Madre del Redentore, soccorri il tuo popolo

 

Da un ritiro tenuto dalla Dirigente Centrale Mariella A.
ai Discepoli della Parola di Dio  nel maggio 2019

LA DEVOZIONE

ALLA VERGINE MARIA

Preghiera alla Vergine Maria, madre delle famiglie | Pensieri e ...

Stiamo nel mese di maggio e la Chiesa ci pone dinanzi agli occhi, come modello, la Vergine Maria, che è la lettera scritta dal dito del Dio vivente, dallo Spirito Santo, non su tavole di pietra, come l’antica legge, né su pergamena o papiro, ma sulla tavola di carne, che è il cuore di credente e di
Madre, di Maria Vergine. La Lumen Gentium, che è la Costituzione dommatica sulla Chiesa, del Concilio Ecumenico Vaticano II, dedica l’VIII capitolo alla Vergine Maria e ce la presenta come Madre di Cristo e modello della Chiesa nella pratica delle virtù teologali, nella conformità a Cristo e nell’apostolato. Ella è colei che nella Chiesa Santa, occupa dopo Cristo il posto più alto e più vicino a noi. I santi Padri l’hanno paragonata al collo, infatti è Colei che unisce il Capo (Gesù) alle membra del Corpo, che sono i cristiani.

Nella Redemptoris Mater, che è la lettera enciclica della Beata Vergine Maria nella vita della Chiesa in cammino, Maria non è considerata un elemento estraneo o staccato dall’umanità, né come qualcosa di unico, di raro, di imparagonabile, ma come l’espressione più alta dell’umanità e, in particolare, della Chiesa, infatti la Chiesa in lei si sente realizzata nella sua perfezione.

Nei nn. 66-67 del capitolo VIII della LG troviamo la natura, i fondamenti, le caratteristiche e le finalità del culto che la Chiesa deve a Maria e delle norme pastorali per un rinnovamento di tale culto, che hanno un carattere generale in quanto sono valide per tutta la Chiesa.

Ora ci chiediamo: In che consiste la devozione alla Vergine Maria?
Sempre la LG al n. 67 così recita: “La vera devozione alla Vergine Maria non consiste in uno sterile e passeggero sentimentalismo, ma procede dalla fede vera che ci porta a riconoscere la preminenza della Madre di Dio, ad amarla come Madre nostra e ad imitarne le virtù”.
Abbiamo già detto che la Vergine Maria è colei che nella Chiesa santa occupa il posto più alto e più vicino a noi (LG 24).
La Vergine Maria è la Madre del Figlio di Dio ed è la nostra mamma. La Madonna è la nostra mamma celeste, che ci ama perdutamente e ci dice: «Se sapeste quanto vi amo, piangereste di gioia». La Vergine Maria è la mamma di Gesù. Nel Vangelo secondo Luca leggiamo che l’arcangelo Gabriele dice a Maria : “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo” (Lc 1, 30-32). Nacque Gesù, secondo la carne, e i suoi primi giorni trascorsero tra persecuzioni e fughe. Fu Maria, sua Madre, insieme a San Giuseppe, a custodirlo e difenderlo.
La Vergine Maria è anche la nostra mamma. Nel Vangelo secondo Giovanni leggiamo: “Gesù dalla croce, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa” (Gv 19, 26-27).
Nella lettera enciclica “Redemptoris Mater” della Beata Vergine Maria sulla vita della Chiesa in cammino, al n. 45, leggiamo: “La maternità determina sempre un’unica e irripetibile relazione tra due persone: la madre e il figlio. Anche quando una stessa donna è madre di più figli, il suo personale rapporto con ciascuno di essi è unico. L’amore della mamma per il figlio è importantissimo, è la base della sua formazione umana. Anche la maternità spirituale determina un’unica e irripetibile relazione tra la madre e il figlio. Ecco perché sulla croce Gesù ha usato il singolare, indicando Giovanni, infatti ha detto: “Ecco il tuo figlio!”.

