Con Te, Signore, anche il buio è splendore di luce… – I mercoledì di Quaresima

LA MINIMA SANTIFICA LA QUARESIMA

CON LE MORTIFICAZIONI DI QUESTO TEMPO SANTO E CON LE CROCI CHE ALLA PROVVIDENZA PIACERà PORRE SULLE SUE SPALLE

 

 

Vedremo quali sono queste mortificazioni e croci.

 

 

  1. Le mortificazioni proprie di questo tempo santo

Le mortificazioni proprie della quaresima sono le mortificazioni che ho già elencato nelle meditazioni su come la Minima trascorre la quaresima e che ora, per maggiore chiarezza, vi elenco soltanto. Sono quelle mortificazioni che la Missionaria della Parola fa come cristiana e come minima.

 

  1. Le mortificazioni proprie dell’ascesi fisica della Minima: il digiuno, l’astinenza, la mortificazione dei sensi esterni ed interni, e l’elemosina.

 

  • Le mortificazioni nei pensieri, nelle parole e nelle azioni proprie della Minima

Nei pensieri: la Minima bandisce dalla mente tanti pensieri inutili e tante immagini vane.

Nelle parole: la Minima sorveglia le sue parole.

Nelle azioni: la Minima dà alle sue azioni una perfezione più grande.

 

  • Le mortificazioni che ho messo sotto il titolo di digiuno della Minima

La Minima fa digiunare:

la volontà con lo spirito di ubbidienza,

il carattere con una dolcezza sempre uguale,

la lingua col silenzio e con la discrezione nelle parole,

la bocca con la privazione di alcuni cibi preferiti,

gli occhi con la modestia degli sguardi.

 

  • Le mortificazioni proprie di questo tempo santo

Vi elenco alcune mortificazioni che dovete valorizzare per santificarvi:

– tutte le mortificazioni che si presentano durante la giornata;

– le mortificazioni che la Minima deve fare per evitare le cose illecite e per offrire a Dio le cose lecite;

– le mortificazioni che la Minima deve accettare perché provenienti da altri e non volute da lei;

– le mortificazioni che deve sostenere per portare a termine il proprio lavoro o che sono legate al compimento del proprio dovere;

– le mortificazioni legate alle croci che il Signore dà volta per volta;

– le diverse prove della vita permesse da Dio.

In altri termini la Minima accetta e santifica tutto ciò che Dio le manda o permetta.

Come voi vi sarete accorte non si tratta di mortificazioni volute o stabilite da voi, ma di quelle più difficili che voi o non volete o non avete pensato di fare e che vi capitano e vi fanno tanto soffrire.

 

 

  1. Le croci che alla Provvidenza piacerà porre sulle sue spalle

Alle mortificazioni dobbiamo aggiungere tutte le croci da sostenere per santificare la quaresima. Esse sono:

  1. Tutte le croci che la Provvidenza permette:
  • I mali temporali
  • Le sofferenze fisiche o morali.

A questo potete aggiungere tutto il resto che volete. Veramente adesso l’atteggiamento dei cristiani prima, e dei sacerdoti e dei consacrati poi è quello di ingegnarsi ad evitare qualsiasi mortificazione. Fa caldo? Aria condizionata! Acqua fredda!

Fa freddo? Riscaldamento! Acqua calda! E questo lo fate voi, e spendete soldi per evitare le mortificazioni!

Il Padre vi insegna ad essere sante non a stare comode. Il comodismo non è stato mai insegnato da Gesù!

  • Le intemperie stagionali: il caldo, il freddo, la neve, la grandine, la pioggia, il sole, le nuvole, la nebbia.
  • Le malattie dei parenti, la morte.
  • Il dubbio, l’angoscia, la paura.
  • L’aridità, le incomprensioni.

Ditemi voi se queste cose non le soffrite oggi, o non le avete sofferto ieri! Queste cose sono le croci che la Provvidenza vi mette sulle spalle, e queste dovete accettare e dovete santificare.

 

  • Le croci provenienti dal proprio lavoro: i ragazzi, il direttore, i colleghi, le finestre, il vetro rotto!

Andate a lavorare e trovate tante difficoltà! Sono delle croci che vi mette sulle spalle la Provvidenza perché le dovete accettare.

