Dio ti parla, puoi ascoltarlo – Gv 1, 45-51

Gv 1, 47-51 San Michele arcangelo 29.9.1977

Gv 1, 47-51 -“Gli arcangeli”

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

IL VANGELO è UNA BUONA NOTIZIA DA ANNUNZIARE

PERCHE’ SIA VISSUTA

(Gv 1, 43-51)

  1. Il vangelo è una buona notizia che deve essere annunziata agli altri

Il vangelo è una buona notizia, che non può essere rinchiusa entro uno scrigno, non può essere mantenuta segreta, deve essere comunicata agli altri.

Dal vangelo vediamo che Filippo va da Gesù e, dopo aver fatto l’esperienza di Gesù, va da Natanaele, suo amico, e gli dice: “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret” (Gv 1, 45).

Ricordate cosa diceva san Giovanni Battista? “Ecco l’agnello di Dio”. Questo è il vangelo: una buona notizia che non può essere tenuta nascosta, deve essere data agli altri.

Ricordate il vangelo di ieri? Andrea va dal fratello Pietro e gli dice: “Abbiamo trovato il Messia, il Cristo”. È la buona notizia! L’aveva saputo da Giovanni, aveva fatto l’esperienza di Gesù, e subito questa esperienza e questa notizia la va a comunicare agli altri.

Ricordate i pastori? Appena hanno saputo che è nato Gesù, subito sono andati dagli altri a dirlo. È la buona notizia. Gli Atti degli Apostoli ruotano tutti intorno a questa idea: il vangelo è una buona notizia. Andate e annunziatela agli altri. Dite agli altri la notizia delle notizie: è venuto Dio sulla terra, e questo Dio ci salva.

Ecco il pensiero di oggi: il vangelo è una notizia che non può essere mantenuta dentro, deve essere comunicata agli altri. È la più bella notizia.

  1. Il vangelo è una notizia che una volta conosciuta deve essere vissuta

Il vangelo è una buona notizia, ma che deve essere vissuta, deve essere incarnata dagli uomini, altrimenti è storia e geografia, è poesia, è romanzo, è pettegolezzo.

Quando Gesù si voltò e vide Andrea e Giovanni che lo seguivano, disse: “Che cercate?”. Gli risposero: “Dove abiti?”. E Gesù: “Venite e vedrete”.

Erano andati perché avevano saputo che era il Figlio di Dio, era l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo, ma Gesù dice: Non basta sapere che io sono il Figlio di Dio che toglie i peccati del mondo; venite e toglietevi i peccati. Dovete fare l’esperienza: Venite e vedete!

La stessa cosa fa Filippo che aveva fatto già la sua esperienza. Natanaele come al solito trova delle scuse, e anche noi troviamo delle scuse; ma Filippo non si scompone e gli dice: Tu non mi credi, non fa niente; vieni e crederai.

Il vangelo è una notizia che deve essere vissuta e deve essere vissuta in prima persona, non ci si può accontentare che la notizia la vivano gli altri. Per salvarti, questa notizia la devi vivere tu, proprio tu; solo allora avviene la conversione, il cambiamento.

Natanaele, ossia Bartolomeo, va da Gesù. Dice: Non è possibile che da Nazaret possa nascere il figlio di Dio, ma andiamo a vedere! Lo spinge la curiosità, però non appena si incontra con Gesù, avviene la conversione. Il contatto con Gesù produce la conversione. La conversione non avviene con l’annunzio della notizia; ma la notizia porta a Gesù, e dopo l’incontro con Gesù avviene la conversione.

Gesù nel vederlo gli dice: Ecco un vero israelita in cui non c’è falsità. Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico.

“Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!” (Gv 1, 49). Ecco la conversione. Venendo a contatto con Gesù, facendo l’esperienza di Gesù, la buona notizia si cambia in una vita buona.

 

conclusione

Io parlo sempre, perché sono convinto che attraverso l’annunzio della buona notizia voi arrivate a Cristo. Poi il Cristo ci pensa lui a convertirvi. Così pure sono convinto che voi, andando a casa date la buona notizia agli altri. E se gli altri fanno storie, fategliele fare, poi dite: Vieni e vedi.

L’importante è che vengano la prima volta e si mettano in contatto con Gesù, perché è Gesù che trasforma le anime. Avviene la conversione. Il processo è: vangelo, buona notizia come annunzio, ma buona notizia che induce l’uomo a cambiare vita. Quindi un annunzio prima ascoltato e poi vissuto; perché se viene a mancare la seconda parte, la buona notizia non vale niente.

Ricordate come diceva Gesù? I miei discepoli sono coloro che ascoltano la parola di Dio (l’annunzio) e la mettono in pratica, la vivono. Questo avviene dopo aver ascoltato l’annunzio. Noi li mettiamo in contatto col Cristo e Cristo li trasforma.

Io non mi preoccupo della vostra anima; chi si preoccupa della vostra anima è Dio. Io di che cosa sono preoccupato? Dell’annunzio.

Voi andate e annunziate, che poi il resto lo fa Dio. Ma se noi non annunziamo, Dio non può far niente.