Maria è la mamma non solo del discepolo prediletto, ma di ogni uomo. La maternità di Maria è un dono che Cristo stesso fa personalmente ad ogni uomo. Nel Vangelo secondo Giovanni leggiamo che “da quel momento il discepolo la prese con sé” (Gv 19, 27).
Giovanni si prese cura di Maria, “l’accolse fra le sue cose proprie”. In realtà Maria non solo era la Madre di Gesù, era anche la Madre del “discepolo che Gesù amava”, di Giovanni, ancora di più era la Madre di tutti i discepoli e di tutti quelli che ponevano la loro fiducia nel nome di Gesù, ma possiamo dire che Ella è la nostra Eva, la Madre di tutti gli uomini. La missione che ricevette dalle labbra del Redentore moribondo è stata quella di essere “la Madre”. Così la identificavano i discepoli, i primi cristiani. Anche gli evangelisti, quando parlano di Maria, la identificano come la Madre.
Gesù, con una pedagogia sconcertante e dolorosa, condusse lentamente Maria da una maternità nella carne ad una maternità nella fede e nello spirito. Lei che aveva dato alla luce Gesù a Betlemme, secondo la carne, era presente anche nel Cenacolo, il giorno di Pentecoste, quando nacque la Chiesa.
Il concilio Vaticano II, per bocca dell’indimenticabile pontefice Paolo VI, la proclamò “Madre della Chiesa”. Ella è modello della Chiesa e si può dire che in Maria la Chiesa ha raggiunto la perfezione.
Possiamo pensare che, se la Chiesa nascente era costantemente in preghiera, e metteva tutto in comune, ciò era dovuto in gran parte alla presenza e all’esempio della Madre, che, passando nelle comunità dei cristiani diceva: «Ricordate che l’ultima volontà di Gesù è stata questa: amatevi!
Quindi fate ciò che Egli vi ha comandato!».
Non solo Maria è affidata al discepolo, anche Giovanni si è affidato a Maria.
L’affidamento è la risposta all’amore di una persona, e, in particolare, all’amore della Madre.
Chiediamoci: «Ho accolto Maria nella mia vita come Madre? Mi affido a Lei in ogni momento della mia vita, sapendo che Maria mi ama così come ha amato il suo Figlio Gesù e non desidera altro che il mio bene? Accolgo il suo continuo invito a fare “tutto quello che Gesù mi dice attraverso la sua Parola e il suo esempio”.
Dice P. Chimienti: “Chi ha trovato la Madonna ha trovato la salvezza”.
“La Vergine con il suo sguardo vuole dimostrare al cristiano la sua premura di Madre. Il suo unico e santo desiderio non è altro che quello di condurlo per mano al Cristo, all’amore che non ha limiti”.

La Vergine, prendendoci per mano, ci guida per la strada che conduce al Figlio, aiutandoci ad esercitare le tre virtù teologali e le quattro virtù cardinali, che lei ha esercitato nella sua vita terrena in grado eroico.
Maria ci orienta verso Gesù, infatti continua a ripeterci le stesse parole che disse ai servi a Cana di Galilea: «Fate tutto quello che Egli vi dirà». Ella è la perfetta discepolo del Cristo e vuole che lo siamo anche noi. La figura di Maria di Nazareth scelta da Dio Padre come la mamma del suo Figlio, proietta luce sulla donna in quanto tale. Ogni donna, guardando a Maria, trova in lei il segreto per vivere degnamente la sua femminilità ed attuare la sua vera promozione. Ella è modello delle madri, ma anche delle vergini.
Sul volto della donna, alla luce di Maria, si possono scorgere i più alti sentimenti di cui è capace il cuore umano: la totalità oblativa dell’amore (le mamme dimenticano se stesse per donarsi totalmente ai figli), la forza che sa resistere ai più grandi dolori; la fedeltà illimitata e l’operosità infaticabile; la capacità di coniugare l’intuizione penetrante con la parola di sostegno e di incoraggiamento. Riepilogando, abbiamo detto che la devozione alla Vergine Maria consiste nel riconoscerla nella Chiesa, come il membro più alto e più vicino a noi, nell’amarla come Madre nostra e nell’imitarne le virtù.
Ora vediamo la necessità della devozione alla Vergine Maria.
La devozione alla Vergine Maria trova la sua origine nei primi palpiti della Chiesa nascente, certamente Giovanni e tutti gli altri apostoli e poi i cristiani furono devoti nei riguardi della Madre, nutrendo per lei amore filiale, ammirazione, disponibilità, fede… Nella Chiesa la Vergine Maria viene onorata con un culto speciale e sotto la sua protezione i fedeli si rifugiano in tutti i pericoli e necessità.
Perché dobbiamo essere devoti della Vergine? Dice P. Chimienti: “Quando la Vergine entra in un’anima ed ha da lei ospitalità e amicizia, la sua impostazione di vita cambia completamente. La vicinanza di Maria crea un tale contrasto nell’anima che si riconosce, senza attenuanti o fariseismi, quella che veramente è”. E ancora: “Il fiat della Vergine, pronunciato nell’Annunciazione e ripetuto fino al termine della sua vita terrena, scuote l’anima assopita nella noia e nella mancanza di ideali, tanto da farla diventare grande e generosa”. Maria Santissima è grandissima perché ha risposto di sì a Dio ed ha permesso che il Figlio di Dio si incarnasse. San Bernardo nelle omelie sulla Madonna dice: “Hai udito, Vergine, che concepirai e partorirai un figlio non per opera di un uomo, ma dello Spirito Santo. L’Angelo aspetta la risposta: deve far ritorno a Dio che lo ha inviato. Aspettiamo, o Signora, una parola di compassione anche noi, oppressi miseramente da una sentenza di dannazione. Te ne supplica in pianto, Vergine pia, Adamo esule dal Paradiso con la sua misera discendenza, te ne supplicano Abramo e David, te ne supplicano insistentemente i santi Patriarchi che sono i tuoi antenati. Tutto il mondo è in attesa, prostrato alle tue ginocchia: dalla tua bocca dipende la consolazione dei miseri, la redenzione dei prigionieri, la liberazione dei condannati, la salvezza di tutti i figli di Adamo, di tutto il genere umano. O Vergine, da’ presto la risposta. Rispondi sollecitamente all’angelo, anzi, attraverso l’angelo, al Signore. Rispondi la tua parola e accogli la Parola: di’ la tua parola umana e concepisci la Parola divina, emetti la parola che passa e ricevi la Parola eterna… Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (liturgia delle ore, I vol. pag. 329-340). E ancora P. Chimienti dice: “L’ardente devozione del cristiano a Maria Santissima, è per lui garanzia di successo e di fedeltà agli ideali”. Il Padre ci diceva: “Il cristiano deve diffondere la devozione alla Vergine Santissima. San Francesco così ha fatto”.

Le quattro devozioni in onore della Vergine Maria

1. Il Rosario
Il Rosario è stato definito da Pio XII il compendio di tutto quanto il Vangelo, infatti è dal Vangelo che questa preghiera trae l’enunciato dei misteri e le principali formule. La Marialis cultus (esortazione apostolica di SS. Paolo VI a tutti i Vescovi) al n. 47 sottolinea che il Rosario è una preghiera di lode e di implorazione, ma anche di contemplazione, infatti senza la contemplazione il rosario è come un corpo senza anima. La recita del Rosario deve infatti favorire nell’orante la meditazione dei misteri della vita del Signore, visti attraverso il cuore di Colei che al Signore fu più vicina.

  • Il Rosario è l’omaggio più caro alla Vergine
  • È l’arpa che tocca tutte le fibre del cuore della Madre di Dio
  • È la preghiera con cui si diventa cari a Dio.