Voi non le accettate! Vi mettete a gridare, vi lamentate! E sbagliate.

Io non vi dico inventatevi le mortificazioni come faceva san Francesco di Paola, ma almeno accettate quelle che il Signore vi manda! Altrimenti non seguite la teoria di Gesù che dice: Chi vuol venire dietro di me prenda la sua croce e mi segua!, ma quella del mondo che dice: più comodi si sta meglio è!

  • Le croci provenienti dalla convivenza umana con quel padre, madre, fratello, sorella, nipote.

Ecco perché io vi dico: accetta quel padre, quel fratello, quel nipote! Ma voi dovete vivere la vostra vita e compiere la vostra missione. Non accetto perciò quando siete voi che accettate la mentalità del mondo che vi viene comunicata tramite papà, mamma, fratelli, sorelle! Chi ha resistito ha vinto. Chi invece non vuole lottare perde.

 

  1. Le croci provenienti dalle prove della vita: i rovesci di fortuna, la povertà, la sventura, la propria infermità, la malattia, la vecchiaia, l’insuccesso, le umiliazioni, le persecuzioni per amore della giustizia.

 

RIFLESSIONI

  1. Per santificare la quaresima ed ogni azione della propria vita, la prima cosa che la Minima fa è quella di vivere in grazia di Dio

 Come vorrei che mi metteste in pratica solo questo! Incominciate dalla grazia di Dio! Eliminate il peccato mortale.

Senza la grazia di Dio non c’è santità. Con la grazia di Dio non solo c’è la santità, ma c’è anche la santificazione di ogni azione, anche di quelle insignificanti e meno nobili.

La grazia è quella linfa vitale che rende divine tutte le azioni dell’uomo.

Gesù ha portato l’esempio della vite e dei tralci. Il tralcio innestato nella vite, che è Gesù, produce frutto e molto frutto. Il tralcio non innestato è secco e il Padre lo taglia e lo getta nel fuoco.

La grazia, dice la S. Scrittura, vale più della vita.

La grazia rende preziosa ogni azione della vita.

“Il primo dovere della Minima è quello di distruggere in sé ciò che si oppone all’azione della grazia, di indebolire con vittoria sui propri difetti e con sacrifici generosi le sue cattive tendenze, e di fortificare le sue buone disposizioni” (voce: Grazia, n. 358).

“La Minima risponde alla grazia di Dio con generosità e abbandono”            (voce: Grazia, n. 359).

“La Minima si lascia distaccare a fondo dalla grazia, da tutto ciò che non è pura volontà e servizio di Dio” (voce: Grazia, n. 360).

“La Minima sarà sempre tranquilla nei pericoli, fiduciosa nei fallimenti, sorridente nella fatica, lieta nella povertà, imperturbabile nelle avversità, perché sa che tutto le può essere tolto, non mai ciò che soprattutto le è caro: il gaudio indicibile del possesso di Dio” (voce: Grazia, n. 361).

Io morrò contento, quando tutte le mie figlie non commetteranno più un peccato mortale e saranno sempre in grazia di Dio! Vi ho chiesto assai? Non vi ho chiesto niente, proprio niente!

San Giovanni infatti dice che “i suoi comandamenti non sono gravosi!” (1 Gv 5, 3).

Venite a me, dice Gesù, perché “il mio giogo è dolce e il mio carico leggero” (Mt 11, 30).

Non vince il peccato chi non vuole. Ditelo alle ragazze, ai giovani: Se non c’è la grazia, avete sciupato una vita. E vale la pena?

 

 

  1. Dopo la presenza della grazia nell’anima sua, la Minima pensa alla rettitudine d’intenzione per santificare la quaresima e ogni azione della sua giornata

 

La rettitudine d’intenzione è quell’indirizzo posto sulla lettera che assicura la destinazione voluta.

La Minima non solo mette l’intenzione all’inizio della giornata, ma si sforza di metterla volta per volta ad ogni singola azione. Cerca di rendere l’intenzione da abituale in attuale, in modo che l’azione sia sempre secondo Dio.

“La Minima è semplice e retta, senza altra pretesa in questo mondo che quella di piacere a Dio solo” (voce: Rettitudine, n. 72).

