questo sempre il sospiro dell’umanità. 

Dio invece lo possiamo vedere, ascoltare, toccare. Il Verbo della vita noi l’abbiamo visto, dice Giovanni, l’abbiamo udito, l’abbiamo toccato con mano. E anche noi siamo fortunati, perché attraverso la sacra sindone abbiamo avuto la gioia, dopo tanti secoli, di vedere il volto di Gesù, perché la tradizione cristiana non ci ha tramandato il vero volto di Gesù.

Gesù è morto, lo hanno conosciuto, lo hanno visto, i disegnatori c’erano, ma non ci hanno trasmesso il vero volto di Gesù, perché contemplandolo come vero Dio lo trasfiguravano in una maniera tale da sottolineare l’aspetto della divinità. Quando invece lo rappresentavano come uomo lo facevano vedere nell’aspetto della passione, della flagellazione, della coronazione di spine, così brutto che nessuno lo poteva guardare in faccia.

Vi voglio presentare Gesù come vero uomo, nato da donna come  noi.

Gesù è vero uomo perché è nato da una donna

“Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1, 14).

Dicendo che Gesù si fece carne si vuole dire che Gesù ha preso la natura umana così com’è, con tutte le sue miserie, eccetto il peccato. Non dovete escludere nulla. Se avesse detto: “Il Verbo si fece uomo”, avrebbe inteso dire: uomo perfetto.

Di tanto in tanto sento dire: “E il Verbo si fece uomo”. No, no! Si fece carne. Gesù è uomo, ma si fece carne. È molto di più!

“Quando venne la pienezza del tempo, dice san Paolo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna” (Gal 4, 4). Quindi uomo, perché l’uomo è colui che è nato da donna.

“Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo” (Mt 1, 16). Da Maria è nato Gesù, Giuseppe non c’entra più!

Vi ho dato queste tre frasi della S. Scrittura, ma potrei darvene tante altre. 

Gesù è vero uomo, nato da donna. La donna è Maria Santissima, la quale – essendo la mamma della persona Gesù che ha in sé due nature: la natura divina e la natura umana, unite ipostaticamente, perché non lasciò di essere Dio, ma continuò ad essere Dio pur prendendo da lei la natura umana – non solo è diventata la mamma dell’uomo Dio, seconda persona della SS. Trinità, ma dello stesso Dio. Dunque veramente è la Madre di Dio. Essendo sua madre, Dio l’ha pensata dall’eternità, per cui in questa donna ha messo tutto quello che poteva mettere. Ha rasentato l’infinito. Giustamente un Santo ha detto: se aveste avuto la possibilità di prepararvi la mamma, certamente l’avreste creata nel migliore dei modi. È quello che ha fatto Gesù.

La Madonna ha tutto; è inutile che vi elenchi i suoi attributi. Mi fermerò in modo particolare su due doni: uno, che è il fondamento di tutti i doni: Madre di Dio; l’altro che è caro soprattutto a noi meridionali: Concepita senza peccato originale. A noi meridionali piace l’Immacolata in una maniera tale che se potessimo dire che è il primo dono ricevuto dalla Madonna lo diremmo. Il primo e il più grande invece è la maternità divina: Madre di Dio, concepita senza peccato originale. 

Veramente Gesù è nato da Maria Vergine. Veramente Maria Vergine è la madre di Gesù.

  • Gesù nasce da una donna per essere il nostro salvatore, il nostro santificatore, il nostro modello

Quando guardate questo Bambino nel presepe, ricordate queste grandi verità:

1.  Gesù è il nostro salvatore

Gesù, prendendo la nostra natura umana, si inserisce nella storia dell’uomo come Salvatore. Dalla natura umana Gesù prende tutto, eccetto il peccato, ma non si vergogna di stare né con i peccatori della sua genealogia, né con ogni specie di peccatori di tutti i secoli.

Il primo capitolo di Matteo è il capitolo della genealogia di Gesù. Sono riportati i suoi antenati. Non si vergogna Matteo di inserire nella genealogia di Gesù quattro donne peccatrici, né si vergogna di inserire in quella genealogia tutti gli uomini e re della famiglia di Davide, che non sono stati santi. Da quel sangue infetto di peccato, da quei peccatori, incominciando da Adamo ed Eva, è voluto nascere Gesù. Ha preso la natura umana e si è gloriato di essere un Dio che veniva per salvare proprio i peccatori.