L’efficacia del Rosario è talmente grande che la Madonna stessa l’ha paragonata ad un’arma potentissima, capace di sconfiggere tutti i nemici, di superare tutti gli ostacoli, di ottenere tutte le vittorie. Lei stessa ha detto a San Domenico mostrando la corona del Rosario: “Domenico, questa è l’arma con cui vincerai l’eresia degli albigesi” (1209- 1229 contro i Catari). E ai pastorelli, apparendo a Fatima: “Mi raccomando di dire il Rosario tutti i giorni con devozione, per ottenere la pace nel mondo”. “Vedete quante anime vanno all’inferno? Se voi pregherete e direte molti rosari, salverete tante anime dalle fiamme dell’inferno”.
Il Rosario è la catena a cui si aggrappano le anime per non cadere nell’inferno. Il Papa San Pio V nel 1571 quando i Turchi stavano per invadere l’Europa, indisse una crociata, quella del Rosario, e i Turchi furono sconfitti a Lepanto. Poi, per ringraziare la Madonna instituì la festa della Madonna del Rosario.
Il Rosario è una preghiera completa perché contemplando i misteri, si adora, si ringrazia, si chiede perdono, si chiedono le grazie e ci si abbandona in Dio.
Chi ama la Madonna recita il Rosario. Lo possono recitare i piccoli, i giovani, gli adulti e gli anziani. Il Rosario è simile ad un fascio di cinquanta rose che offriamo alla nostra Mamma celeste. Tutti i santi sono stati devoti della Madonna ed hanno recitato il Rosario. La recita del Rosario deve ritornare nelle nostre Chiese, nelle nostre case, nella nostra vita, e la santità tornerà a fiorire nel popolo di Dio.
Diceva P. Chimienti: “Un giorno senza Rosario è un giorno perduto”.

2. Il mese di maggio
Predicare o fare il mese di maggio è un omaggio che il cristiano rende alla Vergine che lo segue con amore.
La Vergine ricompensa il cristiano che fa il mese di maggio.

3. Il pellegrinaggio o una visita ad un santuario mariano
La Vergine gradisce sempre l’omaggio di un pellegrinaggio o di una visita ad un suo santuario.

4. La peregrinatio Mariae
La peregrinatio Mariae è una tappa utile, necessaria e fruttuosa per la Diocesi e per la parrocchia.
Nei giorni in cui la Vergine Maria visita la comunità, la misericordia divina opera grandi miracoli.

   Conclusione
Il Papa Giovanni Paolo II conclude la lettera Redemptoris Mater ricordando l’invocazione che la Chiesa innalza, tra le altre, a Maria al termine della quotidiana liturgia delle Ore:

O alma Madre del Redentore, porta sempre aperta del cielo e stella del mare, soccorri il tuo popolo, che cade e pur anela a risorgere , Tu che hai generato nello stupore di tutto il creato, il tuo santo Genitore!”. In questa invocazione è sottolineata la grande svolta determinata per l’uomo dal mistero dell’incarnazione, che accompagna il cammino di ogni uomo: è la svolta tra il “cadere” e il “risorgere”, tra la morte e la vita. Questa svolta vuole essere anche una sfida incessante per le coscienze umane, la sfida a seguire la via del “non cadere” nei modi sempre antichi e sempre nuovi, e del “risorgere”, se è caduto.
È l’impegno di dire definitamente: Basta al peccato per vivere in grazia come figli di Dio. Per concretizzarlo chiediamo aiuto a Maria dicendo: “Soccorri il tuo popolo”, chiediamo aiuto a Colei che è radicata nella storia dell’umanità, presente come mamma di ciascun uomo e di tutti gli uomini, che non desidera altro che, nell’incessante lotta tra il bene e il male, l’uomo non cada, oppure, se è caduto, risorga.