“L’anima retta, condotta dall’amore, non solo non usa artifizi con il prossimo, ma neppure con se stessa. L’anima retta, se è tentata di ricercare ciò che rallegra i sensi, ciò che lusinga il suo amor proprio, ciò che favorisce la sua pigrizia, ciò che diletta la sua curiosità, non ricorre a falsi motivi per convincersi che non vuole se non la volontà di Dio, ma confessa i suoi torti, prega. Se vinta, si rialza e ritorna a combattere, e Dio viene in suo soccorso” (voce: Rettitudine, n. 73).

Bisogna essere retti! Quando avete sbagliato dovete dire: Ho sbagliato, vi chiedo perdono!

Giustificare invece l’errore è diabolico.

“La Minima cerca d’impreziosire sempre le sue sofferenze quotidiane, grandi o piccole che siano, tenendo vivi nel suo cuore tutte le intenzioni e i desideri del Cristo” (voce: Intenzione, n. 333). 

            “La Minima che fa tutto per ubbidienza e con l’intenzione di piacere a Dio, nella maniera che Dio vuole sarà benedetta in tutte le sue opere” (voce: Intenzione, n. 334).

“Ciò che un’anima fa senza pura intenzione non le servirà a nulla, perché Iddio non ricompensa il successo, ma la sua intenzione” (voce: Intenzione, n. 337).

 

 

  1. La Minima per santificare la quaresima ed ogni azione si sforza di farla per amore di Dio, alla presenza di Dio e nel migliore dei modi

Per fare ogni cosa per amore di Dio bisogna farla alla sua presenza e nel migliore dei modi.

La Minima vive la sua vita nell’amore, con l’amore e per amore. Ricorda sempre ciò che dice san Giovanni:

“Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui” (1 Gv 4, 16).

L’amore per la Minima è la molla che la spinge ad agire, è il motore che dà valore ad ogni suo pensiero, parola e azione. Tutto è fatto dalla Minima nell’amore e nulla è fatto senza l’amore.

Il pensiero della presenza di Dio in ogni momento della vita della Minima non solo la spinge a fare ogni cosa nell’amore, ma la spinge pure a farla nel migliore dei modi.

Vi voglio amanti, non forzate!

Però sappiatelo, l’amore per Iddio esclude l’amore per le creature, perché si ficcano dentro e non se ne vanno più! Questa è la nostra grande tentazione.

“La Minima ha sempre di mira l’amore in tutte le sue cose” (voce: Amore, n. 513).

“La Minima fa tutto per amore e nell’amore, poiché è l’amore che conta e non l’attività, nella quale, spesso, potrebbe cercare se stessa e non Dio” (voce:Amore, n. 517).

“La Minima crede nell’amore, si abbandona all’amore e persevera nell’amore” (voce: Amore, n. 519).

“La Minima accetta tutto e vive nell’amore ogni attimo della giornata”            (voce: Amore, n. 529).

“La Minima deve amare di un amore costante che informa ed accende di carità tutte le sue azioni, tutte le sue opere; di un amore forte che a nulla si rifiuta, perché niente costa quando si ama, o se qualche pena può costare si è felici di soffrirla”                 (voce: Amore, n. 523).

“La Minima cerca di fare tutte le sue azioni per amore di Dio e di dare quindi a ciascuna di esse la perfezione di cui è capace” (voce: Amore, n. 558).

“In tutte le cose la Minima vede, con la fede, la presenza provvidenziale di Dio” (voce: Presenza, n. 1161).

“La Minima non è mai sola. Si trova continuamente in compagnia della SS. Trinità. Questo ricordo la consola nelle sue miserie e afflizioni, la rianima e la rende vittoriosa nelle tentazioni. Questo ricordo la mantiene nella modestia, nella moderazione, nell’orrore al male, nell’attenzione a fare bene ogni cosa, a soffrire tutto con pazienza, a fare tutto con prudenza”  (voce: Presenza, n. 1157).

 

 

CONCLUSIONE

 

Chiudo con le stesse parole di sant’Agostino: “Ama e fa tutto ciò che vuoi!”. Tutto ciò che è fatto nella grazia di Dio, con rettitudine d’intenzione e con amore ha un valore sulla terra e nel cielo; ma ciò che non è fatto in grazia di Dio, né con rettitudine d’intenzione, né per amore è tutto perduto.

Vale la pena vivere la vita per perderla?