Vivi di fede… e anticiperai il paradiso Gv 11, 19-27 – Santa Marta

Gv 11, 19-27 Santa Marta

 

da un’omelia di P. Francesco Chimienti o.m.

LA FEDE DI SANTA MARTA

(Gv 11, 19-27)

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Oggi è la festa di santa Marta, e la Chiesa vuole che si legga il vangelo nel quale è nominata. È il vangelo in cui si parla della morte di Lazzaro. In questo vangelo ci sono tre atti di fede di Marta, che diventeranno i nostri tre atti di fede di oggi.

In questa meditazione non mi fermerò sui sentimenti di Marta, ma su ciò che oggi dobbiamo fare noi alla luce della parola di Dio. Questa Parola è stata scritta infatti per la salvezza mia e vostra. Vediamo che cosa Dio oggi vuole da noi.

 

  1. Credere nell’efficacia della grazia di Dio in noi

Il primo atto di fede che il Signore vuole è credere che molte grazie di Dio sono legate alla presenza del Cristo in noi.

Dice Marta: “Se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!” (Gv 11, 21).

Molte grazie sono legate alla presenza del Cristo in noi. Come Dio è presente in noi? Per mezzo della grazia, della vita divina in noi, per mezzo dell’abitazione dello Spirito Santo.

Qualsiasi uomo, purché abbia fede, se chiede a Dio qualunque grazia, può riceverla; non importa se è pagano, peccatore, malvagio, se chiede a Dio con fede e con umiltà, Dio si commuove e concede la grazia. È anche vero però che la preghiera del giusto è gradita a Dio, lo dice la S. Scrittura. La preghiera del giusto è gradita a Dio, arriva fino al trono di Dio e lo commuove.

La preghiera di Abramo, che era il servo di Dio, il giusto di Dio, commosse il cuore di Dio fino al punto che era disposto a perdonare le città di Sodoma e Gomorra, a condizione che in essa ci fossero stati almeno dieci giusti. Dio non perdonò in quanto non trovò dieci giusti, ma il Signore accolse la preghiera di Abramo, perché la preghiera del giusto è gradita a Dio.

Quando Giosuè alzò le mani e disse al sole:- Fermati!, il sole si fermò.

La preghiera di Mosè ottenne da Dio la vittoria del suo esercito, e ottenne il perdono del peccato del suo popolo.

Ha un grandissimo valore la preghiera del giusto, ecco perché diceva giustamente Marta:- Se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto.

In altri termini Dio concede molte grazie, ma a condizione che sia san Francesco di Paola o un giusto a chiederle. La S. Scrittura è piena di questi episodi, pur restando vero il fatto che chiunque si presenti a Dio, giusto o ingiusto, pagano o cristiano, può ricevere una grazia, se la chiede con fede e con umiltà.

La S. Scrittura dice che molto vale la preghiera del giusto presso Dio; non afferma che vale solo la preghiera del giusto! È per questo motivo che vi dico: Sfruttate la preghiera dei bambini, perché sono i giusti innocenti, e sfruttate la preghiera dei vecchi, perché sono i giusti penitenti!

I vecchi hanno vissuto la loro vita e dicono:- Signore, perdonami quello che ho fatto nel passato; oggi però intendo servirti!

I bambini in una famiglia sono i giusti, i parafulmini della famiglia!

Le nonne e i nonni che vivono in grazia di Dio in una famiglia sono i parafulmini della famiglia! Io vi consiglio di far confessare e comunicare i vostri vecchi una volta al mese, nel giorno del primo venerdì del mese.

Quante grazie arrivano in famiglia per la preghiera di intercessione delle anime sante dei bambini e dei vecchi! A me dispiace immensamente, quando i genitori non fanno pregare i bambini e non insegnano loro le preghiere. Non facendoli pregare, li fanno vivere da peccatori nell’età in cui sono innocenti e graditi a Dio.

A me dispiace immensamente quando i figli non accudiscono i propri genitori vecchi dal punto di vista spirituale, per cui non si preoccupano di chiamare il sacerdote, di far fare loro la comunione, di farli pregare nella loro casa; mi dispiace perché tanto bene di Dio non arriva sulla terra, in quanto queste anime sante non chiedono a Dio quello che dovrebbero chiedere.

 

  1. Credere nella potente intercessione di Gesù

Il secondo atto di fede è credere che molte grazie sono legate alla potente intercessione di Cristo presso il Padre. Dice Marta: “Ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà” (Gv 11, 22).

Gesù stesso ha detto: Qualunque cosa chiedo al Padre, lui me la dà. E ancora: Qualunque cosa voi chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve la concederà.

San Paolo dice: Il Cristo è presso il Padre per intercedere per ciascuno di noi, per ottenere da Dio tutte quelle grazie di cui abbiamo bisogno.

San Giovanni arriva a dire, nella sua prima lettera: Figlioli miei, non abbiate paura se avete peccato, perché presso il trono di Dio c’è il Cristo, che ora sta pregando per ciascuno di noi. Anche se avete peccato, abbiate fiducia nel perdono del Padre, perché abbiamo un avvocato potente presso il trono di Dio, un avvocato che non perde mai nessuna causa. È bellissimo sapere che coloro che testimonieranno il Cristo sulla terra avranno alla fine del tempo il Cristo come avvocato presso il Padre, che testimonierà in loro favore.

