Io sono tuo figlio, salvami Signore! – Mt 20, 1-16, Sal 144 2-9

Sal 144, 2-9 – Benedire e lodare Dio

Mt 20, 1-16 – Tu sei invidioso perchè io sono buono

Mt 20, 1-16 – Gli operai dell’ultima ora

Mt 20, 1-16 Siamo servi nella vigna?

Mt 20, 1-16 – Dio invita continuamente l’uomo a farsi santo

Mt 20, 1-16 – Il Signore distribuisce i suoi doni a chi e come vuole

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

 22.08.1973

L’INVIDIA è DEL DEMONIO

(Mt 20, 1-16)

L’omelia è sul vangelo degli operai della vigna.

Alla fine della giornata il Signore chiama gli operai e dà la stessa ricompensa a tutti coloro che hanno lavorato nella sua vigna, anche se il lavoro non è stato diviso in parti uguali.

Dio è contento, ma gli uomini non sono contenti. Mormorano per il trattamento disuguale; e il Signore risponde:- Solo perché io sono buono, tu devi essere invidioso?

Ebbene permettete che vi dica due parole su questa brutta bestia che si chiama invidia.

  1. Cosa è l’invidia

Essenzialmente l’invidia consiste nel compiacersi del male degli altri e nel dispiacersi del bene degli altri; mentre la carità consiste nel compiacersi del bene degli altri e dispiacersi del male degli altri.

L’invidia è una brutta bestia. Colui che ha avuto per primo invidia del bene degli altri, quindi si è dispiaciuto del bene degli altri, è stato il demonio. Quando ha visto gli uomini nella grazia di Dio, nel possesso di Dio pieno e assoluto sulla terra, si è dispiaciuto e ha fatto di tutto per togliere quel bene che lui non aveva, e ci è riuscito.

Tutti coloro che sono invidiosi si mettono alla sequela del demonio, sono dei veri e autentici seguaci del demonio, appartengono alla stirpe del demonio. Mentre tutti coloro che gioiscono del bene degli altri, e si dispiacciono del male degli altri, appartengono all’altra stirpe, alla stirpe di quella donna che è la Madonna.

Se vogliamo essere seguaci del demonio dobbiamo continuare ad avere invidia, cioè a gioire quando gli altri hanno del male e dispiacerci quando gli altri hanno del bene. Mentre se vogliamo essere seguaci della stirpe della Madonna e quindi del Figlio suo, di Gesù, dobbiamo gioire del bene e dispiacerci del male.

  1. Dio è l’autore di ogni bene

Dio è il padre di tutti, il benefattore di tutti ed è l’elargitore di ogni bene. Dà agli uomini tanti beni e tutti possono esserne destinatari diretti, però li distribuisce secondo un suo criterio, che noi non capiremo giammai; è misterioso. I doni li dà a chi vuole, come vuole e quando vuole.

Gesù nella parabola dice: Sono io il Padrone, e se sono il padrone posso disporre dei miei beni così come io voglio. Qual è il criterio che Dio segue non lo conosciamo, però sappiamo una verità che deve riempirci di gioia. Quando Dio elargisce dei beni li dà ad una persona con un criterio insindacabile, ma intende darli a tutti gli uomini, non solo a quello. L’uomo però deve essere il distributore di questi beni che Dio ha dato a lui. Quindi il bene di uno è il bene di tutti.

Il bene che Dio ha dato al Padre è vostro, e dovete gioire, non potete avere invidia, dispiacervi, perché vi dispiacereste di un bene che è vostro; sarebbe un suicidio, e il suicidio è una cosa ributtante.

Quindi voi potete partecipare e ne partecipate, perché il bene che Dio dà a un uomo, ad una sorella, è un bene che viene ad essere dato a tutti, non solo a quella persona. Chiunque ha quel dono non può disporre di quel bene soltanto ed esclusivamente per sé.

Quando Dio ha chiamato Pietro ad essere apostolo gli ha dato il dono della vocazione e dell’apostolato, però tutti ne hanno gioito, perché il bene dell’apostolato dato a Pietro è stato comunicato, attraverso le parole che Pietro pronunciava, a tutti coloro che l’hanno avvicinato.

L’ha avvicinato un uomo chiamato Marco, il quale ha scritto le parole dette da Pietro, così tutti gli uomini fino ad oggi hanno partecipato di questo grande bene dell’apostolato di Pietro.

  1. L’uomo, come la Vergine, è chiamato a mettere i suoi doni a disposizione degli altri

Quando noi contempliamo la Madonna, regina del cielo e della terra, la creatura prediletta, dal nostro cuore non possono sgorgare sentimenti di invidia, ma di gioia, perché i doni che lei ha avuto da Dio, li ha messi a disposizione di tutti i suoi figli. Solo quei figli che rifiutano questi beni non ne partecipano.