Gesù non avrebbe potuto salvare l’uomo, se non fosse diventato uomo. Io ho detto: eccetto il peccato, ma san Paolo non si vergogna di dire che per salvare il peccatore e liberarci dal peccato Gesù si è fatto peccato. Ecco perché non mi vergogno di mio padre e di mia madre, e dico a tutti: io sono uno zappatore, figlio di zappatori. Mio padre per tirare la vita se n’è andato in America. Come non mi vergogno di dire che io potevo non nascere, secondo la concezione attuale, perché i miei genitori non avevano un letto dove mettere il quarto figlio.

Gesù non si vergogna di stare con i peccatori della sua genealogia e non si vergogna di stare con ogni specie di peccatori di tutti i secoli: è una cosa stupenda!

I farisei, che pure erano sporchi di peccato, si meravigliavano e criticavano Gesù perché frequentava i peccatori; mentre lui, Figlio di Dio, e Dio uguale al Padre, stando sulla terra andava in cerca dei peccatori, perché si fa più festa in cielo per un peccatore che ritorna all’ovile anziché per novantanove giusti. La mia gioia, diceva Gesù, è stare in mezzo ai peccatori perché sono venuto per salvare i peccatori.

La S. Scrittura dice: “Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati” (Mt 1, 21).

Non abbiate paura del peccato, ma soprattutto non abbiate paura di pentirvi del vostro peccato e di ritornare a Dio puliti, perché chi ci fa puliti non siamo noi ma è lui. Se avete vergogna di aver peccato, ricordatevi che lui non ha avuto vergogna di togliere il peccato, di stare in mezzo ai peccatori e di cercare continuamente i peccatori. Se gli volete dare una grande soddisfazione sappiate che è quella che gli ha dato Zaccheo, tanto che ha detto: Oggi in questa casa è entrata la salvezza. Per questo motivo è venuto sulla terra, per togliere il peccato. Se non toglie il peccato è vanificato il fine per cui il Cristo è venuto sulla terra. Abbiate fiducia nel perdono di Cristo, ma soprattutto date questa fiducia ai peccatori.

2. Gesù è il nostro santificatore

Prendendo la nostra carne, e diventando uomo come noi, Gesù è il nostro santificatore. Se pecco ho uno che già mi ha liberato dal peccato, per cui il paradiso è per me. Lui ha piacere di perdonarmi, devo solo riconoscere il mio peccato e ritornare a lui. Quindi non esiste un peccato o tanti peccati che mi possano allontanare da Dio, o che possono impedirmi di avere il perdono di Dio. No, tutti i peccati possono essere perdonati. Inoltre Gesù è il nostro santificatore.

Dio, prendendo la stessa nostra natura ha santificato con la sua divinità tutte le sue azioni e santificando le sue azioni, che si chiamano teandriche perché sono umane e divine, ha santificato ogni nostra azione. Quelle stesse azioni che ha fatto lui le faccio io. Dormo, e quel mio dormire è santo; mangio, e quel mio mangiare è santo; passeggio, e il mio passeggiare è santo.

Tutto, anche le azioni più insignificanti sono state santificate dalla natura divina di Gesù. Lui le ha fatte e io le faccio; lui le ha rese divine e meritorie per cui le mie azioni sono divine e meritorie, se fatte in comunione con lui. Nulla va perduto.

Ogni azione dell’uomo è come una lettera scritta, perciò mettete l’indirizzo, altrimenti non arriva da nessuna parte. Mettere l’indirizzo significa dire: Signore, te l’offro. Accetto e offro! Quindi la critica, la mormorazione, il lamento, le nostre insofferenze non hanno ragione di esistere, se crediamo che quel Bambino ha santificato anche le nostre necessità. Il mio sonno, il mio aver sete, aver fame, la mia stanchezza, tutto, anche il mio alzarmi di notte, è santificato. Ha reso santa ogni nostra azione; ha reso divina e meritoria ogni nostra azione, anche la più insignificante.

Ci dobbiamo rivestire dell’uomo nuovo, perché lui è venuto ed ha distrutto l’uomo vecchio, l’uomo del peccato e ci ha ridato nel battesimo e nella penitenza l’uomo nuovo. Rivestiti della grazia di Dio, ogni azione nostra è divina. Grazie, Signore, perché mi hai tolto il peccato, che è l’unico ostacolo alla santità e alla salvezza eterna. Non per i nostri meriti, diciamo nella Messa, ma per la tua divina misericordia ci salveremo. Quel Bambino ha freddo, ma anche noi abbiamo freddo. Gesù ha santificato questa sofferenza ed è meritoria; ce lo troveremo in paradiso.