Molte grazie sono legate alla potente intercessione del Cristo presso il Padre; tanto è vero che il Cristo ha fatto di questa verità di fede una condizione essenziale della nostra preghiera. Ha detto: – Qualunque cosa chiederete al Padre nel nome mio, l’otterrete.

Il Padre ha voluto il Figlio mediatore fra il cielo e la terra; in altri termini non arriverà nessuna grazia e nessuna benedizione del Padre ai figli che stanno sulla terra, se non tramite il Cristo, mediatore degli uomini presso Dio. Così pure nessuna preghiera degli uomini potrà arrivare presso il trono di Dio, se non attraverso il Cristo. La Chiesa, sapendo questo, chiude le preghiere della S. Messa, della Liturgia delle Ore e le altre preghiere con queste parole: “Per il nostro Signore Gesù Cristo, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli”. Ci fa dire: Ti chiediamo questo per i meriti di Gesù Cristo.

Qualunque cosa il Cristo chiederà al Padre, il Padre gliela darà.

Fatevi la convinzione di fede che si arriva a Dio, tramite il Cristo.

Le due preghiere che dovete sfruttare ogni giorno sono: la S. Messa, perché nella S. Messa preghiamo il Padre col Cristo, in Cristo e per Cristo, e la Liturgia delle Ore, che è una preghiera che l’uomo rivolge al Padre col Cristo e per Cristo, per cui queste due preghiere sono efficaci.

Diceva giustamente san Filippo Neri: Quando avete bisogno di una grazia, chiedetela a Dio per mezzo del Cristo nella S. Messa, perché nella Messa non siete voi a chiedere, ma è il Cristo a chiedere al Padre, e certamente otterrete.

Vi consiglio perciò di andare in chiesa cinque minuti prima che incominci la S. Messa, per vedere quali grazie vi occorrono e metterle nelle mani del Cristo.

Non è la quantità delle grazie che ci impedisce di riceverle, ma è la mancanza di fede e di umiltà. Più chiedete, più otterrete; meno chiedete, meno otterrete.

Se crederete che moltissime grazie di Dio sono legate alla potente intercessione del Cristo presso il Padre, diventerete, nella vostra preghiera, infallibili e potentissimi.

 

  1. Credere nel giudizio di Dio

Il terzo atto di fede è credere che il Cristo sarà il giudice della mia vita e del mio operare.

Dice Marta: “Io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo”                       (Gv 11, 27).

Il Cristo che oggi vive sulla terra, diceva Marta, domani morrà. Risusciterà, però salirà al cielo e siederà alla destra del Padre per intercedere per ciascuno di noi, e alla fine del mondo verrà sulla terra per giudicare i vivi ed i morti.

Disse Caifa a Gesù nel processo nel sinedrio del venerdì santo:- Dì la verità, sei tu il figlio di Dio? E Gesù rispose: Sì, tu lo hai detto, io sono il Figlio di Dio, anzi ti dico che alla fine del mondo io verrò sulle nubi e giudicherò i vivi e i morti. Caifa considerò questa affermazione del Cristo una bestemmia e lo condannò a morte.

Il Cristo ci ha tenuto sempre a dire:- Adesso voi di me potete fare quello che volete, mi metterete anche in croce, però ricordatevi che io sarò il vostro giudice!

Quando parlò della fine del mondo, disse: Qualunque cosa farete al più piccolo dei miei fratelli, la farete a me, e alla fine del mondo io vi giudicherò su questa grande verità di fede. Dirà ai giusti: “Ebbi fame e mi avete dato da mangiare; ebbi sete e mi avete dato da bere”. Questi risponderanno: Quando mai, Signore, ti abbiamo visto aver fame e ti abbiamo sfamato? E Gesù risponderà: Qualunque cosa avete fatto al più piccolo dei fratelli, l’avete fatta a me e perciò io vi dico:- Venite, benedetti del Padre mio, nel regno preparato dal Padre fin dall’eternità.

Però agli altri dirà:- Ebbi fame e non mi avete dato da mangiare, ebbi sete e non mi avete dato da bere! E questi:- Quando mai, Signore, ti abbiamo visto aver fame e non ti abbiamo sfamato?

– Qualunque cosa non avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, non l’avete fatta a me. Ecco il giudice! Il Cristo ci giudicherà! Il Crocifisso, che oggi si erge sul mondo e che dice continuamente al Padre:- Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno!, alla fine dei tempi verrà e non dirà più queste parole, ma ci giudicherà secondo giustizia per ciò che abbiamo fatto. Se abbiamo fatto il bene, ci darà il premio; se abbiamo fatto il male, ci darà il castigo.

 

conclusione

Amiamo oggi il Cristo come fratello misericordioso e amante di ciascuno di noi, come il Dio che perdona e che usa misericordia, per non trovarlo, domani, come giusto giudice che ci condannerà. Amiamolo oggi, perché, se lo riconosceremo oggi nell’amore, lui domani, alla fine del mondo, ci riconoscerà nell’amore; ma se oggi non lo riconosceremo, ma lo bestemmieremo, lo odieremo, domani lo ritroveremo come giudice e non sfuggiremo alla sua giusta condanna. Amor con amore si paga!

Io una sola cosa vi voglio dire: Amate il Cristo, amatelo perdutamente, perché tutto ciò che fate per lui ve lo ritroverete alla fine dei tempi.

Oggi cantiamo all’amore; domani canteremo alla misericordia!

Beato chi crede all’amore. Beato chi crede alla misericordia infinita del Cristo!