Non possiamo avere invidia dei doni degli altri perché i beni e i doni che Dio dà agli altri ci arricchiscono. Non vi spaventate di ciò che vi dico: non arricchiscono la persona che li ha, arricchiscono tutti. La persona che li ha ricevuti diventa solo responsabile di quei doni, per cui si arricchisce se li usa secondo Dio, ma se non li usa secondo Dio ne deve rendere conto fino a poter avere pure il castigo; ma i suoi doni arricchiscono soprattutto gli altri.

Delle parole che Pietro diceva si sono arricchiti coloro che l’hanno ascoltato; mi arricchisco io che leggo e medito Marco che è stato un suo discepolo e ha ascoltato le sue parole, ma per lui è stata una responsabilità quella di trasmettere la parola di Dio ascoltata, e se non l’avesse trasmessa ne avrebbe dovuto rendere conto a Dio.

Lui si è arricchito, così come mi arricchisco io. Se quella parola l’ha meditata così come la medito io, ha ricevuto lo stesso merito che ho io.

Coloro che pronunziano, ma non meditano la Parola di Dio, non si arricchiscono, mentre io che l’ascolto e la medito mi arricchisco.

Dio quando dà i doni, li dà in modo diverso: a uno dà un dono, ad un altro un altro dono. Se dovessi paragonare i doni di Dio o la mia persona ad un fiore, sarei come un fiore con un solo petalo; è brutto. Invece quando mi metto a contatto con gli altri, coi doni che Dio ha dato agli altri, il mio petalo diventa petalo dell’altro, ma i petali degli altri diventano petali miei, per cui il mio fiore che aveva un solo petalo, si arricchisce di tanti petali e diventa bello e di diversi colori, e il nostro occhio se ne sazia.

Quindi il mio fiore, creato da Dio con un solo petalo, un solo dono, si adorna dei vostri doni, per cui quando voi lo contemplate, lo vedete bellissimo. C’è da avere invidia?

La Madonna è la mamma, è la nostra regina, però è la donna veramente piena di amor di Dio. Non solo non ha avuto invidia dei doni che Dio ha dato agli altri, ma ha gioito e gioisce dei doni che Dio elargisce a voi. Non solo; ma dice al Signore: I doni che tu hai dato a me, li metto a disposizione di questi figlioli. E ne partecipa con gioia. Se ha un dolore, un’afflizione, una lacrima, una sofferenza, è quando rifiutate, non usate o sciupate questi doni; non si dispiace invece se li avete.

Il pensiero che vi comunico è proprio questo: gioite dei doni degli altri, perché vi arricchite, ne partecipate e la vostra anima diventa più bella. Nel medesimo tempo però i vostri doni usateli e donateli agli altri. La gioia di Dio è di essere felice e di fare felice; la gioia della Madonna è quella di essere felice e di fare felici. Anche voi dovete avere come fine della vostra esistenza questo: essere felici, ma partecipare questa gioia e questa felicità anche agli altri. Non c’è gioia più grande di vedere anche gli altri nella gioia. Purtroppo non abbiamo questa carità. Il nostro cuore è gretto. Io quando meditavo sull’invidia, avevo dinanzi agli occhi il passero. È uno dei tanti uccelli; però il passero, guardando l’aquila, ha invidia, si dispiace che l’aquila vola sulle vette più alte dei monti, passero è e passero rimane. Se invece si compiace, gode del volo di questo uccello che è maestoso e nel medesimo tempo stupendo. Se ha invidia che l’usignolo canta così bene, passero è e passero rimane e non si inebria del suo canto.

Quando ti compiaci, gusti i doni degli altri, e i doni degli altri diventano la gioia e la delizia della tua esistenza.

CONCLUSIONE

Chiedete alla Madonna di liberare il vostro cuore dall’invidia. Lei legge il cuore; gramigna ce n’è; magari avete tagliato l’erba, ma le radici sono rimaste. Ditele:- Madonna mia cara, io da sola non riesco a tirare fuori questa maledetta invidia, aiutami tu a sradicare tutte le radici più intime dell’invidia, e dammi soprattutto un cuore grande come il tuo, un cuore che possa comprendere gli altri, che possa donarsi, e che possa compiacersi di tutto il bene che esiste sulla faccia della terra e possa dispiacersi soltanto del male che sta sulla terra, perché il bene è partecipazione di Dio, il male è partecipazione del diavolo.

Con Dio sempre, col diavolo mille miglia lontano.

Rallegratevi, la Chiesa dice a noi contemplando la maestà e la grandezza della Madonna; rallegratevi, rallegratevi di lei e rallegratevi di ogni creatura nella quale Dio ha messo una fiammella della sua infinita bontà.