3. Gesù è il nostro modello

Gesù, prendendo la nostra natura umana, diventa il modello di ogni uomo. Per cui bisogna ascoltarlo per fare come lui dice e bisogna imitarlo per fare come lui ha fatto.

L’uomo era incapace di salvarsi. Dio, vedendo che non ce la cavavamo in nessun modo, né con l’osservanza del primo comandamento, né del secondo, del terzo, del quarto, del quinto, del sesto, del settimo, dell’ottavo, del nono e del decimo, ha detto: Vengo io, ti prenderò per mano e ti dirò come si fa per salvarsi.

Che cosa devo sapere? Te lo dirò io.

Che cosa devo fare? Te lo dirò io.

Come lo devo fare? Te lo dirò io.

Bisogna ascoltare quello che Gesù dice per farlo, e guardare come lui ha fatto per farlo. Ci ha preso per mano.

Ricordate? Vermiciattolo di Israele, io ti prendo per mano. Tu non cadrai perché io ti tengo per mano, è scritto nella Bibbia.

Gesù deve essere la luce di ciascuno di noi. Guardatelo così: come salvatore, come santificatore e come modello.

  • il messaggio di Gesù è: fatti salvare, fatti santificare, prendimi come modello

Fa tutto Dio, però Dio continuamente ripete: Se vuoi! Ci ha creati liberi e vuole che rimaniamo liberi. Ci salverà liberamente, se lo vorremo noi.

1. La Minima si fa salvare

Poiché è il peccato che proibisce di salvarsi, la Minima prende come carisma la penitenza e si fa salvare dal Cristo, cioè si dichiara peccatrice, chiede perdono. E il Cristo, per mezzo del sacramento del battesimo prima, e della penitenza dopo, la salva.

Il proposito o l’impegno a fuggire ogni occasione di peccato suggella poi la grazia ricevuta.

La Minima si fa salvare, e appunto perché è minima non solo si mette su questa linea, ma con l’apostolato fa di tutto di ottenere la salvezza dei fratelli.

Il primo combattimento che voi farete sarà quello di eliminare dall’anima vostra il peccato, poi quello di eliminarlo dall’anima dei vostri fratelli, perché è il peccato che proibisce agli uomini di salvarsi. Gesù ci ha dato i mezzi per salvarci, ma noi li dobbiamo usare. “Se vuoi”, ha detto Gesù.

2. La Minima si fa santificare

È la grazia che santifica. La Minima rivolge tutto il suo impegno nel vivere ogni attimo della sua vita nella grazia di Dio, per questo usa e frequenta i sacramenti, in particolare il sacramento della Penitenza e dell’Eucaristia.

La S. Messa, la meditazione, la liturgia delle Ore, la preghiera e tutte le opere di pietà sono mezzi di santificazione che la Minima non tralascia mai, come pure l’osservanza delle Costituzioni. A cosa servono? Alla santificazione.

Chi ci santificherà è il Cristo, noi dobbiamo dire quel famoso sì. I sacramenti sono segni di salvezza, segni di santificazione.

3. La Minima prende come modello il Cristo: fa ciò che lui ha detto e fa ciò che lui ha fatto.

È lui che ci ha invitato a far questo: “Imparate da me, che sono mite e umile di cuore” (Mt 11, 29).

In particolare la Missionaria della Parola di Dio prende il Cristo come modello della sua missione profetica e dell’esercizio del suo carisma penitenziale. 

Conclusione

“Anche noi, circondati da un così gran numero di testimoni, deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci intralcia, corriamo con perseveranza nella corsa, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede” (Eb 12, 1-2).

Chi sono questi testimoni in gran numero? I santi. Adesso immagino il Circo Massimo. È come uno stadio, però allora andavano l’imperatore, la regina, le vestali, il pubblico, i gladiatori. Noi stiamo giù a combattere; loro, i Santi, già stanno in paradiso a trepidare per ciascuno di noi, perché ci vogliono in paradiso.

“Deposto tutto ciò che è di peso e il peccato, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti”. Non dice: camminiamo; dice: corriamo. San Paolo, prima di morire, disse: Ho combattuto la mia battaglia, ho terminato la corsa.

“Tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede”. La fede è la virtù più importante, perché per mezzo della fede facciamo ciò che Dio vuole e ciò che Dio fa. Per mezzo della fede avremo la salvezza. Chi ci dà la fede è lui, il Cristo. Allora corriamo, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede.