Combatti per costruire – Ef 6, 10-20

Martina Franca, 15.11.1998

Da un ritiro tenuto da P. Francesco Chimienti O.M

(I Meditazione)

LE ARMI DEL CRISTIANO:

LA GRAZIA, LA GIUSTIZIA, LO ZELO

(Ef 6, 10-17)

Vi farò il ritiro meditando un passo della lettera agli Efesini, nel quale san Paolo invita i cristiani a rivestirsi dell’armatura di Dio. “Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. Prendete perciò l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio” (Ef 6, 10. 13-17). Nella prima meditazione vi parlerò di tre armi: l’elmo, la corazza e la calzatura; nella seconda meditazione vi parlerò di altre tre armi: la cintura, lo scudo, la spada. Introduzione Nella S. Scrittura troviamo scritto, a proposito del lamento di Giobbe: “La vita dell’uomo sulla terra è un combattimento” (Gb 7, 1). San Paolo dice che la vita dell’uomo è una continua battaglia (cfr. Ef 6, 12). Sì, la vita dell’uomo è un combattimento, per questo il cristiano per vincere la sua battaglia deve rivestirsi dell’armatura di Dio.

1. La vita dell’uomo è come una scena di battaglia

I combattenti, cioè i credenti, sono da un lato del campo; dall’altro lato ci sono: le insidie del diavolo, i Principati, le Potestà, i dominatori di questo mondo di tenebra, gli spiriti del male. Dice giustamente san Paolo:”La nostra battaglia non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti” (Ef 6, 12).

Dunque il demonio c’è!

2. Il Signore è la nostra forza nella lotta contro il male

Dice san Paolo: “Attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza” (Ef 6, 10). Dio è onnipotente e questa onnipotenza la concede per mezzo della grazia a ciascuno di noi, quando gliela chiediamo per vincere la battaglia. Tra Davide e Golia la battaglia era impari, però Davide affrontò il gigante Golia nel nome del Signore, con cinque pietre. È bastata una sola pietra per abbattere, nel nome del Signore, il gigante Golia! L’unica fonte di vera forza è il Signore, che può aiutare a combattere, a lottare, a contrastare, a vincere e a far fuggire il demonio.

3. Per vincere la battaglia della vita il cristiano deve rivestirsi dell’armatura di Dio

L’armatura di Dio è la corazza (giustizia), la calzatura (zelo per l’evangelizzazione), l’elmo (salvezza), la spada dello Spirito (parola di Dio), i fianchi cinti (la verità). Il cristiano deve rivestirsi dell’armatura di Dio e usarla. Le armi sono state date al cristiano non per tenerle conservate, ma per usarle al momento giusto.

4. Perché il cristiano deve rivestirsi dell’armatura di Dio? Per resistere alle insidie del demonio.

Per resistere nel giorno malvagio stabilito dal diavolo. Per restare in piedi, nonostante gli assalti del diavolo. Per superare tutte le prove alle quali il diavolo lo sottoporrà.

I. L’ELMO DELLA SALVEZZA

“Prendete l’elmo della salvezza” (Ef 6, 17), cioè pensate a salvarvi! Non si può vivere la vita cristiana se non si pensa che è un combattimento contro il demonio.Noi vogliamo combattere e vincere, ma anche lui vuole combattere e vincere. E allora Dio, per mezzo di san Paolo, ci dice: Non ti di co di combattere e di vincere; ma ti dico: Pensa a salvarti! Proteggiti la testa! E per essere sicuro che il nemico non ti colpisca in testa, mettiti l’elmo. In guerra i soldati portano sempre l’elmo per proteggere la testa, perché se colpiscono la testa si muore. Anche san Paolo sapeva che se si salva la testa, si salva tutto l’uomo; se non si salva la testa, l’uomo è perduto. Allora proteggete la testa perché chi la protegge salva se stesso, chi non la protegge si perde. San Paolo dice: proteggiti la testa con l’elmo della salvezza.

Ci sono due salvezze: la salvezza nel tempo e la salvezza per l’eternità.

1. La salvezza nel tempo

Dobbiamo pensare a salvarci qui, adesso, voi ed io. Che cosa dobbiamo fare? Non cadere nel peccato e conservare la grazia. San Giovanni, l’apostolo dell’amore, dice nella sua seconda lettera: “Fate attenzione a voi stessi, perché non abbiate a perdere quello che avete conseguito, ma possiate ricevere una ricompensa piena” (2 Gv 1, 8). Quindi non pensate al diavolo, non pensate ai combattimenti che stanno attorno a voi, non pensate al terreno, non pensate a niente; badate e fate attenzione a voi stessi, per non perdere col peccato quello che avete conseguito. State attente a non cadere nel peccato, in modo che possiate ricevere una ricompensa piena. Riceve il merito chi sta in grazia di Dio. E allora, state attente a non cadere nel peccato grave, né nel peccato veniale che pian piano porta al peccato grave; fate attenzione a conservare la grazia, perché è il tesoro più grande che ave te, ed è la perla più preziosa che Dio vi ha regalato.Nelle sue lettere, san Francesco ripete questi stessi concetti. Egli dice: Figli miei, non peccate, perché il peccato muove Dio all’ira! Figli miei, conservate la grazia di Dio, che è il più grande te che Dio vi ha consegnato! soro Purtroppo questo tesoro lo portiamo in vasi di creta, quindi dobbiamo fare attenzione, dobbiamo metterci in testa l’elmo della salvezza. Il demonio ci potrà colpire in tutte le parti, ma non nella salvezza eterna!

2. La salvezza per l’eternità

C’è una seconda salvezza alla quale dobbiamo pensare: la salvezza eterna. Per salvarci eternamente, Gesù ci ha detto di osservare i dieci comandamenti, perché la salvezza eterna è per chi fa la volontà di Dio. Per i consacrati, la salvezz a eterna è legata anche alle Costituzioni e ai voti emessi. È vero che gli altri si salvano senza l’osservanza dei voti, ma voi avete voluto emetterli e li dovete osservare! Voi, Missionarie della Parola di Dio, vi salverete se sarete fedeli a ciò che l’Is tituto vi dice. Nel giorno della vostra consacrazione, consegnandovi le Costituzioni, vi ho detto: “Se osserverai queste Costituzioni, nel nome della Chiesa io ti assicuro la vita eterna”. La salvezza eterna è per chi osserva i Comandamenti, per chi è fed ele alle Costituzioni e ai voti, per chi non pecca e per chi vive in grazia di Dio. Non pecco e vivo in grazia per salvarmi nel tempo e per essere pronto nell’ultimo giorno della mia vita a passare da questa terra all’altra, integro e salvo. Non deve capit are a noi quello che è capitato alle vergini stolte, che hanno pensato a tutto eccetto che a fuggire il peccato e a vivere in grazia. Poi, all’ultimo momento, quando il Signore ha aperto la porta e le ha invitate a passare all’eternità, poiché non erano pr onte, volevano in prestito l’olio, cioè la grazia. La grazia non si può prestare! Sono andate per comprare l’olio, ma in quel momento il Signore le ha chiamate e non c’era più tempo. Perché non vi capiti quello che è capitato alle vergini stolte, la prima cosa da fare è pensare a salvarvi, perché anche i frati, i sacerdoti e le anime consacrate possono andare all’inferno e vanno all’inferno. San Paolo, ispirato dallo Spirito Santo, ci dice: “Prendete l’elmo della salvezza”

II. LA CORAZZA DELLA GIUSTIZIA

“State dunque ben fermi, rivestiti con (Ef 6, 17). la corazza della giustizia” (Ef 6, 14). San Paolo non dice: Vestitevi delle armi di Dio, ma rivestitevi, cioè ai vestiti di cristiano bisogna aggiungere altri vestiti, così come il soldato ai vestiti che ha, aggiunge i vestiti del soldato.

La seconda arma dell’armatura di Dio è la corazza, che rappresenta la giustizia. Mettete al sicuro la salvezza eterna, esercitando la virtù della giustizia. Per stare ben ferme n ell’opera della salvezza, ai soliti vestiti del cristiano, dovete aggiungere i vestiti della consacrata. Infatti la corazza difende tutta la persona e le diverse attività di difesa e di offesa del soldato. Adesso ai poliziotti e ai carabinieri, hanno dato il giubbotto antiproiettile perché possano proteggersi nel compimento del loro dovere. Ieri c’era la corazza, oggi c’è il giubbotto antiproiettile. Cambiano i modi, ma il concetto è quello: salvare l’uomo dagli attacchi dei nemici. Con l’elmo si salva il c apo, con la corazza si salva il resto del corpo dove ci sono gli organi vitali, come il cuore e i polmoni, che devono essere custoditi. La giustizia è il fondamento di ogni virtù personale e di ogni attività di apostolato. Il grande teologo e filosofo di tempi, san Tommaso, ha definito la giustizia: tutti i “auriga virtutum”, cioè il cocchiere che guida il cocchio della propria santità, della propria salvezza, attraverso le vie del mondo, trainato da moltissimi cavalli: le singole virtù. L’auriga, il cocch iere, che dirige tutte le virtù è la giustizia. Se c’è la giustizia, tutte le altre virtù sono disciplinate e portano alla salvezza; se manca la giustizia, le altre virtù, compresa la virtù della carità, non salvano. La S. Scrittura, quando parla di Dio, d ice che è seduto sul trono della carità, alla cui base c’è il diritto e la giustizia. In altri termini, il nostro Dio, che è amore, fonda il suo amore sulla giustizia. Gli uomini sulla terra, bestemmiano quando dicono che Dio è ingiusto. Quando morremo, Di o si prenderà la rivincita: ci farà vedere che ha agito secondo giustizia, amore e misericordia, e per riparare ci farà cantare in cielo per l’eternità: “Vere e giuste sono le tue vie!”. Sulla terra per fede dobbiamo accettare che Dio è amore e giustizia. San Paolo dice: “Quanto sono imperscrutabili i tuoi giudizi e inaccessibili le tue vie!” (Rm 11, 32). Giustizia significa dare a ciascuno il suo: a Dio quello che è di Dio e all’uomo quello che è dell’uomo. Il comandamento dell’amore: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso”, è il comandamento della giustizia. A

Dio dobbiamo dare l’amore per giustizia. Ai nostri fratelli dobbiamo dare l’amore per giustizia. Per ama re Dio dobbiamo osservare in particolare i primi tre comandamenti. Il terzo comandamento però: “Ricordati di santificare le feste” non si esaurisce nell’andare a Messa. Abbiamo sbagliato nel dire solo che la domenica si va a Messa, dobbiamo dire che la dom enica si riposa e poiché c’è il riposo del corpo, infatti non si lavora, dobbiamo dedicare tutto il tempo a Dio e al prossimo. A Dio dobbiamo dare: la Messa, la Via Crucis, la lettura della S. Scrittura, la visita a Gesù Sacramentato, la Liturgia delle Ore . Al prossimo dobbiamo dare: la visita ai morti, agli ammalati, ai poveri. La Chiesa ha messo la partecipazione alla S. Messa sotto pena di peccato, però dalle altre cose non siamo dispensati. La domenica è tutta di Dio! Anche fare il catechismo la domenic a fa parte della giustizia: ciò che voi avete avuto gratis, dovete darlo gratuitamente. Giustizia verso il prossimo significa che bisogna osservare gli altri sette comandamenti: non fare il male, fare il bene, e soprattutto osservare le opere di misericord ia corporale e spirituale.

III. LA CALZATURA DELLO ZELO PER L ‘EVANGELIZZAZIONE

Bisogna portare la salvezza anche agli altri, perché è troppo poco pensare solo a se stessi; bisogna pensare anche agli altri. Camminate per le vie del mondo per portare la agli altri, salvezza anche “avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace” (Ef 6, 15). “Andate per il mondo intero, ha detto Gesù, ad ogni creatura. Chi crederà si salverà” Se non andate e no e predicate il vangelo (Mc 16, 15). n predicate il vangelo, gli altri non potranno ascoltare, né credere; quindi non potranno salvarsi. Pensate a voi, ma pensate anche agli altri! Ci vuole lo zelo per andare dagli altri. Lo zelo è quella forza straordinaria che ci fa volere fortemente, forti ssimamente; ci fa superare tutte le difficoltà e le prove della vita per portare il vangelo ai fratelli. Ricordate i pericoli, le fatiche, le sofferenze e le persecuzioni elencate da san Paolo nella lettera ai Corinzi? Non mi soffermo sulle vicende di Paol o, perchè le conoscete. Sappiate però che ci vuole lo zelo per superare tutte le difficoltà e le prove. Ci vuole lo zelo per vincere tutte le battaglie apostoliche. Perché dopo duemila anni il mondo non è stato salv ato? Perché noi non lo abbiamo salvato! Sappiamo per fede che Dio vuole che tutti gli uomini si salvino, ma noi non li abbiamo salvati. Dio vuole salvare tutti gli uomini, ma chiede a noi la collaborazione dell’azione apostolica, che non può essere travolg zelo. ente senza lo Chi manca di zelo si ferma dinanzi a qualsiasi difficoltà, dinanzi a qualsiasi pericolo, dinanzi a qualsiasi sofferenza, dinanzi a qualsiasi battaglia o contraddizione. Camminate pure per le vie del mondo, non però per scegliere un altr o paio di scarpe, né un’altra gonna, ma per portare la salvezza agli altri uomini, sia ai lontani, sia ai vicini.

CONCLUSIONE

Fate un serio esame di coscienza! Chiedetevi: 1. Penso a salvarmi? Ho lasciato il peccato? Vivo sempre in grazia? Osservo i coman damenti? Sono fedele alle Costituzioni, ai voti? 2. 3. Mi sono messa al sicuro con l’esercizio della virtù della giustizia? Sono giusta verso Dio e verso il prossimo? Mi sono impegnata a salvare anche i fratelli con la catechesi e la testimonianza di vita?